Introduzione: L’umanizzazione pittorica, inserendosi nel più ampio tema della qualità della vita in ospedale e dell’umanizzazione dei reparti ospedalieri, rappresenta uno strumento per facilitare l’interazione fra l’ambiente sanitario e il bambino ospedalizzato e la sua famiglia. Si basa sul presupposto che l'ambiente in cui si vive, anche se temporaneamente, influisce sulla "psiche" e sul "soma", soprattutto nei momenti di maggiore fragilità psico-fisica, quale la circostanza del ricovero ospedaliero in età pediatrica. Questo studio indaga gli effetti di un intervento di umanizzazione pittorica (creata con pannelli di fantasi, Progetto Juxi, Sally Gallotti) all’interno del reparto di Pediatria dell’Ospedale Bufalini (Cesena). Metodo: Genitori (età media=37,7 anni, range=20-49) di bambini ricoverati (età media=3,7 anni, range=15gg.-17) in Pediatria e operatori socio-sanitari della Pediatria hanno compilato la “Scala di misura delle qualità affettive dei luoghi” (Q.A.L., Perugini et al., 2002), in tre momenti differenti: 1) nel corridoio prima dell’intervento di umanizzazione pittorica (200 genitori e 25 operatori); 2) dopo qualche mese che l’intervento di umanizzazione era stato completato nel corridoio dei pazienti acuti (200 genitori e 25 operatori); 3) dopo qualche mese che l’intervento di umanizzazione era stato completato nel corridoio dei pazienti cronici (200 genitori e 25 operatori). Risultati: Dal confronto tra le situazioni prima e dopo l’intervento di umanizzazione nel corridoio dei pazienti acuti, le 4 qualità positive dell’ambiente (Rilassante, Entusiasmante, Piacevole e Stimolante), percepite dai genitori, hanno mostrato punteggi significativamente migliori nella condizioni seconda (p<0.0005); allo stesso tempo, le 4 qualità negative (Stressante, Deprimente, Spiacevole e Soporifero/Noioso) hanno presentato punteggi più bassi nella seconda condizione (p<0.0005), confermando la tendenza delle percezioni ad andare verso un polo positivo in corrispondenza dell’intervento di umanizzazione. Gli operatori percepiscono la presenza dell’umanizzazione come più Entusiasmante, Piacevole e Stimolante e come meno Deprimente rispetto all’altra condizione. La percezione dell’ambiente da parte dei genitori è risultata essere influenzata anche dall’età del figlio, dalla propria età e dalla permanenza in reparto. L’analisi dei dati relativi al corridoio dei pazienti cronici è in fase di elaborazione. Conclusioni: Il miglioramento della percezione delle qualità affettive dell’ambiente, associato all’aumento del livello di umanizzazione fisica, spaziale e pittorica, costituisce una prova empirica a favore di una più attenta progettazione degli spazi da dedicare ai bambini ospedalizzati.
Monti F., Lupi F., Gobbi F., Baroncioni E. (2007). Umanizzazione pittorica e percezione delle qualità affettive dell'ambiente in un reparto di Pediatria.. PERUGIA : Morlacchi.
Umanizzazione pittorica e percezione delle qualità affettive dell'ambiente in un reparto di Pediatria.
MONTI, FIORELLA;GOBBI, FRANCESCA;
2007
Abstract
Introduzione: L’umanizzazione pittorica, inserendosi nel più ampio tema della qualità della vita in ospedale e dell’umanizzazione dei reparti ospedalieri, rappresenta uno strumento per facilitare l’interazione fra l’ambiente sanitario e il bambino ospedalizzato e la sua famiglia. Si basa sul presupposto che l'ambiente in cui si vive, anche se temporaneamente, influisce sulla "psiche" e sul "soma", soprattutto nei momenti di maggiore fragilità psico-fisica, quale la circostanza del ricovero ospedaliero in età pediatrica. Questo studio indaga gli effetti di un intervento di umanizzazione pittorica (creata con pannelli di fantasi, Progetto Juxi, Sally Gallotti) all’interno del reparto di Pediatria dell’Ospedale Bufalini (Cesena). Metodo: Genitori (età media=37,7 anni, range=20-49) di bambini ricoverati (età media=3,7 anni, range=15gg.-17) in Pediatria e operatori socio-sanitari della Pediatria hanno compilato la “Scala di misura delle qualità affettive dei luoghi” (Q.A.L., Perugini et al., 2002), in tre momenti differenti: 1) nel corridoio prima dell’intervento di umanizzazione pittorica (200 genitori e 25 operatori); 2) dopo qualche mese che l’intervento di umanizzazione era stato completato nel corridoio dei pazienti acuti (200 genitori e 25 operatori); 3) dopo qualche mese che l’intervento di umanizzazione era stato completato nel corridoio dei pazienti cronici (200 genitori e 25 operatori). Risultati: Dal confronto tra le situazioni prima e dopo l’intervento di umanizzazione nel corridoio dei pazienti acuti, le 4 qualità positive dell’ambiente (Rilassante, Entusiasmante, Piacevole e Stimolante), percepite dai genitori, hanno mostrato punteggi significativamente migliori nella condizioni seconda (p<0.0005); allo stesso tempo, le 4 qualità negative (Stressante, Deprimente, Spiacevole e Soporifero/Noioso) hanno presentato punteggi più bassi nella seconda condizione (p<0.0005), confermando la tendenza delle percezioni ad andare verso un polo positivo in corrispondenza dell’intervento di umanizzazione. Gli operatori percepiscono la presenza dell’umanizzazione come più Entusiasmante, Piacevole e Stimolante e come meno Deprimente rispetto all’altra condizione. La percezione dell’ambiente da parte dei genitori è risultata essere influenzata anche dall’età del figlio, dalla propria età e dalla permanenza in reparto. L’analisi dei dati relativi al corridoio dei pazienti cronici è in fase di elaborazione. Conclusioni: Il miglioramento della percezione delle qualità affettive dell’ambiente, associato all’aumento del livello di umanizzazione fisica, spaziale e pittorica, costituisce una prova empirica a favore di una più attenta progettazione degli spazi da dedicare ai bambini ospedalizzati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.