Il titolo di questo numero – Intorno a Shakespeare: dialoghi contemporanei – si riferisce a Shakespeare nostro contemporaneo del polacco Jan Kott (trad. it. 1964). Non si tratta di una semplice assonanza. Se confrontati a questo fondamentale studio, edito nel 1961, i saggi e i documenti qui raccolti mostrano come nell'arco di quasi settanta anni i rapporti fra Shakespeare e la contemporaneità si siano profondamente trasformati, ma non allentati. Per comprendere l'entità del mutamento, è essenziale considerare che, oggi, la comunicazione fra Shakespeare e l'uomo contemporaneo non è principalmente veicolata dal teatro shakespeariano, ma da un composito complesso di elementi, che, accanto agli allestimenti drammatici, include quanto le opere del Bardo hanno disseminato e raccolto sia confrontandosi con l'immaginario collettivo che incuneandosi nel vissuto individuale attraverso diversificate pratiche di lettura: mentali, condivise, commentate, comparative, recitative, allegoriche, allusive, segrete... Il modello performativo, la performance pop, la reificazione iconica dei connotati visivi e verbali (il teschio e l'«essere o non essere» di Amleto), gli archetipi sopravvissuti alla dimenticanza dei loro modelli letterari, le citazioni disseminate nei film, nelle pubblicità e nei format televisivi (si veda qui l'incompiuto e sapiente Catalogo di Mariangela Tempera), e, last but not least, le pratiche di lettura di cui si diceva, sono, nel complesso, strutture e tessere d'un inesauribile mosaico. Un reticolo che descrive il rapporto fra Shakespeare e un mondo contemporaneo che, ora, espone in scena l'incessante dialogo con il grande elisabettiano, ora, invece, deriva dalle innumerevoli proliferazioni shakespeariane tracce, dettagli, intuizioni, germi da sviluppare o congelare allo stato di frammento. Dividere troppo decisamente queste fondanti tensioni creative sarebbe fuorviante, poiché agli occhi dell'uomo contemporaneo “Shakespeare” non è solo un drammaturgo, ma anche – e, per molti, “soprattutto” – un'impersonale e plurale presenza sedimentata da miriadi di «evocazioni in forma d'eco»
Intorno a Shakespeare: dialoghi contemporanei
GUCCINI, GERARDO
2016
Abstract
Il titolo di questo numero – Intorno a Shakespeare: dialoghi contemporanei – si riferisce a Shakespeare nostro contemporaneo del polacco Jan Kott (trad. it. 1964). Non si tratta di una semplice assonanza. Se confrontati a questo fondamentale studio, edito nel 1961, i saggi e i documenti qui raccolti mostrano come nell'arco di quasi settanta anni i rapporti fra Shakespeare e la contemporaneità si siano profondamente trasformati, ma non allentati. Per comprendere l'entità del mutamento, è essenziale considerare che, oggi, la comunicazione fra Shakespeare e l'uomo contemporaneo non è principalmente veicolata dal teatro shakespeariano, ma da un composito complesso di elementi, che, accanto agli allestimenti drammatici, include quanto le opere del Bardo hanno disseminato e raccolto sia confrontandosi con l'immaginario collettivo che incuneandosi nel vissuto individuale attraverso diversificate pratiche di lettura: mentali, condivise, commentate, comparative, recitative, allegoriche, allusive, segrete... Il modello performativo, la performance pop, la reificazione iconica dei connotati visivi e verbali (il teschio e l'«essere o non essere» di Amleto), gli archetipi sopravvissuti alla dimenticanza dei loro modelli letterari, le citazioni disseminate nei film, nelle pubblicità e nei format televisivi (si veda qui l'incompiuto e sapiente Catalogo di Mariangela Tempera), e, last but not least, le pratiche di lettura di cui si diceva, sono, nel complesso, strutture e tessere d'un inesauribile mosaico. Un reticolo che descrive il rapporto fra Shakespeare e un mondo contemporaneo che, ora, espone in scena l'incessante dialogo con il grande elisabettiano, ora, invece, deriva dalle innumerevoli proliferazioni shakespeariane tracce, dettagli, intuizioni, germi da sviluppare o congelare allo stato di frammento. Dividere troppo decisamente queste fondanti tensioni creative sarebbe fuorviante, poiché agli occhi dell'uomo contemporaneo “Shakespeare” non è solo un drammaturgo, ma anche – e, per molti, “soprattutto” – un'impersonale e plurale presenza sedimentata da miriadi di «evocazioni in forma d'eco»I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.