La “GRANDE RICOSTRUZIONE” dopo il terremoto del 1908 a Messina e Reggio Calabria costituisce oggi, a cento anni dall'evento sismico, un importante momento di riflessione non solo sul patrimonio urbanistico ed edilizio, tanto originario quanto ricostruito, ma anche sul passaggio da tradizione ad innovazione in termini di materiali e tecnologie di costruzione, restauro e conservazione che esso fisicamente incorpora, proprio in seguito allo sforzo di restituire al territorio ed alla popolazione la ‘normalità’ perduta. Una normalità fatta non solo di monumenti ed architetture, ma anche di quel tessuto urbano e territoriale che costituisce la città stessa. Nel caso della maggior parte degli apparati decorativi dell’inizio ‘900 di Messina e Reggio si dovrà ricorrere a processi di riattualizzazione dei materiali e delle tecniche dell’epoca modernista, sulla scorta della ricerca storica, archivistica e bibliografica. Questa procedura innovativa contribuirà allo sviluppo delle tecniche del restauro stilistico “scientifico”, col ricorso reale alle tecnologie originarie, rese distinguibili nell’opera restaurata in accordo coi suggerimenti di Brandi e Barbacci. La ‘GRANDE RICOSTRUZIONE’, pertanto, ad un secolo dall’evento catastrofico costituisce una grande occasione per un ripensamento multidisciplinare dello stato urbanistico e architettonico attuale, ai fini della migliore restituzione dell’area ad una visione collettiva conscia del passato, ma contemporaneamente rivolta al futuro.
F. Sandrolini, E. Franzoni, S. Manzi (2008). I materiali e le tecniche all’epoca della “GRANDE RICOSTRUZIONE”. Diagnostica e tecnologie per la qualità edilizia e il restauro degli apparati decorativi urbani in rapporto all’Europa. ROMA : CLEAR-Dat Donat Dicat srl.
I materiali e le tecniche all’epoca della “GRANDE RICOSTRUZIONE”. Diagnostica e tecnologie per la qualità edilizia e il restauro degli apparati decorativi urbani in rapporto all’Europa
SANDROLINI, FRANCO;FRANZONI, ELISA;MANZI, STEFANIA
2008
Abstract
La “GRANDE RICOSTRUZIONE” dopo il terremoto del 1908 a Messina e Reggio Calabria costituisce oggi, a cento anni dall'evento sismico, un importante momento di riflessione non solo sul patrimonio urbanistico ed edilizio, tanto originario quanto ricostruito, ma anche sul passaggio da tradizione ad innovazione in termini di materiali e tecnologie di costruzione, restauro e conservazione che esso fisicamente incorpora, proprio in seguito allo sforzo di restituire al territorio ed alla popolazione la ‘normalità’ perduta. Una normalità fatta non solo di monumenti ed architetture, ma anche di quel tessuto urbano e territoriale che costituisce la città stessa. Nel caso della maggior parte degli apparati decorativi dell’inizio ‘900 di Messina e Reggio si dovrà ricorrere a processi di riattualizzazione dei materiali e delle tecniche dell’epoca modernista, sulla scorta della ricerca storica, archivistica e bibliografica. Questa procedura innovativa contribuirà allo sviluppo delle tecniche del restauro stilistico “scientifico”, col ricorso reale alle tecnologie originarie, rese distinguibili nell’opera restaurata in accordo coi suggerimenti di Brandi e Barbacci. La ‘GRANDE RICOSTRUZIONE’, pertanto, ad un secolo dall’evento catastrofico costituisce una grande occasione per un ripensamento multidisciplinare dello stato urbanistico e architettonico attuale, ai fini della migliore restituzione dell’area ad una visione collettiva conscia del passato, ma contemporaneamente rivolta al futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.