Questo fascicolo monografico ospita contributi di vari studiosi che, nel loro insieme, aiutano a riflettere, in prospettiva comparata, sul nuovo Senato italiano, come disegnato dalla riforma costituzionale sulla quale i cittadini saranno chiamati ad esprimersi attraverso referendum il prossimo 4 dicembre. La decisione di comparare le Camere territoriali di Austria, Belgio e Francia è derivata dall’osservazione che, nel quadro europeo, è con queste esperienze che la proposta del nuovo Senato presenta i maggiori punti di contatto. La scelta del riformatore, infatti, è stata quella di non optare per il modello tedesco, come suggerito, seppur in modo non univoco, dal dibattito accademico italiano, ed escluso quel modello, l’esperienza delle Camere territoriali in Europa si riconduce essenzialmente a questi tre casi. Complessivamente, gli studi presentati giungono a due importanti risultati. Innanzitutto, evidenziano come la riforma italiana, pur nelle sue peculiarità, prospetti un Senato in linea con le tendenze evolutive delle Camere territoriali europee. Secondariamente, indicano quali sono gli aspetti critici da correggere e quali le potenzialità da sviluppare per il nuovo Senato. Sebbene ciò assuma particolare rilevanza nella eventuale messa in opera della riforma, la sua utilità non sembra essere preclusa qualora l’esito del referendum dovesse essere negativo. Il futuro dibattito sulle riforme istituzionali, sulla cui necessità le forze politiche concordano, non potrà infatti che ripartire dalla proposta respinta, cercando di migliorare le criticità che possono avere giustificato un voto negativo.

Il nuovo senato italiano?

BALDI, BRUNETTA
2016

Abstract

Questo fascicolo monografico ospita contributi di vari studiosi che, nel loro insieme, aiutano a riflettere, in prospettiva comparata, sul nuovo Senato italiano, come disegnato dalla riforma costituzionale sulla quale i cittadini saranno chiamati ad esprimersi attraverso referendum il prossimo 4 dicembre. La decisione di comparare le Camere territoriali di Austria, Belgio e Francia è derivata dall’osservazione che, nel quadro europeo, è con queste esperienze che la proposta del nuovo Senato presenta i maggiori punti di contatto. La scelta del riformatore, infatti, è stata quella di non optare per il modello tedesco, come suggerito, seppur in modo non univoco, dal dibattito accademico italiano, ed escluso quel modello, l’esperienza delle Camere territoriali in Europa si riconduce essenzialmente a questi tre casi. Complessivamente, gli studi presentati giungono a due importanti risultati. Innanzitutto, evidenziano come la riforma italiana, pur nelle sue peculiarità, prospetti un Senato in linea con le tendenze evolutive delle Camere territoriali europee. Secondariamente, indicano quali sono gli aspetti critici da correggere e quali le potenzialità da sviluppare per il nuovo Senato. Sebbene ciò assuma particolare rilevanza nella eventuale messa in opera della riforma, la sua utilità non sembra essere preclusa qualora l’esito del referendum dovesse essere negativo. Il futuro dibattito sulle riforme istituzionali, sulla cui necessità le forze politiche concordano, non potrà infatti che ripartire dalla proposta respinta, cercando di migliorare le criticità che possono avere giustificato un voto negativo.
2016
194
Baldi, Brunetta
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