Le modalità, il significato e l'intenzione che sostanziano l'atto del mangiare in scena, oggi, possono essere molteplici. Questo saggio tocca un panorama decisamente ampio e denso circoscrivendo il campo di osservazione, ovvero prendendo in esame alcuni spettacoli appartenenti all'ambito della danza teatrale contemporanea, nei quali il cibo prende particolare rilievo. Non considera né il cibo “indossato” in scena, che pure è sicuramente una modalità ben presente, né la via che, nell'intensificare l'esperienza sinestetica dello spettatore e nel prendere come assodata la frantumazione della separazione tra palco e platea, vede il pubblico impegnato nell'atto del mangiare cibo “messo in scena”; si occupa invece di alcuni esempi di spettacoli realizzati in Italia tra l'inizio degli anni Novanta e oggi, in cui il cibo viene morsicato, masticato e inghiottito dagli stessi danzatori, che si trovano così a offrire alla vista degli spettatori una sorta di “sottocoreografia” che, non facilmente gestibile da chi è alle prese con la “macrocoreografia” del corpo in movimento, è portatrice di una preziosa apertura verso un altrove che si aggiunge e si mescola all'azione, aprendo, a chi sta “mangiando con gli occhi”, un'ulteriore via per sentire la danza.
Cervellati, E. (2017). Mordere il mondo. Cibi in scena nella danza contemporanea. Bologna : Bononia University Press.
Mordere il mondo. Cibi in scena nella danza contemporanea
CERVELLATI, ELENA
2017
Abstract
Le modalità, il significato e l'intenzione che sostanziano l'atto del mangiare in scena, oggi, possono essere molteplici. Questo saggio tocca un panorama decisamente ampio e denso circoscrivendo il campo di osservazione, ovvero prendendo in esame alcuni spettacoli appartenenti all'ambito della danza teatrale contemporanea, nei quali il cibo prende particolare rilievo. Non considera né il cibo “indossato” in scena, che pure è sicuramente una modalità ben presente, né la via che, nell'intensificare l'esperienza sinestetica dello spettatore e nel prendere come assodata la frantumazione della separazione tra palco e platea, vede il pubblico impegnato nell'atto del mangiare cibo “messo in scena”; si occupa invece di alcuni esempi di spettacoli realizzati in Italia tra l'inizio degli anni Novanta e oggi, in cui il cibo viene morsicato, masticato e inghiottito dagli stessi danzatori, che si trovano così a offrire alla vista degli spettatori una sorta di “sottocoreografia” che, non facilmente gestibile da chi è alle prese con la “macrocoreografia” del corpo in movimento, è portatrice di una preziosa apertura verso un altrove che si aggiunge e si mescola all'azione, aprendo, a chi sta “mangiando con gli occhi”, un'ulteriore via per sentire la danza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.