Il saggio ricostruisce, a partire da uno spoglio sistematico del «Corriere della Sera», l'estesa e composita rete di relazioni sia politiche che sociali che, negli anni della Palazzina Liberty (1974-1980), fece capo a Dario Fo: punto di riferimento per la protesta operaia e quella studentesca, ma anche per le politiche culturali del Partito Socialista che fece rientrare Fo nei palinsesti televisivi, stabilizzandone la fisionomia culturale di autore-autore civilmente impegnato e indipendente da vincoli strettamente ideologici. L’articolo intende dimostrare che Fo ha gestito da politico l'enorme adesione popolare suscitata dalla sua opera di teatrante, riuscendo a coltivare e a incrementare – senza per questo rinunciare al mandato civile del “fare teatro” – convergenze e complicità fra pubblico proletario, pubblico studentesco e pubblico generalista della televisione. L'esperienza della Palazzina Liberty, inizialmente cresciuta sotto il duplice segno culturale dell'alternativa sistemica e del decentramento culturale, si è conclusa raccordando protesta e spettacolo nel mito personale di Fo: “giullare del popolo” e voce delle minoranze critiche, ma anche inventore di un'arte dell'intrattenimento che travalica, al di là dei propri stessi contenuti, opinioni politiche e confini di classe.
Invenzione d’un mito: Dario Fo alla Palazzina Liberty (1974-1980)
GUCCINI, GERARDO
2016
Abstract
Il saggio ricostruisce, a partire da uno spoglio sistematico del «Corriere della Sera», l'estesa e composita rete di relazioni sia politiche che sociali che, negli anni della Palazzina Liberty (1974-1980), fece capo a Dario Fo: punto di riferimento per la protesta operaia e quella studentesca, ma anche per le politiche culturali del Partito Socialista che fece rientrare Fo nei palinsesti televisivi, stabilizzandone la fisionomia culturale di autore-autore civilmente impegnato e indipendente da vincoli strettamente ideologici. L’articolo intende dimostrare che Fo ha gestito da politico l'enorme adesione popolare suscitata dalla sua opera di teatrante, riuscendo a coltivare e a incrementare – senza per questo rinunciare al mandato civile del “fare teatro” – convergenze e complicità fra pubblico proletario, pubblico studentesco e pubblico generalista della televisione. L'esperienza della Palazzina Liberty, inizialmente cresciuta sotto il duplice segno culturale dell'alternativa sistemica e del decentramento culturale, si è conclusa raccordando protesta e spettacolo nel mito personale di Fo: “giullare del popolo” e voce delle minoranze critiche, ma anche inventore di un'arte dell'intrattenimento che travalica, al di là dei propri stessi contenuti, opinioni politiche e confini di classe.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.