Lo studio costituisce la conclusione dell’indagine avviata dall’autrice in Pittura a Ferrara nel primo Seicento. Arte, committenza e spiritualità (Ferrara, Edizioni Cartografica 2011). Mentre nel primo volume era stata delineata la fortunata e originale stagione di imprese artistiche ferraresi nel segno dello Scarsellino e di Carlo Bononi, la situazione del secondo Seicento appare caratterizzata dalla contrapposizione fra la corrente del naturalismo rappresentata da Giuseppe Avanzi, garante della tradizione locale e l’elegante classicismo importato in città da Maurelio Scannavini che aveva frequentato a lungo la bottega di Carlo Cignani. Accanto a loro si muovono figure come il comacchiese Cesare Mezzogori, volgarizzatore dell’idealismo reniano, l’originale Giacomo Parolini, capace di coniugare l’arte di Bologna e Venezia e un manipolo di maestranze provinciali e attardate che tuttavia riescono a soddisfare la richiesta di opere destinate ai luoghi pubblici. Sono gli anni in cui si diffonde la grande decorazione barocca eseguita da Francesco Ferrari e dalla sua équipe, che interessa gli edifici religiosi e i palazzi privati delle più prestigiose casate ferraresi. La ricerca intende restituire l’identità e l’avvicendarsi dei pittori, alcuni dei quali forestieri, attivi nel contesto cittadino, la cui facies artistica, a partire dalla fine del Settecento, verrà sistematicamente spogliata dei suoi capolavori e, in seguito, profondamente modificata dai danni bellici. A partire da questo ottavo numero della collana L’Occhio di Ulisse, si segnalano l’adeguamento del formato ad esigenze di praticità, una nuova veste grafica e l’inserimento di approfondimenti all’interno del testo. Le biografie degli autori, corredate di documenti e dipinti inediti, sono state attentamente ricostruite nella sezione intitolata "Dizionario dei pittori".
Ghelfi, B. (2016). La pittura a Ferrara nel secondo Seicento. Ferrara : Edizioni Cartografica.
La pittura a Ferrara nel secondo Seicento
GHELFI, BARBARA
2016
Abstract
Lo studio costituisce la conclusione dell’indagine avviata dall’autrice in Pittura a Ferrara nel primo Seicento. Arte, committenza e spiritualità (Ferrara, Edizioni Cartografica 2011). Mentre nel primo volume era stata delineata la fortunata e originale stagione di imprese artistiche ferraresi nel segno dello Scarsellino e di Carlo Bononi, la situazione del secondo Seicento appare caratterizzata dalla contrapposizione fra la corrente del naturalismo rappresentata da Giuseppe Avanzi, garante della tradizione locale e l’elegante classicismo importato in città da Maurelio Scannavini che aveva frequentato a lungo la bottega di Carlo Cignani. Accanto a loro si muovono figure come il comacchiese Cesare Mezzogori, volgarizzatore dell’idealismo reniano, l’originale Giacomo Parolini, capace di coniugare l’arte di Bologna e Venezia e un manipolo di maestranze provinciali e attardate che tuttavia riescono a soddisfare la richiesta di opere destinate ai luoghi pubblici. Sono gli anni in cui si diffonde la grande decorazione barocca eseguita da Francesco Ferrari e dalla sua équipe, che interessa gli edifici religiosi e i palazzi privati delle più prestigiose casate ferraresi. La ricerca intende restituire l’identità e l’avvicendarsi dei pittori, alcuni dei quali forestieri, attivi nel contesto cittadino, la cui facies artistica, a partire dalla fine del Settecento, verrà sistematicamente spogliata dei suoi capolavori e, in seguito, profondamente modificata dai danni bellici. A partire da questo ottavo numero della collana L’Occhio di Ulisse, si segnalano l’adeguamento del formato ad esigenze di praticità, una nuova veste grafica e l’inserimento di approfondimenti all’interno del testo. Le biografie degli autori, corredate di documenti e dipinti inediti, sono state attentamente ricostruite nella sezione intitolata "Dizionario dei pittori".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.