Una sistematica concettualizzazione dei sistemi ODG (osservazione-diagnosi-guida) riformulati secondo la sociologia relazionale, viene introdotta da Donati nel quinto capitolo di Teoria relazionale della società (201; 637) che apre la terza parte del volume e rappresenta un momento significativo di connessione tra la dimensione teorica e quella empirica, particolarmente rilevante per una disciplina teorico-pratica finalizzata all’intervento sociale. Ciò è vero soprattutto nell’ambito delle politiche sociali, in quanto pratiche che guidano i processi di riforma che la società rivolge verso se stessa. Come sostiene Donati: «I sistemi ODG sono risposte a situazioni di crisi. Una certa politica sociale è un intervento su uno stato di cose ritenuto insoddisfacente. Ogni intervento sociale, dunque, presuppone una definizione della situazione che contiene una valutazione. Il primo problema sociologico, quindi, non è quello se la sociologia debba – come scienza – essere neutrale o meno, ma sta nella sua capacità di distinguere fra conoscenza e valutazione (che c’è sempre) […] Per quanto riguarda gli interventi di benessere, la politica sociale dovrebbe cioè essere sviluppata come un sistema ODG capace di produrre: i) una osservazione consapevole dei paradossi dei sistemi di osservazione e adatta per trattarli; ii) una diagnosi che sia una descrizione adeguata del “problema sociale” su cui si intende intervenire; iii) un programma di intervento che si configuri come guida relazionale, capace di includere la implementazione e la valutazione di impatto come elementi costitutivi e non successivi al programma» (201; 642, 347-348, c.vi dell’Autore). In un saggio successivo (539), Donati colloca l’importanza dei sistemi ODG nell’ambito dell’analisi relazionale, ossia di un percorso di analisi sociologica che ha per oggetto lo studio dei fatti sociali come relazioni (e non soltanto delle relazioni tra i fatti sociali). Nello specifico, il quadro metodologico dell’analisi relazionale è strutturato come una sequenza di cinque regole: l’osservazione dei fatti sociali; la definizione del fatto osservato come relazione sociale; la costruzione della black box (o disegno della ricerca); l’analisi morfogenetica della black box e le indicazioni operative per l’intervento sociale (esprimibili appunto come sistemi di osservazione-diagnosi-guida relazionale). In sostanza, i sistemi ODG configurano dunque il senso specifico della quinta regola dell’analisi relazionale, che sta nella capacità della ricerca sociologica di fornire un supporto agli interventi sociali che possono così modificare il contesto nell’ambito del quale le relazioni si rigenerano. Come afferma Donati: «Questa sequenza, detta sistema ODG, consente al sociologo di passare dal piano conoscitivo (sapere perché avvengono i fenomeni) al piano operativo (come intervenire per risolvere i problemi sociali), che è quello di applicazione professionale alla sociologia. I sistemi ODG sono la versione specifica che la teoria relazionale offre al lavoro sociologico che consiste nel produrre conoscenza-e-intervento insieme, e che si chiama action research (ricerca-azione)» (539, 228; 739, 107-108, c.vi dell’Autore). In seguito, la rilevanza dei sistemi ODG viene richiamata anche in pubblicazioni più recenti, in particolare quelle orientate a connettere la dimensione teorica della riflessione sociologica sul concetto di relazione con le prospettive empiriche ed applicative finalizzate all’intervento su specifici fenomeni sociali (intesi appunto come relazioni). I sistemi ODG confermano la propria rilevanza a partire dalla costruzione del disegno della ricerca, in conformità con la caratteristica fondamentale della sociologia come disciplina teorico/pratica. Come sostiene Donati: «L’analisi sociologica che intende avere una ricaduta operativa in termini di modificazione di uno stato di cose nella società è detta ricerca finalizzata. Essa deve adottare fin dall’inizio un’impostazione (disegno di ricerca) orientata all’intervento per risolvere un determinato problema sociale. Ciò significa adottare un modo di fare ricerca che mette in sequenza riflessiva tre operazioni: l’osservazione relazionale (O), la diagnosi relazionale (D) e la guida relazionale (G). Per osservazione relazionale si intende la capacità di tradurre un fatto sociale in una relazione che fa problema. Nel caso di una ricerca finalizzata all’intervento, si assume che l’osservazione relazionale osservi il problema sociale come stato di cose generato da determinate relazioni che sono potenzialmente modificabili. Per diagnosi relazionale si intende l’introduzione, nello stato di cose (come relazione) osservato, della distinzione tra “normale” e “deviante”, ovvero “soddisfacente” e “insoddisfacente”, “fisiologico” o “patologico”. Queste distinzioni sono ovviamente delle elaborazioni culturali. La distinzione può essere dell’osservatore, degli attori in gioco, o di una terza parte. Per guida relazionale si intende l’intervento sociale che mira a cambiare uno stato di cose […] attraverso la modificazione delle relazioni che lo originano, cioè progettando un processo morfogenetico che produca un mutamento del contesto relazionale così da realizzare uno stato di cose più normale/soddisfacente/fisiologico di quello osservato in un certo momento» (739, 107-108).

Sistemi ODG / Martignani, Luca. - STAMPA. - (2016), pp. 283-287.

