Sono passati oltre quarant’anni dalla scomparsa di Woody Guthrie (Okemah 1912-New York 1967). Testimone in vita di alcuni tra i più significativi mutamenti epocali della società americana, e non solo, del XX secolo – la crisi economica innnescatasi nel 1929, le tempeste di polvere del Mid-West alla metà degli anni trenta, le politiche rooseveltiane del New Deal, l’intervento americano nel secondo conflitto mondiale, gli sconvolgimenti sociali e politici del paese determinatisi per le lotte sindacali, il maccartismo e la Guerra fredda – Woody Guthrie è stato capace di registrarne sintomi ed effetti, trasformandoli nelle più diverse trame della sua straordinaria attività di scrittura. Autore estremamente prolifico, ci ha lasciato in eredità una messe enorme di canzoni, romanzi, racconti, disegni, memorie, poesie, appunti, note, bozzetti; una produzione a tutt’oggi non completamente mappata, né studiata o valorizzata appieno. Dall’immane corpus conosciuto di “guthriana” emerge con forza il senso di un’osservazione partecipata della vita del proprio paese per almeno un trentennio, tra gli anni trenta e gli anni cinquanta. E’ il ritratto impareggiabile di gente comune che ha fatto, e che continua a fare, l’America (gli Stati Uniti d’America); sono le immagini, le voci e i suoni – a un tempo semplici e sconvolgenti – degli emarginati, dei diseredati, degli sfruttati... dopotutto, la sua “This Land Is My Land” è reputata, a ragione, il “vero” inno americano, quello che meglio incarna l’anima, l’identità nazionale. Non vi è dubbio che le canzoni di Woody Guthrie siano considerate il suo lascito culturale più importante, ovvero quelle che amava chiamare “people’s songs”, canzoni della gente. Difficile dire quante ne abbia scritte Woody (intorno a 3mila, si pensa) ancora più difficile capire quante tra quelle scritte non ebbe mai modo di cantare o mettere in musica. Più facile, piuttosto, registrare la passione e l’onestà intellettuale che le animano, mettendo in luce l’empatia, lo humour e la compassione con cui Woody registra la sua fede per una giustizia che sia sociale, politica e, in definitiva, spirituale. Epperò sempre più spesso sono gli altri scritti – i frammenti narrativi, le pagine autobiografiche, gli appunti e gli scarabocchi, le trascrizioni di certe sue performance – a fornire oggi importante “food for thought” per approfondire lo studio e l’indagine intorno a Woody Guthrie. Woody Guthrie e la dignità dell’uomo. Storia, letteratura, musica, immagini (a cura di Franco Minganti, americanista dell’Università di Bologna, da un’idea originale di Maurizio Bettelli, studioso e musicista) è allora il titolo di un convegno internazionale che vuole celebrare anche in Italia – in una congiuntura in cui non appare inutile riaffermare certi valori di solidarietà sociale, a garanzia di un paese democratico, sensibile e attento ai problemi di tutti – la figura complessa e a tutto tondo di chi ha raccontato un’altra faccia del sogno americano, fatta di ingiustizia e sopraffazione, di solidarietà e di disillusione, scegliendo un punto di vista che è innanzitutto una dichiarazione potente del senso di dignità dell’uomo e del rispetto per l’altro. Il convegno intende rivisitare la figura di Woody Guthrie rimettendola al centro dell’attenzione perchè si possa rileggere compiutamente in chiave contemporanea la sua opera, tornando alle origini – agli originali – e prendendo meglio le misure a quanto della sua indubbia eredità ha preso corpo nelle performance degli artisti, tra i più vari, che hanno tratto feconda ispirazione da Guthrie, gente come Pete Seeger, Bob Dylan, “Rambling” Jack Elliott, Bruce Springsteen, Billy Bragg, Any Di Franco e altri ancora. L’attività dei Woody Guthrie Archives, fondazione diretta dalla figlia di Guthrie, Nora, è divenuta negli anni un importante punto di riferimento perchè si mantenga vivo il senso della “presenza” di Woody e della sua eredità. E’, ad esempio, grazie al lavoro degli Archives e dei s...
Minganti F. (2008). Convegno internazionale "Woody Guthrie e la dignità dell'uomo. Storia, letteratura, musica, immagini" / "Woody Guthrie and the Dignity of Man. History, Literature, Music, Images", organizzato dalla Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna (con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e la collaborazione dei Dipartimenti di Lingue e di Italianistica dell'Università di Bologna) Bologna, 21-23 maggio 2008 (Johns Hopkins University, Laboratori del Dipartimento DMS, Cinema Lumiere) [vedi programma dettagliato allegato].
