Nel 1800 Gioacchino Murat, re di Napoli, sposò Carolina, la sorella più giovane di Napoleone I. Da quest’unione nacquero quattro figli: Achille (1801), Letizia (1802), Luciano (1803) e Luisa (1805). Seguire le vite delle due figlie femmine, Letizia e Luisa, consente di ricostruire un percorso di “educazione al potere” in chiave femminile e generazionale. Trattandosi di biografie di donne vissute nella prima metà del XIX secolo, non è possibile parlare di un’aperta e diretta gestione del potere. Se si esclude il caso della regina Carolina, Letizia (da tutti soprannominata la “Regina di Bologna”) e Luisa condussero esistenze proprie di donne aristocratiche e lo spazio da loro direttamente vissuto fu quello del privato. Tuttavia, in ambito locale, queste due donne riuscirono a lasciare un’impronta in grado di determinare alcune scelte decisive, almeno per la stagione del Risorgimento, e trasmettere la stessa “passione” per la gestione della cosa pubblica alle figlie.
Musiani, E. (2015). « . . . Ieri fui avvilita e contenta d’esser donna che a essere un uomo mi sarei vergognata ». Educare al potere nella stagione del Risorgimento: le donne della famiglia Murat. Roma : Aracne.
« . . . Ieri fui avvilita e contenta d’esser donna che a essere un uomo mi sarei vergognata ». Educare al potere nella stagione del Risorgimento: le donne della famiglia Murat
MUSIANI, ELENA
2015
Abstract
Nel 1800 Gioacchino Murat, re di Napoli, sposò Carolina, la sorella più giovane di Napoleone I. Da quest’unione nacquero quattro figli: Achille (1801), Letizia (1802), Luciano (1803) e Luisa (1805). Seguire le vite delle due figlie femmine, Letizia e Luisa, consente di ricostruire un percorso di “educazione al potere” in chiave femminile e generazionale. Trattandosi di biografie di donne vissute nella prima metà del XIX secolo, non è possibile parlare di un’aperta e diretta gestione del potere. Se si esclude il caso della regina Carolina, Letizia (da tutti soprannominata la “Regina di Bologna”) e Luisa condussero esistenze proprie di donne aristocratiche e lo spazio da loro direttamente vissuto fu quello del privato. Tuttavia, in ambito locale, queste due donne riuscirono a lasciare un’impronta in grado di determinare alcune scelte decisive, almeno per la stagione del Risorgimento, e trasmettere la stessa “passione” per la gestione della cosa pubblica alle figlie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.