Le relazioni tra uso del suolo e gestione delle acque influenzano fortemente la eco-sostenibilità di un territorio. In particolare nella regione Emilia-Romagna il problema della gestione delle acque è complesso per la concomitante presenza sul territorio regionale di situazioni diverse e con problematiche coinvolgenti aspetti ambientali, economici e sociali con soluzioni spesso difficili e contrastanti. Si hanno infatti zone di pianura, fortemente agricole, densamente popolate con economia fiorente ma con problemi di eccessi idrici dovuti a falde freatiche superficiali, spesso con corpi d’acqua inquinati; d’altra parte si hanno zone di collina, con scarsa popolazione, dove il particolare assetto geomorfologico, il progressivo abbandono delle tecniche sistematorie, delle coperture vegetali naturali e rinaturalizzate, l’intensivazione delle pratiche agricole favoriscono processi di perdita di suolo e di conseguenza di fertilità e di qualità delle acque. Vi sono poi le zone costiere ove sono presenti ambienti lagunari, che rappresentano acque di transizione dalla terra al mare, ma il cui grande pregio naturalistico è fortemente minacciato dalle attività antropiche dell’entroterra e da insediamenti civili, industriali e portuali adiacenti. Lo scopo del progetto è quello di mettere in evidenza il diverso impatto sull’ambiente (in particolare sulla qualità delle acque) di quattro bacini che siano rappresentativi della pletora di scenari agronomici presenti nella nostra regione, monitorando dal punto di vista chimico-fisico (in particolare per i nitrati) ed ecologico le acque di drenaggio dai bacini stessi. I siti proposti sono quattro, di collina e di pianura, sia completamente agricoli che in parte naturali, in rappresentanza di situazioni tipiche: uno di collina (Ozzano dell’Emilia, BO, 300 ha), uno nella pianura bolognese (Argelato, 750 ha), uno nella pianura Ferrarese al di sotto del livello del mare (Valle Volta, circa 2000 ha) e uno rappresentativo delle aree umide prossime alla costa (Pialassa della Baiona, RA, 1100 ha). Si tratterebbe di caratterizzare le acque in ingresso/uscita dei vari siti dal punto di vista ecologico (es. sviluppo di alghe, indici tossicologici, etc.) in relazione all’uso del territorio, alla gestione agricola ed in dettaglio ai quantitativi di prodotti chimici distribuiti sull’intera superficie dei bacini scelti per la ricerca. Questo sarebbe possibile grazie all’expertise apportato dai componenti del gruppo, alcuni dei quali (sottogruppo Agraria) sono più specializzati nell’individuazione delle fonti agricole di inquinanti, altri (sottogruppo CIRSA) nella valutazione dell’impatto antropico negli ambienti acquatici. Ambedue i sottogruppi, come testimoniato dalle passate attività e dai CV dei partecipanti, hanno grande interesse alla partecipazione al progetto, per l’opportunità che si verrebbe a realizzare di mettere in relazione tra loro risultati di studi svolti, con metodiche analoghe, su diversi ambienti caratterizzanti il territorio della nostra regione. L’importanza di questo tipo di ricerche è legata alla definizione più precisa e più pragmatica di quei fattori che condizionano l’impatto dell’agricoltura sugli ambienti acquatici, mettendo in relazione il loro stato con il territorio in cui risiedono (Edwards et al., 2000).
P. Rossi, G. taglioli, F. Ventura, L. Pieri, M. Ventura, M. Vignudelli, et al. (2007). FLUSSI IDRICI E DI NUTRIENTI DALLA COLLINA ALLA COSTA. UNO STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DI ECOSISTEMI IN EMILIA-ROMAGNA - FINqUER.
FLUSSI IDRICI E DI NUTRIENTI DALLA COLLINA ALLA COSTA. UNO STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DI ECOSISTEMI IN EMILIA-ROMAGNA - FINqUER
ROSSI, PAOLA;TAGLIOLI, GIUSEPPE;VENTURA, FRANCESCA;PIERI, LINDA;VIGNUDELLI, MARCO;ABBIATI, MARCO;PONTI, MASSIMO;
2007
Abstract
Le relazioni tra uso del suolo e gestione delle acque influenzano fortemente la eco-sostenibilità di un territorio. In particolare nella regione Emilia-Romagna il problema della gestione delle acque è complesso per la concomitante presenza sul territorio regionale di situazioni diverse e con problematiche coinvolgenti aspetti ambientali, economici e sociali con soluzioni spesso difficili e contrastanti. Si hanno infatti zone di pianura, fortemente agricole, densamente popolate con economia fiorente ma con problemi di eccessi idrici dovuti a falde freatiche superficiali, spesso con corpi d’acqua inquinati; d’altra parte si hanno zone di collina, con scarsa popolazione, dove il particolare assetto geomorfologico, il progressivo abbandono delle tecniche sistematorie, delle coperture vegetali naturali e rinaturalizzate, l’intensivazione delle pratiche agricole favoriscono processi di perdita di suolo e di conseguenza di fertilità e di qualità delle acque. Vi sono poi le zone costiere ove sono presenti ambienti lagunari, che rappresentano acque di transizione dalla terra al mare, ma il cui grande pregio naturalistico è fortemente minacciato dalle attività antropiche dell’entroterra e da insediamenti civili, industriali e portuali adiacenti. Lo scopo del progetto è quello di mettere in evidenza il diverso impatto sull’ambiente (in particolare sulla qualità delle acque) di quattro bacini che siano rappresentativi della pletora di scenari agronomici presenti nella nostra regione, monitorando dal punto di vista chimico-fisico (in particolare per i nitrati) ed ecologico le acque di drenaggio dai bacini stessi. I siti proposti sono quattro, di collina e di pianura, sia completamente agricoli che in parte naturali, in rappresentanza di situazioni tipiche: uno di collina (Ozzano dell’Emilia, BO, 300 ha), uno nella pianura bolognese (Argelato, 750 ha), uno nella pianura Ferrarese al di sotto del livello del mare (Valle Volta, circa 2000 ha) e uno rappresentativo delle aree umide prossime alla costa (Pialassa della Baiona, RA, 1100 ha). Si tratterebbe di caratterizzare le acque in ingresso/uscita dei vari siti dal punto di vista ecologico (es. sviluppo di alghe, indici tossicologici, etc.) in relazione all’uso del territorio, alla gestione agricola ed in dettaglio ai quantitativi di prodotti chimici distribuiti sull’intera superficie dei bacini scelti per la ricerca. Questo sarebbe possibile grazie all’expertise apportato dai componenti del gruppo, alcuni dei quali (sottogruppo Agraria) sono più specializzati nell’individuazione delle fonti agricole di inquinanti, altri (sottogruppo CIRSA) nella valutazione dell’impatto antropico negli ambienti acquatici. Ambedue i sottogruppi, come testimoniato dalle passate attività e dai CV dei partecipanti, hanno grande interesse alla partecipazione al progetto, per l’opportunità che si verrebbe a realizzare di mettere in relazione tra loro risultati di studi svolti, con metodiche analoghe, su diversi ambienti caratterizzanti il territorio della nostra regione. L’importanza di questo tipo di ricerche è legata alla definizione più precisa e più pragmatica di quei fattori che condizionano l’impatto dell’agricoltura sugli ambienti acquatici, mettendo in relazione il loro stato con il territorio in cui risiedono (Edwards et al., 2000).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.