Sistemi ODG

MARTIGNANI, LUCA
2016

Abstract

Una sistematica concettualizzazione dei sistemi ODG (osservazione-diagnosi-guida) riformulati secondo la sociologia relazionale, viene introdotta da Donati nel quinto capitolo di Teoria relazionale della società (201; 637) che apre la terza parte del volume e rappresenta un momento significativo di connessione tra la dimensione teorica e quella empirica, particolarmente rilevante per una disciplina teorico-pratica finalizzata all’intervento sociale. Ciò è vero soprattutto nell’ambito delle politiche sociali, in quanto pratiche che guidano i processi di riforma che la società rivolge verso se stessa. Come sostiene Donati: «I sistemi ODG sono risposte a situazioni di crisi. Una certa politica sociale è un intervento su uno stato di cose ritenuto insoddisfacente. Ogni intervento sociale, dunque, presuppone una definizione della situazione che contiene una valutazione. Il primo problema sociologico, quindi, non è quello se la sociologia debba – come scienza – essere neutrale o meno, ma sta nella sua capacità di distinguere fra conoscenza e valutazione (che c’è sempre) […] Per quanto riguarda gli interventi di benessere, la politica sociale dovrebbe cioè essere sviluppata come un sistema ODG capace di produrre: i) una osservazione consapevole dei paradossi dei sistemi di osservazione e adatta per trattarli; ii) una diagnosi che sia una descrizione adeguata del “problema sociale” su cui si intende intervenire; iii) un programma di intervento che si configuri come guida relazionale, capace di includere la implementazione e la valutazione di impatto come elementi costitutivi e non successivi al programma» (201; 642, 347-348, c.vi dell’Autore). In un saggio successivo (539), Donati colloca l’importanza dei sistemi ODG nell’ambito dell’analisi relazionale, ossia di un percorso di analisi sociologica che ha per oggetto lo studio dei fatti sociali come relazioni (e non soltanto delle relazioni tra i fatti sociali). Nello specifico, il quadro metodologico dell’analisi relazionale è strutturato come una sequenza di cinque regole: l’osservazione dei fatti sociali; la definizione del fatto osservato come relazione sociale; la costruzione della black box (o disegno della ricerca); l’analisi morfogenetica della black box e le indicazioni operative per l’intervento sociale (esprimibili appunto come sistemi di osservazione-diagnosi-guida relazionale). In sostanza, i sistemi ODG configurano dunque il senso specifico della quinta regola dell’analisi relazionale, che sta nella capacità della ricerca sociologica di fornire un supporto agli interventi sociali che possono così modificare il contesto nell’ambito del quale le relazioni si rigenerano. Come afferma Donati: «Questa sequenza, detta sistema ODG, consente al sociologo di passare dal piano conoscitivo (sapere perché avvengono i fenomeni) al piano operativo (come intervenire per risolvere i problemi sociali), che è quello di applicazione professionale alla sociologia. I sistemi ODG sono la versione specifica che la teoria relazionale offre al lavoro sociologico che consiste nel produrre conoscenza-e-intervento insieme, e che si chiama action research (ricerca-azione)» (539, 228; 739, 107-108, c.vi dell’Autore). In seguito, la rilevanza dei sistemi ODG viene richiamata anche in pubblicazioni più recenti, in particolare quelle orientate a connettere la dimensione teorica della riflessione sociologica sul concetto di relazione con le prospettive empiriche ed applicative finalizzate all’intervento su specifici fenomeni sociali (intesi appunto come relazioni). I sistemi ODG confermano la propria rilevanza a partire dalla costruzione del disegno della ricerca, in conformità con la caratteristica fondamentale della sociologia come disciplina teorico/pratica. Come sostiene Donati: «L’analisi sociologica che intende avere una ricaduta operativa in termini di modificazione di uno stato di cose nella società è detta ricerca finalizzata. Essa deve adottare fin dall’inizio un’impostazione (disegno di ricerca) orientata all’intervento per risolvere un determinato problema sociale. Ciò significa adottare un modo di fare ricerca che mette in sequenza riflessiva tre operazioni: l’osservazione relazionale (O), la diagnosi relazionale (D) e la guida relazionale (G). Per osservazione relazionale si intende la capacità di tradurre un fatto sociale in una relazione che fa problema. Nel caso di una ricerca finalizzata all’intervento, si assume che l’osservazione relazionale osservi il problema sociale come stato di cose generato da determinate relazioni che sono potenzialmente modificabili. Per diagnosi relazionale si intende l’introduzione, nello stato di cose (come relazione) osservato, della distinzione tra “normale” e “deviante”, ovvero “soddisfacente” e “insoddisfacente”, “fisiologico” o “patologico”. Queste distinzioni sono ovviamente delle elaborazioni culturali. La distinzione può essere dell’osservatore, degli attori in gioco, o di una terza parte. Per guida relazionale si intende l’intervento sociale che mira a cambiare uno stato di cose […] attraverso la modificazione delle relazioni che lo originano, cioè progettando un processo morfogenetico che produca un mutamento del contesto relazionale così da realizzare uno stato di cose più normale/soddisfacente/fisiologico di quello osservato in un certo momento» (739, 107-108).
2016
Lessico della sociologia relazionale
283
287
Sistemi ODG / Martignani, Luca. - STAMPA. - (2016), pp. 283-287.
Martignani, Luca
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