L’Europa ha una speranza? A questa domanda, che ci poniamo da anni, improvvisamente è apparso un primo accenno di risposta. Fra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2015 migliaia di migranti hanno attraversato Macedonia e Serbia per arrivare alle soglie di quell’Europa centrale che fino a quel momento, al riparo della Convenzione di Dublino del 2013, lasciava che Grecia, Italia e Spagna se la cavassero da sole, obbligate com’erano a trattenere entro i propri confini i disperati che riuscivano a raggiungere le coste del Mediterraneo. Quando finalmente Berlino e Vienna li hanno visti da vicino, allora è riemersa dall’oblio e ha popolato discorsi e interviste quella fraternità che era diventata «la sorella povera di libertà e uguaglianza» (Carlo Petrini). Dai governi (non tutti) alle popolazioni (non tutte) si è levato un moto di solidarietà ; e in pochi giorni l’accoglienza dei rifugiati si è trasformata in obbligo morale e in impegno politico; a Monaco un gruppo di tedeschi ha accolto il treno dei profughi cantando l’Inno alla gioia.
La speranza dell'Europa
Rolando Dondarini;Giovanni Brizzi;Andrea Fassò
2016
Abstract
L’Europa ha una speranza? A questa domanda, che ci poniamo da anni, improvvisamente è apparso un primo accenno di risposta. Fra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2015 migliaia di migranti hanno attraversato Macedonia e Serbia per arrivare alle soglie di quell’Europa centrale che fino a quel momento, al riparo della Convenzione di Dublino del 2013, lasciava che Grecia, Italia e Spagna se la cavassero da sole, obbligate com’erano a trattenere entro i propri confini i disperati che riuscivano a raggiungere le coste del Mediterraneo. Quando finalmente Berlino e Vienna li hanno visti da vicino, allora è riemersa dall’oblio e ha popolato discorsi e interviste quella fraternità che era diventata «la sorella povera di libertà e uguaglianza» (Carlo Petrini). Dai governi (non tutti) alle popolazioni (non tutte) si è levato un moto di solidarietà ; e in pochi giorni l’accoglienza dei rifugiati si è trasformata in obbligo morale e in impegno politico; a Monaco un gruppo di tedeschi ha accolto il treno dei profughi cantando l’Inno alla gioia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.