Nella commedia antica e nuova, il Sicofante è associato all’idea del ricatto e della delazione. Antagonista dell’eroe comico, egli entra bruscamente in scena usando un lessico giudiziario, spesso interrompendo il dialogo in corso: nonostante la sua dissimulata onestà, egli è disprezzato dall’eroe comico, tanto che viene spesso espulso dalla scena. Il termine che designa questo personaggio ha un’origine incerta: l’erudizione antica, oltre ad additarlo come un furfante, conosce vari aitia che giustifichino l’etimologia della parola (syko-phantes: «mostratore di fichi»), tutti connessi etimologicamente ad antichi eventi inerenti alla denuncia di persone che tentarono di esportare fichi fuori da Atene. Da qui deriverebbe il senso più generale di «delatore nei processi». Dalla commedia il IV secolo eredita questa parola come allusiva a una condotta morale bieca. «Sicofante», poi, diviene quasi termine tecnico per indicare i delatori di professione in ambito giudiziario: da qui deriva l’accezione di «malvagio» in contesto retorico, che si riferisce all’attitudine di chi è prono a stravolgere le argomentazioni altrui. Fuori dalla sfera giudiziaria, «sicofante» indica il «calunniatore» e, addirittura, chi è connotato da impurità; del resto, il termine è usato anche nelle contese di carattere letterario ed educativo. Da quanto tratteggiato, emerge chiaramente come la figura del sicofante fosse fortemente radicata nella società ateniese di V e IV secolo: ciò ha creato grandi problemi per i traduttori e i registi contemporanei, poiché risulta spesso difficile offrire una traduzione adeguata del termine o un corrispettivo scenico di questa figura. Nonostante alcuni originali tentativi, è negli atti da furfante che il personaggio del Sicofante può essere riproposto a un pubblico moderno.
Caciagli, S., De Sanctis, D., Giovannelli, M., Regali, M. (2016). Il Sicofante tra polis e scena. Identità e funzione di una maschera comica. Milano : Università di Milano [10.13130/2532-6805/8663].
Il Sicofante tra polis e scena. Identità e funzione di una maschera comica
CACIAGLI, STEFANO;
2016
Abstract
Nella commedia antica e nuova, il Sicofante è associato all’idea del ricatto e della delazione. Antagonista dell’eroe comico, egli entra bruscamente in scena usando un lessico giudiziario, spesso interrompendo il dialogo in corso: nonostante la sua dissimulata onestà, egli è disprezzato dall’eroe comico, tanto che viene spesso espulso dalla scena. Il termine che designa questo personaggio ha un’origine incerta: l’erudizione antica, oltre ad additarlo come un furfante, conosce vari aitia che giustifichino l’etimologia della parola (syko-phantes: «mostratore di fichi»), tutti connessi etimologicamente ad antichi eventi inerenti alla denuncia di persone che tentarono di esportare fichi fuori da Atene. Da qui deriverebbe il senso più generale di «delatore nei processi». Dalla commedia il IV secolo eredita questa parola come allusiva a una condotta morale bieca. «Sicofante», poi, diviene quasi termine tecnico per indicare i delatori di professione in ambito giudiziario: da qui deriva l’accezione di «malvagio» in contesto retorico, che si riferisce all’attitudine di chi è prono a stravolgere le argomentazioni altrui. Fuori dalla sfera giudiziaria, «sicofante» indica il «calunniatore» e, addirittura, chi è connotato da impurità; del resto, il termine è usato anche nelle contese di carattere letterario ed educativo. Da quanto tratteggiato, emerge chiaramente come la figura del sicofante fosse fortemente radicata nella società ateniese di V e IV secolo: ciò ha creato grandi problemi per i traduttori e i registi contemporanei, poiché risulta spesso difficile offrire una traduzione adeguata del termine o un corrispettivo scenico di questa figura. Nonostante alcuni originali tentativi, è negli atti da furfante che il personaggio del Sicofante può essere riproposto a un pubblico moderno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.