L’opera prende in esame la pratica di quel tipo particolare di viaggio, il voluntourism (qui tradotto con“turismo di volontariato”) che porta individui che vivono nel Nord del mondo a viaggiare per conoscere persone e realtà sociali del Sud, nell’ottica di incontro con l’altro e di aiuto solidale. La prospettiva nella quale si pone il lavoro di ricerca è di indagare se e come questa pratica di volontariato - che si fa per il tramite di un viaggio verso destinazioni dense di immagini pre-istituite, di aspettative ideali e emozionali- influisca nella de-costruzione delle rappresentazioni dell’altro, riferendosi a quell’alterità incarnata nella figura del migrante globale proveniente da una tra quelle regioni del mondo che per un breve spazio di tempo questi viaggiatori della tarda modernità desiderano abitare. Il proposito è di cercare di comprendere se queste forme “alternative” di turismo riescano a produrre anche un “discorso alternativo sull’altrità” in grado di contrastare oggettivazioni sminuenti, e per contro di sostenere un riconoscimento sostanziale dell’alterità in grado di produrre una messa in discussione dello status quo. Una prospettiva presentata e discussa nei capitoli iniziali che offrono una a ricognizione teorica rispetto studi internazionali che si sono dedicati alla de-costruzione e allo svelamento del significato del viaggiare. Nei capitoli successivi, invece, vengono presentate delle riflessioni a partire da un percorso di ricerca microsociologico, caratterizzato dall’adozione di una prospettiva di analisi di impronta socio-costruttivista e interpretativa impiegata per rileggere i percorsi individuali di un gruppo di turisti volontari. Un campo denso di vecchi e nuovi ideologismi, di ambivalenze e allo stesso tempo di potenzialità trasformative che possono generarsi proprio, forse solo, se nell’esperire accade sia la sperimentazione di sé nell’alterità che l’incontro “sconvolgente” tra soggettività e alterità. Una indagine microsociale che guarda continuamente all’aspetto macro che contiene le pratiche individuali ma che contemporaneamente ne può essere (potenzialmente) ridefinito. Quali precondizioni e caratteristiche dell’esperienza di viaggio sono influenti in questa prospettiva? Quali vincoli, emozioni e rappresentazioni giocano nella conferma o nella trasformazione delle rappresentazioni sociali del sud del mondo, dell’alterità, della vita nella società occidentale della de-crescita?

Turisti, volontari, viaggiatori. Il volontariato internazionale estivo fra viaggio, esperienza di sé e relazione con l’alterità

GIUS, CHIARA
2017

Abstract

L’opera prende in esame la pratica di quel tipo particolare di viaggio, il voluntourism (qui tradotto con“turismo di volontariato”) che porta individui che vivono nel Nord del mondo a viaggiare per conoscere persone e realtà sociali del Sud, nell’ottica di incontro con l’altro e di aiuto solidale. La prospettiva nella quale si pone il lavoro di ricerca è di indagare se e come questa pratica di volontariato - che si fa per il tramite di un viaggio verso destinazioni dense di immagini pre-istituite, di aspettative ideali e emozionali- influisca nella de-costruzione delle rappresentazioni dell’altro, riferendosi a quell’alterità incarnata nella figura del migrante globale proveniente da una tra quelle regioni del mondo che per un breve spazio di tempo questi viaggiatori della tarda modernità desiderano abitare. Il proposito è di cercare di comprendere se queste forme “alternative” di turismo riescano a produrre anche un “discorso alternativo sull’altrità” in grado di contrastare oggettivazioni sminuenti, e per contro di sostenere un riconoscimento sostanziale dell’alterità in grado di produrre una messa in discussione dello status quo. Una prospettiva presentata e discussa nei capitoli iniziali che offrono una a ricognizione teorica rispetto studi internazionali che si sono dedicati alla de-costruzione e allo svelamento del significato del viaggiare. Nei capitoli successivi, invece, vengono presentate delle riflessioni a partire da un percorso di ricerca microsociologico, caratterizzato dall’adozione di una prospettiva di analisi di impronta socio-costruttivista e interpretativa impiegata per rileggere i percorsi individuali di un gruppo di turisti volontari. Un campo denso di vecchi e nuovi ideologismi, di ambivalenze e allo stesso tempo di potenzialità trasformative che possono generarsi proprio, forse solo, se nell’esperire accade sia la sperimentazione di sé nell’alterità che l’incontro “sconvolgente” tra soggettività e alterità. Una indagine microsociale che guarda continuamente all’aspetto macro che contiene le pratiche individuali ma che contemporaneamente ne può essere (potenzialmente) ridefinito. Quali precondizioni e caratteristiche dell’esperienza di viaggio sono influenti in questa prospettiva? Quali vincoli, emozioni e rappresentazioni giocano nella conferma o nella trasformazione delle rappresentazioni sociali del sud del mondo, dell’alterità, della vita nella società occidentale della de-crescita?
2017
159
978-88-6458-163-7
Chiara, Gius
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/597464
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