Dopo le condanne sommarie perpetuatesi senza soluzione di continuità dalla stagione d’Arcadia fino a Benedetto Croce, attraverso l’Illuminismo e il Romanticismo, il fenomeno del Barocco gode oggi di un clima favorevole a una ricezione più equanime. Eppure, forse per l’asserita somiglianza con il nostro secolo, la critica novecentesca, proiettando sul Seicento la natura caotica, disillusa ed effimera della nostra cultura, ha di solito insistito quasi esclusivamente sul senso di incostanza e labilità del Barocco, sui suoi esiti eccentrici e vacui, sulla spettacolarità effimera, sull’amore per la profusione iperbolica. Sono, questi, tutti aspetti innegabili, di cui anche questo libro adduce nuove e dimenticate conferme. Nondimeno, a questi vettori centrifughi si intende anche, oltre a cercarne le cause profonde, affiancare la documentazione della ricerca secentesca dell’armonia andata in frantumi con la crisi del paradigma aristotelico e con gli scismi religiosi, di cui è conseguenza lo sforzo dialettico di riconquistare l’unità perduta attraverso enciclopedie, musei e collezioni del sapere di tipo inclusivo. In questa intima contraddizione, che inaugura il tempo della modernità, uno sguardo sulla letteratura, per quanto predominante, non può bastare. Espressione di una cultura che non conosce recinti disciplinari, il Barocco richiede una ricognizione a tutto campo, dalle arti visive alla musica, su latitudini europee e, sull’asse temporale, su un impianto di lunga durata, dalle premesse del Manierismo, fino agli autonomi sviluppi del Rococò, cui viene dedicato un rilievo insolito, con prospettive inedite anche in sede letteraria.
Battistini, A. (2016). Il Barocco. Milano : RCS MediaGroup S.p.A..
Il Barocco
BATTISTINI, ANDREA
2016
Abstract
Dopo le condanne sommarie perpetuatesi senza soluzione di continuità dalla stagione d’Arcadia fino a Benedetto Croce, attraverso l’Illuminismo e il Romanticismo, il fenomeno del Barocco gode oggi di un clima favorevole a una ricezione più equanime. Eppure, forse per l’asserita somiglianza con il nostro secolo, la critica novecentesca, proiettando sul Seicento la natura caotica, disillusa ed effimera della nostra cultura, ha di solito insistito quasi esclusivamente sul senso di incostanza e labilità del Barocco, sui suoi esiti eccentrici e vacui, sulla spettacolarità effimera, sull’amore per la profusione iperbolica. Sono, questi, tutti aspetti innegabili, di cui anche questo libro adduce nuove e dimenticate conferme. Nondimeno, a questi vettori centrifughi si intende anche, oltre a cercarne le cause profonde, affiancare la documentazione della ricerca secentesca dell’armonia andata in frantumi con la crisi del paradigma aristotelico e con gli scismi religiosi, di cui è conseguenza lo sforzo dialettico di riconquistare l’unità perduta attraverso enciclopedie, musei e collezioni del sapere di tipo inclusivo. In questa intima contraddizione, che inaugura il tempo della modernità, uno sguardo sulla letteratura, per quanto predominante, non può bastare. Espressione di una cultura che non conosce recinti disciplinari, il Barocco richiede una ricognizione a tutto campo, dalle arti visive alla musica, su latitudini europee e, sull’asse temporale, su un impianto di lunga durata, dalle premesse del Manierismo, fino agli autonomi sviluppi del Rococò, cui viene dedicato un rilievo insolito, con prospettive inedite anche in sede letteraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.