Fra tardo medioevo e prima età moderna le città italiane furono protagoniste di una stagione di grande trasformazione e innovazione nell'ambito del credito su pegno con la istituzione dei Monti di pietà, finalizzati a facilitare l’accesso al credito delle fasce deboli e intermedie della popolazione urbana, i cosiddetti pauperes pinguiores. L’esito fu la creazione di quella che Hermann van der Wee ha definito “una forma di credito al consumo socialmente responsabile” Costi di transazione e remunerazione del capitale erano drasticamente abbattuti, lasciando solo una elemosina (il cosiddetto denarino per lira, pari al 5% annuo), peraltro giustificata non come interesse ma come rimborso alle spese di gestione. Al centro dell’operazione c’era un uso positivo e socialmente vivificante del denaro, contrapposto ad uno negativo e antisociale. Alla radice c’era una matrice etico-economica innovativa - che rinviava al lungo apostolato francescano fra i meno abbienti e al pensiero economico di Pietro di Giovanni Olivi e di San Bernardino da Siena – e che si proponeva di dare esiti pratici al precetto evangelico del mutuum date nihil inde sperantes coniugando le ragioni della carità agli imperativi della sostenibilità economica
Carboni, M. (2017). Fra etica e affari. Un nuovo modello di credito su pegno: i Monti di pietà. Milano : Franco Angeli.
Fra etica e affari. Un nuovo modello di credito su pegno: i Monti di pietà
CARBONI, MAURO
2017
Abstract
Fra tardo medioevo e prima età moderna le città italiane furono protagoniste di una stagione di grande trasformazione e innovazione nell'ambito del credito su pegno con la istituzione dei Monti di pietà, finalizzati a facilitare l’accesso al credito delle fasce deboli e intermedie della popolazione urbana, i cosiddetti pauperes pinguiores. L’esito fu la creazione di quella che Hermann van der Wee ha definito “una forma di credito al consumo socialmente responsabile” Costi di transazione e remunerazione del capitale erano drasticamente abbattuti, lasciando solo una elemosina (il cosiddetto denarino per lira, pari al 5% annuo), peraltro giustificata non come interesse ma come rimborso alle spese di gestione. Al centro dell’operazione c’era un uso positivo e socialmente vivificante del denaro, contrapposto ad uno negativo e antisociale. Alla radice c’era una matrice etico-economica innovativa - che rinviava al lungo apostolato francescano fra i meno abbienti e al pensiero economico di Pietro di Giovanni Olivi e di San Bernardino da Siena – e che si proponeva di dare esiti pratici al precetto evangelico del mutuum date nihil inde sperantes coniugando le ragioni della carità agli imperativi della sostenibilità economicaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.