Ai margini del centro storico di Rimini, sui resti di un anfiteatro romano, immerso nel verde, sorge il CEIS, il Centro Educativo Italo Svizzero: “un villaggio fatto di casine di legno” dove i bambini «si arrampicano, corrono, non si perdono, vanno alla ricerca di gioghi, persone, animali, cose». Realizzato nel 1946 da Felix Schwarz, amico e collaboratore di Aldo van Eyck, e da Margherita Zoebeli, che lo guiderà sino alla sua scomparsa, il “villaggio” nasceva sulle macerie di una Rimini distrutta dai bombardamenti, prima come centro di primo aiuto alla popolazione poi come luogo di assistenza ed educazione per l’infanzia. Il volume cerca di raccontare ciò che oggi è questa realtà dove si sono anticipati i principi della Nouvelle École ed a cui tanti hanno guardato come modello di organizzazione di uno spazio che educa; ma al tempo stesso intende soffermarsi sul valore identitario di questo luogo che riteniamo debba la sua singolarità proprio alla compresenza di ruderi baracche e bambini.
Ugolini, A. (2017). Ruderi, Baracche, Bambini. CEIS: riflessioni a più voci su un'architettura speciale.. FIRENZE : ALTRALINEA.
Ruderi, Baracche, Bambini. CEIS: riflessioni a più voci su un'architettura speciale.
UGOLINI, ANDREA
2017
Abstract
Ai margini del centro storico di Rimini, sui resti di un anfiteatro romano, immerso nel verde, sorge il CEIS, il Centro Educativo Italo Svizzero: “un villaggio fatto di casine di legno” dove i bambini «si arrampicano, corrono, non si perdono, vanno alla ricerca di gioghi, persone, animali, cose». Realizzato nel 1946 da Felix Schwarz, amico e collaboratore di Aldo van Eyck, e da Margherita Zoebeli, che lo guiderà sino alla sua scomparsa, il “villaggio” nasceva sulle macerie di una Rimini distrutta dai bombardamenti, prima come centro di primo aiuto alla popolazione poi come luogo di assistenza ed educazione per l’infanzia. Il volume cerca di raccontare ciò che oggi è questa realtà dove si sono anticipati i principi della Nouvelle École ed a cui tanti hanno guardato come modello di organizzazione di uno spazio che educa; ma al tempo stesso intende soffermarsi sul valore identitario di questo luogo che riteniamo debba la sua singolarità proprio alla compresenza di ruderi baracche e bambini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.