Il saggio è relativo alla pittura d'arte sacra del pittore bolognese Ubaldo Gandolfi, colui che più di ogni altro nel secondo Settecento si impegnò al rinnovamento, ma nel solco della tradizione, del lessico necessario per rendere nuovamente credibili gli antichi misteri. Chiamato a dipingere una grande pala per la chiesa dei Certosini in onore di San Francesco di Paola, lo effigia semi inginocchiato, distolto dalla lettura del sacro libro dall'apparizione magnifica dell'angelo che gli mostra il motto <CHARITAS>; accanto a lui l'agnellino che gli fu compagno nel romitaggio e fu protagonista di uno dei miracoli ricordati nella sua agiografia; oltre, un compagno, disattento all'apparizione. La straordinaria enfasi patetica che anima il dipinto è caratteristica della ricerca portata avanti con vigore dall'artista, forse il più sincero interprete della pittura religiosa in Italia dell'epoca, per la sincera empatia che era in grado di suscitare e l'eccellenza del dettato pittorico.
Biagi, D. (2011). Ubaldo Gandolfi, Visione di san Francesco di Paola. Venezia : Marsilio.
Ubaldo Gandolfi, Visione di san Francesco di Paola
BIAGI, DONATELLA
2011
Abstract
Il saggio è relativo alla pittura d'arte sacra del pittore bolognese Ubaldo Gandolfi, colui che più di ogni altro nel secondo Settecento si impegnò al rinnovamento, ma nel solco della tradizione, del lessico necessario per rendere nuovamente credibili gli antichi misteri. Chiamato a dipingere una grande pala per la chiesa dei Certosini in onore di San Francesco di Paola, lo effigia semi inginocchiato, distolto dalla lettura del sacro libro dall'apparizione magnifica dell'angelo che gli mostra il mottoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.