La misura della felicità. Il compito della politica secondo Martha C. Nussbaum

Nell’epoca del venir meno dell'illuministica fiducia nella relazione tra ragione e libertà e della “alterazione” della sovranità e della logica democratico-rappresentativa; nell’epoca del venir meno dei dogmi politici e delle rassicuranti filosofie della storia, delle angoscianti, paure globali e del nuovo ruolo politico assunto dalla religione, a essere in discussione sembra essere l’idea che la felicità costituisca ancora, specie se paragonata alla sicurezza, un bene politico primario e che esista ancora un nesso fondante e giustificativo tra felicità e politica, ovvero che tale nesso sia ancora accettabile (o accertabile) dal punto di vista teorico e in qualche modo realizzabile nell’incerta realtà contemporanea. In tale contesto, il saggio intende indagare i tratti peculiari, le contraddizioni e le potenzialità offerte dal 'denso' pensiero etico e politico di M.C. Nussbaum rispetto al tema del rapporto tra politica e felicità nonché a quello della più adeguata "misura" della felicità.