Il termine esotico entrò nell’uso della lingua inglese nel XVI secolo per indicare la necessità di dover classificare e definire qualcosa che stava “fuori” (diverso, sconosciuto) rispetto a un “dentro” considerato la norma stabilita dalla cultura e dalla società del tempo1. In questo senso lo stile occidentale (che era normale e abitudinario) si oppose a quello orientale (che era esotico ed eccentrico) in modo complementare, e progressivamente due immaginari si contrapposero l’un l’altro: uno definito dal moralismo che caratterizzerà l’azione civilizzatrice delle future potenze coloniali, e l’altro dalla fascinazione erotica per un Oriente ancora nei fatti poco conosciuto. Grandi autori come Gérard de Nerval e Gustave Flaubert contribuirono con le loro opere a costruire lo stereotipo dell’esotico e del lontano2, così come nelle parole di Victor Segalen l’esotismo si definì in una estetica del diverso: “tutto ciò che fino ad oggi è stato definito estraneo, insolito, inatteso, sorprendente, misterioso, amoroso, sovrumano, eroico e perfino divino, tutto ciò che è Altro”.3 Questo territorio mentale del sogno e del desiderio era popolato da animali, uomini e donne mostruosi e stravaganti, immaginati secondo una combinazione complessa di finzione e realtà che contaminò le espressioni artistiche e le produzioni creative dell’abbigliamento, degli arredi, delle decorazioni e dei tessuti.

F. Muzzarelli (2017). L'esotico fotografico. Il kitsch e l'animalier da Wilhelm Von Gloeden a David LaChapelle. Roma : Drago.

L'esotico fotografico. Il kitsch e l'animalier da Wilhelm Von Gloeden a David LaChapelle

MUZZARELLI, FEDERICA
2017

Abstract

Il termine esotico entrò nell’uso della lingua inglese nel XVI secolo per indicare la necessità di dover classificare e definire qualcosa che stava “fuori” (diverso, sconosciuto) rispetto a un “dentro” considerato la norma stabilita dalla cultura e dalla società del tempo1. In questo senso lo stile occidentale (che era normale e abitudinario) si oppose a quello orientale (che era esotico ed eccentrico) in modo complementare, e progressivamente due immaginari si contrapposero l’un l’altro: uno definito dal moralismo che caratterizzerà l’azione civilizzatrice delle future potenze coloniali, e l’altro dalla fascinazione erotica per un Oriente ancora nei fatti poco conosciuto. Grandi autori come Gérard de Nerval e Gustave Flaubert contribuirono con le loro opere a costruire lo stereotipo dell’esotico e del lontano2, così come nelle parole di Victor Segalen l’esotismo si definì in una estetica del diverso: “tutto ciò che fino ad oggi è stato definito estraneo, insolito, inatteso, sorprendente, misterioso, amoroso, sovrumano, eroico e perfino divino, tutto ciò che è Altro”.3 Questo territorio mentale del sogno e del desiderio era popolato da animali, uomini e donne mostruosi e stravaganti, immaginati secondo una combinazione complessa di finzione e realtà che contaminò le espressioni artistiche e le produzioni creative dell’abbigliamento, degli arredi, delle decorazioni e dei tessuti.
2017
Jungle. L'immaginario animale della moda
96
104
F. Muzzarelli (2017). L'esotico fotografico. Il kitsch e l'animalier da Wilhelm Von Gloeden a David LaChapelle. Roma : Drago.
F. Muzzarelli
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