Nella realtà è sempre più evidente la "disarmonia" tra l'uomo e l'ambiente naturale: l'uomo consuma risorse energetiche e materiali forzando la disponibilità del pianeta, sottrae habitat alle specie selvatiche, altera la qualità dell'ambiente naturale e del suo stesso ambiente di vita. Innegabili sono le evidenze di questa separazione tra uomo e natura, sia a livello locale e regionale (inquinamenti di aree industriali ed urbane, di interi bacini fluviali, difficoltà di sopravvivenza di popolazioni naturali per frammentazione del loro habitat), sia a livello globale (riduzione delle fonti idriche e del suolo coltivabile, effetti dell'agricoltura intensiva, deforestazione, alterazione dei processi atmosferici e del clima). Nei paesi emergenti un'economia in cerca di rapidi profitti ricorre spesso all'uso improprio ed inefficiente della tecnologia; nei paesi sviluppati, l'esigenza di mantenere sistemi economici sempre più complessi porta alla necessità di una crescita costante della produzione, con costi ambientali sproporzionati. I costi ambientali della produzione sono stati finora scarsamente considerati nei bilanci aziendali e nazionali. Se venissero convenientemente valutati e introdotti tra le passività interne, risulterebbe chiara la forte anti-economicità dello sfruttamento eccessivo delle risorse, per gli effetti anche sociali dell'inquinamento e delle inevitabili operazioni di ripristino territoriale. Tuttavia, la tecnologia e i sistemi di gestione ambientale possono dare il loro contributo allo sviluppo durevole, orientando i processi produttivi, aumentandone l'efficienza e la compatibilità. L'Ecologia, a sua volta, può fornire indicazioni fondamentali, prospettando come obiettivo per i processi economici il modello di sostenibilità sul quale si regolano le popolazioni naturali, ovvero l'adeguamento dei consumi alla capacità di carico dell'ambiente, in relazione ai tempi di riciclo delle risorse. È fuor di dubbio che il pianeta, come ambiente per l'uomo, ha dei limiti fisici e biologici che determinano la capacità di carico complessiva del pianeta stesso per le attività umane, dettate dalle esigenze di benessere di popolazioni in crescita. L'Ecologia, approfondendo la conoscenza delle funzioni degli ecosistemi e dell'ecosfera, tende a definire questi limiti, in condizioni di risorse finite e di tempi di riciclo più o meno lunghi. Su questa "navicella spaziale" che è il nostro pianeta, ove ogni attività umana deve essere tenuta sotto controllo essendo ormai quasi completa la colonizzazione degli ecosistemi terrestri da parte dell'uomo, l'economia può generare sviluppo non solo adottando strategie di competizione, ma anche attraverso comportamenti cooperativi, come accade nelle comunità naturali più evolute e diversificate. Per gli ecologi, di fronte a sistemi e problemi complessi, in uno scenario di forti urgenze, è giunto il momento di andare ad una collaborazione più stretta e generalizzata con i ricercatori che si occupano di risorse e di ambiente sotto ottiche finora diverse, in primo luogo con gli economisti. Il XV Congresso Nazionale S.It.E. affronterà dunque il tema della società dei consumi e dei suoi effetti sui sistemi naturali e sui sistemi socio-economici, argomento peraltro al centro delle grandi Conferenze mondiali sullo sviluppo sostenibile.
M. Abbiati, G. Badino, A. Basset, F. Boero, S. Bonotto, M. F. Cotrufo, et al. (2005). XV Congresso della S.It.E. - Ambiente, Risorse e Sviluppo..
XV Congresso della S.It.E. - Ambiente, Risorse e Sviluppo.
ABBIATI, MARCO;
2005
Abstract
Nella realtà è sempre più evidente la "disarmonia" tra l'uomo e l'ambiente naturale: l'uomo consuma risorse energetiche e materiali forzando la disponibilità del pianeta, sottrae habitat alle specie selvatiche, altera la qualità dell'ambiente naturale e del suo stesso ambiente di vita. Innegabili sono le evidenze di questa separazione tra uomo e natura, sia a livello locale e regionale (inquinamenti di aree industriali ed urbane, di interi bacini fluviali, difficoltà di sopravvivenza di popolazioni naturali per frammentazione del loro habitat), sia a livello globale (riduzione delle fonti idriche e del suolo coltivabile, effetti dell'agricoltura intensiva, deforestazione, alterazione dei processi atmosferici e del clima). Nei paesi emergenti un'economia in cerca di rapidi profitti ricorre spesso all'uso improprio ed inefficiente della tecnologia; nei paesi sviluppati, l'esigenza di mantenere sistemi economici sempre più complessi porta alla necessità di una crescita costante della produzione, con costi ambientali sproporzionati. I costi ambientali della produzione sono stati finora scarsamente considerati nei bilanci aziendali e nazionali. Se venissero convenientemente valutati e introdotti tra le passività interne, risulterebbe chiara la forte anti-economicità dello sfruttamento eccessivo delle risorse, per gli effetti anche sociali dell'inquinamento e delle inevitabili operazioni di ripristino territoriale. Tuttavia, la tecnologia e i sistemi di gestione ambientale possono dare il loro contributo allo sviluppo durevole, orientando i processi produttivi, aumentandone l'efficienza e la compatibilità. L'Ecologia, a sua volta, può fornire indicazioni fondamentali, prospettando come obiettivo per i processi economici il modello di sostenibilità sul quale si regolano le popolazioni naturali, ovvero l'adeguamento dei consumi alla capacità di carico dell'ambiente, in relazione ai tempi di riciclo delle risorse. È fuor di dubbio che il pianeta, come ambiente per l'uomo, ha dei limiti fisici e biologici che determinano la capacità di carico complessiva del pianeta stesso per le attività umane, dettate dalle esigenze di benessere di popolazioni in crescita. L'Ecologia, approfondendo la conoscenza delle funzioni degli ecosistemi e dell'ecosfera, tende a definire questi limiti, in condizioni di risorse finite e di tempi di riciclo più o meno lunghi. Su questa "navicella spaziale" che è il nostro pianeta, ove ogni attività umana deve essere tenuta sotto controllo essendo ormai quasi completa la colonizzazione degli ecosistemi terrestri da parte dell'uomo, l'economia può generare sviluppo non solo adottando strategie di competizione, ma anche attraverso comportamenti cooperativi, come accade nelle comunità naturali più evolute e diversificate. Per gli ecologi, di fronte a sistemi e problemi complessi, in uno scenario di forti urgenze, è giunto il momento di andare ad una collaborazione più stretta e generalizzata con i ricercatori che si occupano di risorse e di ambiente sotto ottiche finora diverse, in primo luogo con gli economisti. Il XV Congresso Nazionale S.It.E. affronterà dunque il tema della società dei consumi e dei suoi effetti sui sistemi naturali e sui sistemi socio-economici, argomento peraltro al centro delle grandi Conferenze mondiali sullo sviluppo sostenibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.