Il saggio analizza il processo di costruzione della memoria storica di Lucca nella storiografia cittadina, da Tolomeo di Lucca a Nicolao Tegrimi , autore, alla fine del Quattrocento, di una Vita di Castruccio Castracani. Viene rilevata la mancanza di una cronachistica cittadina coeva alla prima e seconda fase comunale (XII-XIII sec.), mentre uno sguardo critico sulla società precomunale è offerto alla fine dell'XI secolo dal vescovo gregoriano Rangerio nella sua Vita del vescovo Anselmo II. All'inizio del Trecento il domenicano Tolomeo di Lucca veicola un'immagine della storia cittadina incentrata sull'identità guelfa e sulla fedeltà alla Chiesa romana, sottolineando il processo di consolidamento delle istituzioni cittadine e di conquista del territorio, mentre vengono rimossi i dati storici non coerenti con l'immagine guelfa della città. All'inizio del Quattrocento Giovanni Sercambi, autore di cronache redatte in volgare, rimuove la fase signorile e ghibellina di Castruccio Castracani, che viene invece recuperata da Nicolao Tegrimi, nel quadro di una ricostruzione articolata che presenta in chiave positiva il valore militare di Castruccio, ma prende le distanze dal suo governo signorile, esaltando la tradizione repubblicana della città. Il saggio analizza il significato delle diverse modalità di periodizzamento della storia cittadina riscontrabili nelle fonti.
Savigni, R. (2017). Représentation du pass et construction de la mémoire dans l'historiographie médiévale de Lucques ,. Genève : Droz.
Représentation du pass et construction de la mémoire dans l'historiographie médiévale de Lucques ,
SAVIGNI, RAFFAELE
2017
Abstract
Il saggio analizza il processo di costruzione della memoria storica di Lucca nella storiografia cittadina, da Tolomeo di Lucca a Nicolao Tegrimi , autore, alla fine del Quattrocento, di una Vita di Castruccio Castracani. Viene rilevata la mancanza di una cronachistica cittadina coeva alla prima e seconda fase comunale (XII-XIII sec.), mentre uno sguardo critico sulla società precomunale è offerto alla fine dell'XI secolo dal vescovo gregoriano Rangerio nella sua Vita del vescovo Anselmo II. All'inizio del Trecento il domenicano Tolomeo di Lucca veicola un'immagine della storia cittadina incentrata sull'identità guelfa e sulla fedeltà alla Chiesa romana, sottolineando il processo di consolidamento delle istituzioni cittadine e di conquista del territorio, mentre vengono rimossi i dati storici non coerenti con l'immagine guelfa della città. All'inizio del Quattrocento Giovanni Sercambi, autore di cronache redatte in volgare, rimuove la fase signorile e ghibellina di Castruccio Castracani, che viene invece recuperata da Nicolao Tegrimi, nel quadro di una ricostruzione articolata che presenta in chiave positiva il valore militare di Castruccio, ma prende le distanze dal suo governo signorile, esaltando la tradizione repubblicana della città. Il saggio analizza il significato delle diverse modalità di periodizzamento della storia cittadina riscontrabili nelle fonti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.