La storia della fortuna del pensiero di Nietzsche, iniziata qualche anno prima della sua morte, avvenuta il 25 agosto del 1900, ma ben dopo che la sua mente era stata assorbita nelle tenebre della malattia, a partire dal gennaio 1889, è stata scandita dalla priorità accordata a quelli che erano ritenuti i concetti fondamentali della sua filosofia. Nietzsche è stato così, di volta in volta, il filosofo del dionisiaco, del superuomo, della volontà di potenza, dell’eterno ritorno dell’uguale. La complessa articolazione del suo pensiero è stata in qualche caso risolta assegnando il primato ora all’una ora all’altra di questi concetti: all’eterno ritorno (Karl Löwith) oppure alla volontà di potenza (Alfred Baeumler); mentre, altra volta, se ne è cercata la conciliazione a dispetto della loro apparente inconciliabilità (Martin Heidegger). Chi cercasse in questo libro un’esposizione del pensiero di Nietzsche secondo quei concetti proverebbe forse un certo disorientamento. Non che essi non siano trattati; ma sono per così dire disciolti in un gioco di relazioni e di nessi di pensiero che mira a restituire, cercando il più possibile di rispettarlo, il mobile fluire del pensiero di Nietzsche, che ha la caratteristica fondamentale di un pensiero non sistematico, tornando a più riprese sugli stessi temi ed esaminandoli ogni volta da prospettive anche solo impercettibilmente diverse. Si è così raccolto questo pensiero attorno a tre problemi fondamentali: quello estetico, quello morale, quello teoretico-epistemologico, per finire con il grandioso tema della ‘morte di Dio’: un tema che rivela una forse inaspettata consapevolezza, da parte di Nietzsche, delle tematiche teologiche dietro alle quali traspare, sempre e comunque, quello che abbiamo indicato come la sua premura di fondo: definire la natura e il destino della scienza nell’epoca moderna o, piuttosto, nella fase estrema di quest’epoca.
Gentili, C. (2017). Introduzione a Nietzsche. Bologna : Il Mulino.
Introduzione a Nietzsche
GENTILI, CARLO
2017
Abstract
La storia della fortuna del pensiero di Nietzsche, iniziata qualche anno prima della sua morte, avvenuta il 25 agosto del 1900, ma ben dopo che la sua mente era stata assorbita nelle tenebre della malattia, a partire dal gennaio 1889, è stata scandita dalla priorità accordata a quelli che erano ritenuti i concetti fondamentali della sua filosofia. Nietzsche è stato così, di volta in volta, il filosofo del dionisiaco, del superuomo, della volontà di potenza, dell’eterno ritorno dell’uguale. La complessa articolazione del suo pensiero è stata in qualche caso risolta assegnando il primato ora all’una ora all’altra di questi concetti: all’eterno ritorno (Karl Löwith) oppure alla volontà di potenza (Alfred Baeumler); mentre, altra volta, se ne è cercata la conciliazione a dispetto della loro apparente inconciliabilità (Martin Heidegger). Chi cercasse in questo libro un’esposizione del pensiero di Nietzsche secondo quei concetti proverebbe forse un certo disorientamento. Non che essi non siano trattati; ma sono per così dire disciolti in un gioco di relazioni e di nessi di pensiero che mira a restituire, cercando il più possibile di rispettarlo, il mobile fluire del pensiero di Nietzsche, che ha la caratteristica fondamentale di un pensiero non sistematico, tornando a più riprese sugli stessi temi ed esaminandoli ogni volta da prospettive anche solo impercettibilmente diverse. Si è così raccolto questo pensiero attorno a tre problemi fondamentali: quello estetico, quello morale, quello teoretico-epistemologico, per finire con il grandioso tema della ‘morte di Dio’: un tema che rivela una forse inaspettata consapevolezza, da parte di Nietzsche, delle tematiche teologiche dietro alle quali traspare, sempre e comunque, quello che abbiamo indicato come la sua premura di fondo: definire la natura e il destino della scienza nell’epoca moderna o, piuttosto, nella fase estrema di quest’epoca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.