L’Appennino bolognese si sviluppa su di un territorio di circa 1300 kmq e comprende una fascia collinare e montana larga una quarantina di chilometri nel settore centro meridionale dell’Emilia Romagna, considerato una cerniera tra l’Appennino emiliano e quello romagnolo prima di tutto da un punto di vista geo-morfologico. La vallata del torrente Sillaro infatti, separa le formazioni alloctone liguridi ed epiliguridi che affiorano a ovest, dalla formazione marnoso-arenacea tipica di gran parte della Romagna; il paesaggio è quindi contrassegnato ad ovest dalle aspre vallate bolognesi ed emiliane caratterizzate dalle “Argille scagliose” rispetto al paesaggio sereno ed ordinato della Romagna caratterizzato da sequenze geologiche regolari e stratificate della Formazione Marnoso Arenacea. Il confine geologico segna anche una diversità di carattere e di cultura di due terre e delle loro genti: la Romagna e l’Emilia. La parte meridionale della provincia di Bologna segue per un lungo tratto la catena appenninica principale, dal Corno alle Scale, a ovest, fino al monte delle Scalette, nella valle del torrente Brasimone, a est; da qui il confine abbandona la catena assiale e si dirige verso nord-est, chiudendo nell’alta valle del Santerno. Le catene montuose degradano poi, in maniera più o meno regolare, verso la pianura, attraverso una cintura di colline di natura prevalentemente arenacea, inglobate in una più vasta fascia di matrice argillosa. L’odierno assetto morfologico delle alture appenniniche è il risultato di diversi fattori concomitanti quali le vicende geologiche che le hanno create, l’erosione ed il modellamento causato, in piccola parte dai ghiacciai quaternari, ma soprattutto dai numerosi sistemi fluviali. Queste interazioni hanno modellato un territorio dove i dolci rilievi sono stati da tempo immemorabile colonizzati dall’uomo anche a causa del clima decisamente favorevole all’agricoltura ed alla pastorizia, attività basilari dei nostri avi.
Vianello G., Benni M., Degli Esposti V., Gherardi M., Solmi M., Vittori Antisari L. (2007). Itinerari turistico ambientali lungo le vallate dei torrenti Sambro, Savena, Zena, Idice e Sillaro. BOLOGNA : ISEA Istituto per lo Sviluppo Economico dell'Appem.
Itinerari turistico ambientali lungo le vallate dei torrenti Sambro, Savena, Zena, Idice e Sillaro
VIANELLO, GILMO;BENNI, MATTEO;DEGLI ESPOSTI, VITTORIO;GHERARDI, MASSIMO;VITTORI ANTISARI, LIVIA
2007
Abstract
L’Appennino bolognese si sviluppa su di un territorio di circa 1300 kmq e comprende una fascia collinare e montana larga una quarantina di chilometri nel settore centro meridionale dell’Emilia Romagna, considerato una cerniera tra l’Appennino emiliano e quello romagnolo prima di tutto da un punto di vista geo-morfologico. La vallata del torrente Sillaro infatti, separa le formazioni alloctone liguridi ed epiliguridi che affiorano a ovest, dalla formazione marnoso-arenacea tipica di gran parte della Romagna; il paesaggio è quindi contrassegnato ad ovest dalle aspre vallate bolognesi ed emiliane caratterizzate dalle “Argille scagliose” rispetto al paesaggio sereno ed ordinato della Romagna caratterizzato da sequenze geologiche regolari e stratificate della Formazione Marnoso Arenacea. Il confine geologico segna anche una diversità di carattere e di cultura di due terre e delle loro genti: la Romagna e l’Emilia. La parte meridionale della provincia di Bologna segue per un lungo tratto la catena appenninica principale, dal Corno alle Scale, a ovest, fino al monte delle Scalette, nella valle del torrente Brasimone, a est; da qui il confine abbandona la catena assiale e si dirige verso nord-est, chiudendo nell’alta valle del Santerno. Le catene montuose degradano poi, in maniera più o meno regolare, verso la pianura, attraverso una cintura di colline di natura prevalentemente arenacea, inglobate in una più vasta fascia di matrice argillosa. L’odierno assetto morfologico delle alture appenniniche è il risultato di diversi fattori concomitanti quali le vicende geologiche che le hanno create, l’erosione ed il modellamento causato, in piccola parte dai ghiacciai quaternari, ma soprattutto dai numerosi sistemi fluviali. Queste interazioni hanno modellato un territorio dove i dolci rilievi sono stati da tempo immemorabile colonizzati dall’uomo anche a causa del clima decisamente favorevole all’agricoltura ed alla pastorizia, attività basilari dei nostri avi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.