Dopo un'introduzione sulla legislazione italiana riguardante le malattie occupazionali ed i rischi biologici nei settori dell'allevamento e delle attività correlate, un particolare riferimento viene dato al rischio biologico connesso alle attività di macellazione delle carni rosse. Vengono affrontati i seguenti argomenti: (i) le zoonosi occupazionali dei macellatori; (ii) i pericoli ed i rischi; (iii) gli studi epidemiologici condotti in Italia (alcuni esempi); (iv) l'individuazione degli agenti biologici presenti; (v) l'esposizione agli agenti biologici; (vi) le misure preventive di carattere generale. Negli ultimi decenni, in Italia, sono migliorate le condizioni sanitarie del bestiame allevato, nonchè le condizioni e l’igiene del lavoro nei mattatoi (e negli allevamenti), soprattutto per la necessità di rispettare la normativa sull’igiene delle carni. Nonostante questo, alcuni elementi inducono a ritenere che il rischio di esposizione rimanga elevato. Tra questi vanno ricordati: (i) le particolari condizioni ambientali e di lavoro nei macelli e negli impianti di trattamento dei sottoprodotti; (ii) il contatto continuo con animali vivi, organi e prodotti biologici; (iii) la tipologia degli interventi e delle mansioni da effettuare che limita l’uso dei dispositivi di protezione individuale; (iv) la scarsa formazione e la difficoltà di percepire il rischio biologico da parte degli addetti; (v) la sempre maggiore presenza di personale immigrato, addetto alle mansioni più pericolose, con basso livello di educazione sanitaria e fortemente “motivato” all’accettazione del rischio. Ciò porta a ritenere che esista un problema concreto di sanità pubblica: l’esigenza di tutelare maggiormente i lavoratori del settore delle produzioni zootecniche in generale ed i macellatori in particolare nei confronti del rischio biologico, soprattutto da agenti di zoonosi, e la necessità di colmare le incertezze tecniche esistenti in materia. Questi sono compiti giuridicamente e tecnicamente tipici dei Servizi pubblici di prevenzione, la cui efficienza ed efficacia operative non possono prescindere dal miglioramento della collaborazione inter-professionale, in particolare tra medici e veterinari.
Battelli G., Ghinzelli M. (2008). Il rischio biologico nella macellazione delle carni rosse. BOLOGNA : Avenue media.
Il rischio biologico nella macellazione delle carni rosse
BATTELLI, GIORGIO;
2008
Abstract
Dopo un'introduzione sulla legislazione italiana riguardante le malattie occupazionali ed i rischi biologici nei settori dell'allevamento e delle attività correlate, un particolare riferimento viene dato al rischio biologico connesso alle attività di macellazione delle carni rosse. Vengono affrontati i seguenti argomenti: (i) le zoonosi occupazionali dei macellatori; (ii) i pericoli ed i rischi; (iii) gli studi epidemiologici condotti in Italia (alcuni esempi); (iv) l'individuazione degli agenti biologici presenti; (v) l'esposizione agli agenti biologici; (vi) le misure preventive di carattere generale. Negli ultimi decenni, in Italia, sono migliorate le condizioni sanitarie del bestiame allevato, nonchè le condizioni e l’igiene del lavoro nei mattatoi (e negli allevamenti), soprattutto per la necessità di rispettare la normativa sull’igiene delle carni. Nonostante questo, alcuni elementi inducono a ritenere che il rischio di esposizione rimanga elevato. Tra questi vanno ricordati: (i) le particolari condizioni ambientali e di lavoro nei macelli e negli impianti di trattamento dei sottoprodotti; (ii) il contatto continuo con animali vivi, organi e prodotti biologici; (iii) la tipologia degli interventi e delle mansioni da effettuare che limita l’uso dei dispositivi di protezione individuale; (iv) la scarsa formazione e la difficoltà di percepire il rischio biologico da parte degli addetti; (v) la sempre maggiore presenza di personale immigrato, addetto alle mansioni più pericolose, con basso livello di educazione sanitaria e fortemente “motivato” all’accettazione del rischio. Ciò porta a ritenere che esista un problema concreto di sanità pubblica: l’esigenza di tutelare maggiormente i lavoratori del settore delle produzioni zootecniche in generale ed i macellatori in particolare nei confronti del rischio biologico, soprattutto da agenti di zoonosi, e la necessità di colmare le incertezze tecniche esistenti in materia. Questi sono compiti giuridicamente e tecnicamente tipici dei Servizi pubblici di prevenzione, la cui efficienza ed efficacia operative non possono prescindere dal miglioramento della collaborazione inter-professionale, in particolare tra medici e veterinari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.