Il mercato tradizionale è comunemente inteso come uno spazio circoscritto e relativamente poco progettato al proprio interno dove si realizza un tipo di scambio di merci mediato dalla creatività e dall’intraprendenza di commercianti artigiani di fronte a un pubblico di clienti incontrati de visu. Da qualche decennio questo tipo di spazio commerciale sta andando incontro a significative innovazioni (organizzative, merceologiche, architettoniche, di pratica) che ne mutano buona parte del carattere, come vedremo anche in questo saggio. Come conseguenza, il mercato sta riscuotendo un rinnovato interesse nell’ambito delle politiche urbane. Come per lo studio di altri tipi di spazi commerciali (ad esempio, Miller, Jackson e Rowlands 1998), è interessante comprendere come le risorse materiali e sociali dei mercati siano rimesse in gioco da una serie di pratiche eterogenee che essi stimolano: da quelle dell’andar per compere al loro interno o nel quartiere circostante o persino in altre città, a quelle stimolate dalle politiche che li interessano, alle pratiche di tipo progettuale-architettonico.
Chiara, R. (2017). Verso la città gastrocratica? Nuove identità per i mercati alimentari. Santarcangelo di Romagna : Maggioli.
Verso la città gastrocratica? Nuove identità per i mercati alimentari
RABBIOSI, CHIARA
2017
Abstract
Il mercato tradizionale è comunemente inteso come uno spazio circoscritto e relativamente poco progettato al proprio interno dove si realizza un tipo di scambio di merci mediato dalla creatività e dall’intraprendenza di commercianti artigiani di fronte a un pubblico di clienti incontrati de visu. Da qualche decennio questo tipo di spazio commerciale sta andando incontro a significative innovazioni (organizzative, merceologiche, architettoniche, di pratica) che ne mutano buona parte del carattere, come vedremo anche in questo saggio. Come conseguenza, il mercato sta riscuotendo un rinnovato interesse nell’ambito delle politiche urbane. Come per lo studio di altri tipi di spazi commerciali (ad esempio, Miller, Jackson e Rowlands 1998), è interessante comprendere come le risorse materiali e sociali dei mercati siano rimesse in gioco da una serie di pratiche eterogenee che essi stimolano: da quelle dell’andar per compere al loro interno o nel quartiere circostante o persino in altre città, a quelle stimolate dalle politiche che li interessano, alle pratiche di tipo progettuale-architettonico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.