Tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento i confini di tutta Europa si irrigidirono. Controllare i movimenti di merci e persone che li attraversavano, tanto da uno Paese all’altro, quanto all’interno di ciascuno di essi , divenne per i pubblici poteri una priorità. Lo stato si dotò di più efficaci apparati di vigilanza e impose ai sudditi di munirsi di documenti di riconoscimento che certificavano l’identità individuale dei loro titolari. Fu una novità epocale e sconvolgente, che impose nuovi codici di rapporto con le istituzioni ai tanti soggetti ( lavoratori stagionali, commercianti, religiosi, semplici viaggiatori, girovaghi ; uomini e donne) i quali erano tradizionalmente abituati a muoversi in relativa libertà da un luogo all’altro e a orientare la propria esistenza in base a mappe mentali che non coincidevano affatto con quelle tracciate dalle suddivisioni politico-amministrative esistenti. Nella penisola italiana questo mutamento cominciò a prodursi in coincidenza con l’invasione francese di fine Settecento e si intensificò tra età napoleonica e restaurazione. Immaginare la nazione significò dunque, in quei decenni, anche auspicare la più agevole fruibilità di spazi che si erano fatti più problematici da percorrere ; rivendicare le ragioni di una libertà di movimento che l’inedita invadenza dello stato burocratico nella vita individuale stava mettendo in forse; pensare, infine, a una nuova geografia, capace di ammorbidire gli ostacoli imposti tanto dalle frontiere “naturali” quanto da quelle artificiali. Dialogando con le suggestioni avanzate, su scala mondiale, da quanti invitano a una più intensa e consapevole valorizzazione della categoria dello spazio nello studio della storia ( spatial turn ), i saggi raccolti in questo volume offrono una prima ampia e documentata ricognizione relativa al caso italiano, proponendo un percorso che si snoda tra tutti i principali stati della penisola tra la metà del Settecento e l’unificazione nazionale.
Di Fiore, L., Meriggi, M. (2013). Movimenti e confini.Spazi mobili nell’Italia preunitaria. Roma : Viella.
Movimenti e confini.Spazi mobili nell’Italia preunitaria
DI FIORE, LAURA;
2013
Abstract
Tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento i confini di tutta Europa si irrigidirono. Controllare i movimenti di merci e persone che li attraversavano, tanto da uno Paese all’altro, quanto all’interno di ciascuno di essi , divenne per i pubblici poteri una priorità. Lo stato si dotò di più efficaci apparati di vigilanza e impose ai sudditi di munirsi di documenti di riconoscimento che certificavano l’identità individuale dei loro titolari. Fu una novità epocale e sconvolgente, che impose nuovi codici di rapporto con le istituzioni ai tanti soggetti ( lavoratori stagionali, commercianti, religiosi, semplici viaggiatori, girovaghi ; uomini e donne) i quali erano tradizionalmente abituati a muoversi in relativa libertà da un luogo all’altro e a orientare la propria esistenza in base a mappe mentali che non coincidevano affatto con quelle tracciate dalle suddivisioni politico-amministrative esistenti. Nella penisola italiana questo mutamento cominciò a prodursi in coincidenza con l’invasione francese di fine Settecento e si intensificò tra età napoleonica e restaurazione. Immaginare la nazione significò dunque, in quei decenni, anche auspicare la più agevole fruibilità di spazi che si erano fatti più problematici da percorrere ; rivendicare le ragioni di una libertà di movimento che l’inedita invadenza dello stato burocratico nella vita individuale stava mettendo in forse; pensare, infine, a una nuova geografia, capace di ammorbidire gli ostacoli imposti tanto dalle frontiere “naturali” quanto da quelle artificiali. Dialogando con le suggestioni avanzate, su scala mondiale, da quanti invitano a una più intensa e consapevole valorizzazione della categoria dello spazio nello studio della storia ( spatial turn ), i saggi raccolti in questo volume offrono una prima ampia e documentata ricognizione relativa al caso italiano, proponendo un percorso che si snoda tra tutti i principali stati della penisola tra la metà del Settecento e l’unificazione nazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.