Convegno internazionale "Woody Guthrie e la dignità dell'uomo. Storia, letteratura, musica, immagini" / "Woody Guthrie and the Dignity of Man. History, Literature, Music, Images", organizzato dalla Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna (con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e la collaborazione dei Dipartimenti di Lingue e di Italianistica dell'Università di Bologna) Bologna, 21-23 maggio 2008 (Johns Hopkins University, Laboratori del Dipartimento DMS, Cinema Lumiere) [vedi programma dettagliato allegato]
MINGANTI, FRANCO
2008
Abstract
Sono passati oltre quarant’anni dalla scomparsa di Woody Guthrie (Okemah 1912-New York 1967). Testimone in vita di alcuni tra i più significativi mutamenti epocali della società americana, e non solo, del XX secolo – la crisi economica innnescatasi nel 1929, le tempeste di polvere del Mid-West alla metà degli anni trenta, le politiche rooseveltiane del New Deal, l’intervento americano nel secondo conflitto mondiale, gli sconvolgimenti sociali e politici del paese determinatisi per le lotte sindacali, il maccartismo e la Guerra fredda – Woody Guthrie è stato capace di registrarne sintomi ed effetti, trasformandoli nelle più diverse trame della sua straordinaria attività di scrittura. Autore estremamente prolifico, ci ha lasciato in eredità una messe enorme di canzoni, romanzi, racconti, disegni, memorie, poesie, appunti, note, bozzetti; una produzione a tutt’oggi non completamente mappata, né studiata o valorizzata appieno. Dall’immane corpus conosciuto di “guthriana” emerge con forza il senso di un’osservazione partecipata della vita del proprio paese per almeno un trentennio, tra gli anni trenta e gli anni cinquanta. E’ il ritratto impareggiabile di gente comune che ha fatto, e che continua a fare, l’America (gli Stati Uniti d’America); sono le immagini, le voci e i suoni – a un tempo semplici e sconvolgenti – degli emarginati, dei diseredati, degli sfruttati... dopotutto, la sua “This Land Is My Land” è reputata, a ragione, il “vero” inno americano, quello che meglio incarna l’anima, l’identità nazionale. Non vi è dubbio che le canzoni di Woody Guthrie siano considerate il suo lascito culturale più importante, ovvero quelle che amava chiamare “people’s songs”, canzoni della gente. Difficile dire quante ne abbia scritte Woody (intorno a 3mila, si pensa) ancora più difficile capire quante tra quelle scritte non ebbe mai modo di cantare o mettere in musica. Più facile, piuttosto, registrare la passione e l’onestà intellettuale che le animano, mettendo in luce l’empatia, lo humour e la compassione con cui Woody registra la sua fede per una giustizia che sia sociale, politica e, in definitiva, spirituale. Epperò sempre più spesso sono gli altri scritti – i frammenti narrativi, le pagine autobiografiche, gli appunti e gli scarabocchi, le trascrizioni di certe sue performance – a fornire oggi importante “food for thought” per approfondire lo studio e l’indagine intorno a Woody Guthrie. Woody Guthrie e la dignità dell’uomo. Storia, letteratura, musica, immagini (a cura di Franco Minganti, americanista dell’Università di Bologna, da un’idea originale di Maurizio Bettelli, studioso e musicista) è allora il titolo di un convegno internazionale che vuole celebrare anche in Italia – in una congiuntura in cui non appare inutile riaffermare certi valori di solidarietà sociale, a garanzia di un paese democratico, sensibile e attento ai problemi di tutti – la figura complessa e a tutto tondo di chi ha raccontato un’altra faccia del sogno americano, fatta di ingiustizia e sopraffazione, di solidarietà e di disillusione, scegliendo un punto di vista che è innanzitutto una dichiarazione potente del senso di dignità dell’uomo e del rispetto per l’altro. Il convegno intende rivisitare la figura di Woody Guthrie rimettendola al centro dell’attenzione perchè si possa rileggere compiutamente in chiave contemporanea la sua opera, tornando alle origini – agli originali – e prendendo meglio le misure a quanto della sua indubbia eredità ha preso corpo nelle performance degli artisti, tra i più vari, che hanno tratto feconda ispirazione da Guthrie, gente come Pete Seeger, Bob Dylan, “Rambling” Jack Elliott, Bruce Springsteen, Billy Bragg, Any Di Franco e altri ancora. L’attività dei Woody Guthrie Archives, fondazione diretta dalla figlia di Guthrie, Nora, è divenuta negli anni un importante punto di riferimento perchè si mantenga vivo il senso della “presenza” di Woody e della sua eredità. E’, ad esempio, grazie al lavoro degli Archives e dei s...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.