Oggetto del contributo è l’attività d’interpretariato e di mediazione linguistica che coinvolge due alunne cinesi, in una classe IV elementare, durante la lezione, su alcuni segmenti dei contenuti disciplinari che l’insegnante va simultaneamente spiegando. Non solo di traduzione si tratta, ma anche di un’interazione educativa tra pari, di un dialogo peer teaching condotto nella comune lingua nativa, come esito di una modalità traduttiva assimilabile a uno chuchotage. La qualità singolare di questa traduzione sussurrata è che si realizza nei banchi, per opera di una bambina di nove anni e a beneficio di una sua (quasi)coetanea. Il fenomeno linguistico e sociale del quale si dà conto empiricamente si inscrive nel quadro dei fatti linguistici significativi correlati all’immigrazione ed è rilevabile da tempo a scuola, così come in svariati domini sociali e istituzionali. Denominato child language brokering, configura una pratica comunicativa, educativa e relazionale tutt’altro che sporadica, le cui caratteristiche presentano implicazioni a vari livelli (linguistico, cognitivo, psicologico, sociologico). Partendo da questa prospettiva, nel contributo si analizzano alcune sequenze di dialogo autentico tra le due alunne cinesi, con la finalità di descrivere il tipo di parlato che sviluppano durante l’attività traduttiva legata alle conoscenze scolastiche. L’analisi consente di precisare il significato dell’attributo che, già nel titolo, qualifica come costruttive le interazioni in esame e le ricadute pratiche per l’educazione linguistica, nonché le implicazioni per lo studio della classe plurilingue.

Tradurre per la compagna di banco: child language brokering e interazioni costruttive nella classe plurilingue

PUGLIESE, ROSA
2017

Abstract

Oggetto del contributo è l’attività d’interpretariato e di mediazione linguistica che coinvolge due alunne cinesi, in una classe IV elementare, durante la lezione, su alcuni segmenti dei contenuti disciplinari che l’insegnante va simultaneamente spiegando. Non solo di traduzione si tratta, ma anche di un’interazione educativa tra pari, di un dialogo peer teaching condotto nella comune lingua nativa, come esito di una modalità traduttiva assimilabile a uno chuchotage. La qualità singolare di questa traduzione sussurrata è che si realizza nei banchi, per opera di una bambina di nove anni e a beneficio di una sua (quasi)coetanea. Il fenomeno linguistico e sociale del quale si dà conto empiricamente si inscrive nel quadro dei fatti linguistici significativi correlati all’immigrazione ed è rilevabile da tempo a scuola, così come in svariati domini sociali e istituzionali. Denominato child language brokering, configura una pratica comunicativa, educativa e relazionale tutt’altro che sporadica, le cui caratteristiche presentano implicazioni a vari livelli (linguistico, cognitivo, psicologico, sociologico). Partendo da questa prospettiva, nel contributo si analizzano alcune sequenze di dialogo autentico tra le due alunne cinesi, con la finalità di descrivere il tipo di parlato che sviluppano durante l’attività traduttiva legata alle conoscenze scolastiche. L’analisi consente di precisare il significato dell’attributo che, già nel titolo, qualifica come costruttive le interazioni in esame e le ricadute pratiche per l’educazione linguistica, nonché le implicazioni per lo studio della classe plurilingue.
2017
Educazione linguistica in classi multietniche, Atti dei workshop di Udine e Malta (2014)
63
86
Pugliese, Rosa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/600030
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