Questa pubblicazione a carattere divulgativo illustra gli aspetti salienti di una esperienza di gestione che potrebbe trovare applicazione in contesti simili a quello di origine (dal punto di vista sociale e ambientale), per il controllo e la gestione continuativa in area protetta di questa specie animale. Lo scopo del Piano di controllo adottato è stato quello di gestire la popolazione di cinghiali in modo organico e programmatico con la duplice finalità di ristabilire un equilibrio naturale tra specie e ambiente (obiettivo gestionale) ed allo stesso tempo controllare la diffusione di malattie infettive all’interno della popolazione (obiettivo sanitario). Nonostante il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa rientri, secondo il modello di valutazione agro-forestale della Carta delle Vocazioni dell’Emilia Romagna, nell’area di intollerabilità del cinghiale (densità obiettivo 0) (Figura 3), non si è optato per un piano di eradicazione della specie ( ben presente in tutti i territori contigui al parco), bensì è stata fissata una densità obiettivo di 1-1,5 capi ogni 100 ha, stabilita anche sulla scorta di conoscenze di carattere sanitario che vedono postulata la soglia di trasmissione di alcune malattie infettive, al di sotto della quale la malattia tende ad estinguersi. In particolare abbiamo fatto riferimento alla Peste Suina Classica, la cui soglia è stata fissata da Hone et al. (1992), in caso di epidemia causata da un ceppo virale altamente virulento, in 1,4 animali per Km2. Per conseguire questo obiettivo abbiamo inizialmente cercato di ottenere informazioni sia sulla densità sia sulla dinamica di popolazione della specie cinghiale presente nel Parco effettuando, precedentemente all’intervento dei censimenti su pastura, su neve e serali con il faro per stimare quanti fossero all’incirca i cinghiali presenti nell’area e quanti e quali animali prelevare in seguito. Successivamente, a partire dal 2002, abbiamo cercato di prelevare il numero di animali che annualmente veniva stabilito, ricorrendo a metodiche di controllo il più possibile selettive sulla specie e con minimo impatto ambientale. Contemporaneamente sono stati marcati un numero crescente di animali nella popolazione presente all’interno dell’area con la finalità di ottenere una popolazione “densità nota”, strutturata per classi di età e sesso, numericamente compatibile con l’ambiente agroforestale dell’area, che riproponesse una popolazione di cinghiali idealmente presente in questa zona qualora avessero agito su di essa soltanto attraverso fattori di mortalità naturale ( predazione, malattie). Su tutti i cinghiali selvatici a vita libera catturati-marcati/abbattuti sono stati eseguiti, per tutto il periodo oggetto di studio, prelievi ematici e tamponi nasali per le indagini epidemiologico-sanitarie. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di dimostrare come sia possibile, a seguito dell’azione simultanea di tecniche di abbattimento selettivo ottenuto attraverso sistemi che non mandino in dispersione i soggetti e attraverso cattura e marcatura di un determinato numero di animali, gestire contemporaneamente dal punto di vista faunistico e sanitario una popolazione di cinghiali in un’area protetta.

M. Delogu, M.Colombari , M.Zengarini , A. Marata , R. Macrì , F. Obber , et al. (2008). Gestione demografica densità dipendente del Cinghiale (Sus scrofa) in Area Protetta: sperimentazione ed esperienze nel Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa.. BOLOGNA : grafiche A&B.

Gestione demografica densità dipendente del Cinghiale (Sus scrofa) in Area Protetta: sperimentazione ed esperienze nel Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa.

DELOGU, MAURO;M. A. De Marco;
2008

Abstract

Questa pubblicazione a carattere divulgativo illustra gli aspetti salienti di una esperienza di gestione che potrebbe trovare applicazione in contesti simili a quello di origine (dal punto di vista sociale e ambientale), per il controllo e la gestione continuativa in area protetta di questa specie animale. Lo scopo del Piano di controllo adottato è stato quello di gestire la popolazione di cinghiali in modo organico e programmatico con la duplice finalità di ristabilire un equilibrio naturale tra specie e ambiente (obiettivo gestionale) ed allo stesso tempo controllare la diffusione di malattie infettive all’interno della popolazione (obiettivo sanitario). Nonostante il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa rientri, secondo il modello di valutazione agro-forestale della Carta delle Vocazioni dell’Emilia Romagna, nell’area di intollerabilità del cinghiale (densità obiettivo 0) (Figura 3), non si è optato per un piano di eradicazione della specie ( ben presente in tutti i territori contigui al parco), bensì è stata fissata una densità obiettivo di 1-1,5 capi ogni 100 ha, stabilita anche sulla scorta di conoscenze di carattere sanitario che vedono postulata la soglia di trasmissione di alcune malattie infettive, al di sotto della quale la malattia tende ad estinguersi. In particolare abbiamo fatto riferimento alla Peste Suina Classica, la cui soglia è stata fissata da Hone et al. (1992), in caso di epidemia causata da un ceppo virale altamente virulento, in 1,4 animali per Km2. Per conseguire questo obiettivo abbiamo inizialmente cercato di ottenere informazioni sia sulla densità sia sulla dinamica di popolazione della specie cinghiale presente nel Parco effettuando, precedentemente all’intervento dei censimenti su pastura, su neve e serali con il faro per stimare quanti fossero all’incirca i cinghiali presenti nell’area e quanti e quali animali prelevare in seguito. Successivamente, a partire dal 2002, abbiamo cercato di prelevare il numero di animali che annualmente veniva stabilito, ricorrendo a metodiche di controllo il più possibile selettive sulla specie e con minimo impatto ambientale. Contemporaneamente sono stati marcati un numero crescente di animali nella popolazione presente all’interno dell’area con la finalità di ottenere una popolazione “densità nota”, strutturata per classi di età e sesso, numericamente compatibile con l’ambiente agroforestale dell’area, che riproponesse una popolazione di cinghiali idealmente presente in questa zona qualora avessero agito su di essa soltanto attraverso fattori di mortalità naturale ( predazione, malattie). Su tutti i cinghiali selvatici a vita libera catturati-marcati/abbattuti sono stati eseguiti, per tutto il periodo oggetto di studio, prelievi ematici e tamponi nasali per le indagini epidemiologico-sanitarie. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di dimostrare come sia possibile, a seguito dell’azione simultanea di tecniche di abbattimento selettivo ottenuto attraverso sistemi che non mandino in dispersione i soggetti e attraverso cattura e marcatura di un determinato numero di animali, gestire contemporaneamente dal punto di vista faunistico e sanitario una popolazione di cinghiali in un’area protetta.
2008
55
M. Delogu, M.Colombari , M.Zengarini , A. Marata , R. Macrì , F. Obber , et al. (2008). Gestione demografica densità dipendente del Cinghiale (Sus scrofa) in Area Protetta: sperimentazione ed esperienze nel Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa.. BOLOGNA : grafiche A&B.
M. Delogu; M.Colombari ; M.Zengarini ; A. Marata ; R. Macrì ; F. Obber ; M. A. De Marco;F. Cocchi ; P. Lucchini ; L. Lasi ; L. Montagni...espandi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/60820
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact