Nel contesto sociale dell’epoca globale contemporanea emergono nuovi problemi di regolazione, nuovi rischi sociali e nuovi attori, la cui richiesta di coinvolgimento nei processi decisionali e gestionali afferenti la cosa pubblica implica il passaggio dal governo politico (basato sui presupposti del comando e del controllo) a un criterio operativo capace di ridisegnare i poteri dei diversi attori coinvolti ai vari livelli territoriali. È in quest’ottica che la governance sociale viene intesa come principio sociale e non meramente politico: «Governare la globalizzazione è diventato l’imperativo politicamente più rilevante del secolo XXI. Ciò che è in gioco è l’ordine sociale a tutti i livelli, dalle sfere più piccole […] a quelle più grandi […] Tutti si chiedono se esista, e se sì quale possa essere, il principio su cui fondare la governance dei sistemi societari e delle reti infra e inter-nazionali, una volta che si constati che i vecchi princìpi sono caduti o comunque non riescno a governare le nuove situazioni e le strutture relazionali emergenti» (746, cap. 8, 241). Qui ha luogo – in altre parole – il passaggio da government a governance, un processo di morfogenesi sociale che interviene sui principi di regolazione della società, che sempre meno possono essere rappresentati dal compromesso moderno tra Stato e Mercato (soluzioni di tipo lib/lab). La teoria relazionale sostiene piuttosto una governance orientata/guidata dal principio di sussidiarietà. Ecco come Donati connette quest’ultimo principio con il tema della governance: «Nascono perciò nuove proposte di governo della globalizzazione. Ma pochi sono quelli che trattano il tema prendendo in considerazione il principio di sussidiarietà. Eppure è a questo principio che un numero crescente di individui e istituzioni nazionali e internazionali guarda come criterio-guida per una nuova governance mondiale» (746, 243). E ancora: «La sociologia relazionale propone una riformulazione del principio della sussidiarietà che coniuga l’interpretazione oggi prevalente come principio regolatore del corretto esercizio delle competenze (criterio funzionale) con una interpretazione sociologica (societaria) che lo definisce come relazione valida per costituzionalizzare una sfera pubblica organizzata civilmente (criterio sovrafunzionale) […] Queste due modalità di semantizzare la sussidiarietà (come divisione funzionale dei compiti e come qualità relazionale della sfera pubblica) debbono essere correlate fra loro. Si può mostrare che esse possono essere coniugate in un modello societario che intende la governance della globalizzazione come costituzionalizzazione delle sfere private» (746, 243-245). Intendere correttamente il principio di come il criterio in base al quale guidare la governance sociale nella società globale rappresenta inoltre una condizione essenziale per ripensare il complesso della cittadinanza, che da concetto politico-statuale assume una valenza societaria, poiché diritti e doveri sociali si esercitano (e vengono attribuiti) sempre di più nell’ambito di sfere differenziate: «L’idea che il mondo possa realizzare una global governance correlata ad una global citizenship è una nobile aspirazione, certamente condivisibile. […] A mio avviso, il principio di sussidiarietà può rispondere a questa esigenza. […] La differenza giace precisamente nel fatto che la governance sussidiaria si regge su una diversa modalità di relazionare istituzioni sistemiche e società civile. […] La governance politica vale e si applica nel sistema politico. La governance sociale vale e si applica alla società civile composta di regimi privati. […] La globalizzazione richiede una costituzionalizzazione delle sfere private, cioè la costruzione di un ordine sociale basato sul complesso di regole adatte all’auto-governo delle formazioni sociali che si autocostituzionalizzano, le quali formano la nuova società civile mondiale. […] La globalizzazione impone una re-entry della distinzione integrazione sistemica/integrazione sociale sia dentro il sistema politico sia dentro la società civile mondiale. Questo è precisamente il compito del principio di sussidiarietà» (746, 276-278).

Governance sociale

MARTIGNANI, LUCA
2016

Abstract

Nel contesto sociale dell’epoca globale contemporanea emergono nuovi problemi di regolazione, nuovi rischi sociali e nuovi attori, la cui richiesta di coinvolgimento nei processi decisionali e gestionali afferenti la cosa pubblica implica il passaggio dal governo politico (basato sui presupposti del comando e del controllo) a un criterio operativo capace di ridisegnare i poteri dei diversi attori coinvolti ai vari livelli territoriali. È in quest’ottica che la governance sociale viene intesa come principio sociale e non meramente politico: «Governare la globalizzazione è diventato l’imperativo politicamente più rilevante del secolo XXI. Ciò che è in gioco è l’ordine sociale a tutti i livelli, dalle sfere più piccole […] a quelle più grandi […] Tutti si chiedono se esista, e se sì quale possa essere, il principio su cui fondare la governance dei sistemi societari e delle reti infra e inter-nazionali, una volta che si constati che i vecchi princìpi sono caduti o comunque non riescno a governare le nuove situazioni e le strutture relazionali emergenti» (746, cap. 8, 241). Qui ha luogo – in altre parole – il passaggio da government a governance, un processo di morfogenesi sociale che interviene sui principi di regolazione della società, che sempre meno possono essere rappresentati dal compromesso moderno tra Stato e Mercato (soluzioni di tipo lib/lab). La teoria relazionale sostiene piuttosto una governance orientata/guidata dal principio di sussidiarietà. Ecco come Donati connette quest’ultimo principio con il tema della governance: «Nascono perciò nuove proposte di governo della globalizzazione. Ma pochi sono quelli che trattano il tema prendendo in considerazione il principio di sussidiarietà. Eppure è a questo principio che un numero crescente di individui e istituzioni nazionali e internazionali guarda come criterio-guida per una nuova governance mondiale» (746, 243). E ancora: «La sociologia relazionale propone una riformulazione del principio della sussidiarietà che coniuga l’interpretazione oggi prevalente come principio regolatore del corretto esercizio delle competenze (criterio funzionale) con una interpretazione sociologica (societaria) che lo definisce come relazione valida per costituzionalizzare una sfera pubblica organizzata civilmente (criterio sovrafunzionale) […] Queste due modalità di semantizzare la sussidiarietà (come divisione funzionale dei compiti e come qualità relazionale della sfera pubblica) debbono essere correlate fra loro. Si può mostrare che esse possono essere coniugate in un modello societario che intende la governance della globalizzazione come costituzionalizzazione delle sfere private» (746, 243-245). Intendere correttamente il principio di come il criterio in base al quale guidare la governance sociale nella società globale rappresenta inoltre una condizione essenziale per ripensare il complesso della cittadinanza, che da concetto politico-statuale assume una valenza societaria, poiché diritti e doveri sociali si esercitano (e vengono attribuiti) sempre di più nell’ambito di sfere differenziate: «L’idea che il mondo possa realizzare una global governance correlata ad una global citizenship è una nobile aspirazione, certamente condivisibile. […] A mio avviso, il principio di sussidiarietà può rispondere a questa esigenza. […] La differenza giace precisamente nel fatto che la governance sussidiaria si regge su una diversa modalità di relazionare istituzioni sistemiche e società civile. […] La governance politica vale e si applica nel sistema politico. La governance sociale vale e si applica alla società civile composta di regimi privati. […] La globalizzazione richiede una costituzionalizzazione delle sfere private, cioè la costruzione di un ordine sociale basato sul complesso di regole adatte all’auto-governo delle formazioni sociali che si autocostituzionalizzano, le quali formano la nuova società civile mondiale. […] La globalizzazione impone una re-entry della distinzione integrazione sistemica/integrazione sociale sia dentro il sistema politico sia dentro la società civile mondiale. Questo è precisamente il compito del principio di sussidiarietà» (746, 276-278).
2016
Lessico della sociologia relazionale
117
121
Martignani, Luca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/596679
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