Il saggio fa parte del volume Arte, Archeologia e Pubblico. Per una storia della fruizione museale fra Settecento e Novecento. L’arte e l’archeologia hanno sviluppato con i loro spettatori un rapporto in costante evoluzione che, con la fine dell’Ancien Régime e la diffusione dei musei aperti al pubblico, si è arricchito di nuovi dibattiti e di diverse prospettive. L’influenza del pensiero illuminista e le conquiste della Rivoluzione francese sostennero la funzione didattica dei musei e delle esposizioni, sollecitando nuovi criteri di allestimento attraverso uno sviluppo che condusse spesso all’espressione di valori civici e identitari. In questo contesto di studi il contributo, che idealmente prosegue da un punto di vista cronologico le ricerche pubblicate nel volume I savi e gli Ignoranti. Dialogo del pubblico con l’arte (XVI-XVIII secolo) e selezionate nell’ambito del programma Patrinum della MSH-Alpes Grenoble (USR 3394 del CNRS), è dedicato all’analisi di alcune delle modalità attraverso le quali musei e grandi esposizioni d’arte diventano nell’Ottocento strumento di una possibile costruzione di progresso sociale. Facendo particolare riferimento alle vicende italiane del Risorgimento e dei decenni immediatamente successivi l’Unità nazionale, il saggio mette in rilievo l’emergere di una esigenza di consapevolezza identitaria di cui istituzioni e manifestazioni artistiche si fanno strumento. Una antologia di testi critici, letterari, giuridici sul tema completa lo studio ed offre al lettore la possibilità di accesso a fonti significative, ma spesso poco note.
Sandra Costa (2017). Il display: modelli nazionali e valori universali. Bologna : BUP, Bononia University Press.
Il display: modelli nazionali e valori universali
COSTA, SANDRA
2017
Abstract
Il saggio fa parte del volume Arte, Archeologia e Pubblico. Per una storia della fruizione museale fra Settecento e Novecento. L’arte e l’archeologia hanno sviluppato con i loro spettatori un rapporto in costante evoluzione che, con la fine dell’Ancien Régime e la diffusione dei musei aperti al pubblico, si è arricchito di nuovi dibattiti e di diverse prospettive. L’influenza del pensiero illuminista e le conquiste della Rivoluzione francese sostennero la funzione didattica dei musei e delle esposizioni, sollecitando nuovi criteri di allestimento attraverso uno sviluppo che condusse spesso all’espressione di valori civici e identitari. In questo contesto di studi il contributo, che idealmente prosegue da un punto di vista cronologico le ricerche pubblicate nel volume I savi e gli Ignoranti. Dialogo del pubblico con l’arte (XVI-XVIII secolo) e selezionate nell’ambito del programma Patrinum della MSH-Alpes Grenoble (USR 3394 del CNRS), è dedicato all’analisi di alcune delle modalità attraverso le quali musei e grandi esposizioni d’arte diventano nell’Ottocento strumento di una possibile costruzione di progresso sociale. Facendo particolare riferimento alle vicende italiane del Risorgimento e dei decenni immediatamente successivi l’Unità nazionale, il saggio mette in rilievo l’emergere di una esigenza di consapevolezza identitaria di cui istituzioni e manifestazioni artistiche si fanno strumento. Una antologia di testi critici, letterari, giuridici sul tema completa lo studio ed offre al lettore la possibilità di accesso a fonti significative, ma spesso poco note.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.