a cura di Silvia Grandi nell’ambito del progetto +Praxi/+Atti dei Deadbeat Escapement come parte delle celebrazioni per i 130 anni del Quotidiano del Peloponneso opening venerdì 2 settembre, dalle h. 21.00 Agora Argiri, Agiou Andreou 12, Patrasso, Grecia 2 - 6 settembre 2016 Questa rassegna intende fornire una sintetica ricognizione e una riflessione sullo stato attuale della video arte italiana, proponendo appunto cinque Visual Paths/Percorsi visivi che rappresentano in modo esemplare altrettante modalità espressive del linguaggio video contemporaneo. Le opere dei cinque artisti selezionati provengono dall’Archivio di Videoart Yearbook. L’annuario della video arte italiana - un progetto di ricerca nato nel 2006 presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna di cui è attualmente responsabile Silvia Grandi – e testimoniano la notevole evoluzione della pratica video artistica nell’ultimo decennio: grazie alla diffusione sempre più ampia dei software digitali la video arte si connota sempre più come il mezzo privilegiato dagli artisti per ampliare il loro approccio al mondo esistente e contemporaneamente ai territori del fantastico e del surreale. I cinque “percorsi visivi” proposti sono una sintesi dei lavori più rappresentativi di ogni artista, ma sono anche altrettanti modi di raccontare e reinterpretare situazioni, problematiche e mondi visti da diverse angolazioni e con modalità espressive e tecniche differenti: l’animazione in stop motion e l’elaborazione digitale dell’immagine di Basmati Film (Audrey Coïaniz, Saul Saguatti); le atmosfere bloccate e rarefatte, le inquadrature studiate come tableaux vivant che fanno immergere in nuovi mondi di Marcantonio Lunardi; l’attenzione alle dinamiche delle relazioni interpersonali e le interazioni socio-antropologiche di Christian Niccoli; le messe in scena installative e il design studiato nei minimi particolari che fa da sfondo ai corpi-oggetto assunti di volta in volta da Giovanna Ricotta nelle performance; e, infine, le studiate atmosfere filmiche in cui si svolgono le azioni paradossali o le situazioni para-surreali di Debora Vrizzi.
VISUAL PATHS in Italian Videoart/PERCORSI VISIVI nella Video arte italiana
GRANDI, SILVIA
2016
Abstract
a cura di Silvia Grandi nell’ambito del progetto +Praxi/+Atti dei Deadbeat Escapement come parte delle celebrazioni per i 130 anni del Quotidiano del Peloponneso opening venerdì 2 settembre, dalle h. 21.00 Agora Argiri, Agiou Andreou 12, Patrasso, Grecia 2 - 6 settembre 2016 Questa rassegna intende fornire una sintetica ricognizione e una riflessione sullo stato attuale della video arte italiana, proponendo appunto cinque Visual Paths/Percorsi visivi che rappresentano in modo esemplare altrettante modalità espressive del linguaggio video contemporaneo. Le opere dei cinque artisti selezionati provengono dall’Archivio di Videoart Yearbook. L’annuario della video arte italiana - un progetto di ricerca nato nel 2006 presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna di cui è attualmente responsabile Silvia Grandi – e testimoniano la notevole evoluzione della pratica video artistica nell’ultimo decennio: grazie alla diffusione sempre più ampia dei software digitali la video arte si connota sempre più come il mezzo privilegiato dagli artisti per ampliare il loro approccio al mondo esistente e contemporaneamente ai territori del fantastico e del surreale. I cinque “percorsi visivi” proposti sono una sintesi dei lavori più rappresentativi di ogni artista, ma sono anche altrettanti modi di raccontare e reinterpretare situazioni, problematiche e mondi visti da diverse angolazioni e con modalità espressive e tecniche differenti: l’animazione in stop motion e l’elaborazione digitale dell’immagine di Basmati Film (Audrey Coïaniz, Saul Saguatti); le atmosfere bloccate e rarefatte, le inquadrature studiate come tableaux vivant che fanno immergere in nuovi mondi di Marcantonio Lunardi; l’attenzione alle dinamiche delle relazioni interpersonali e le interazioni socio-antropologiche di Christian Niccoli; le messe in scena installative e il design studiato nei minimi particolari che fa da sfondo ai corpi-oggetto assunti di volta in volta da Giovanna Ricotta nelle performance; e, infine, le studiate atmosfere filmiche in cui si svolgono le azioni paradossali o le situazioni para-surreali di Debora Vrizzi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.