Protagonista dell’attuale scena architettonica internazionale, Paolo Zermani pone al centro della propria ricerca il rapporto tra spiritualità e paesaggio. Collocandosi all’interno della plurisecolare tradizione italiana dell’architettura sacra, i progetti qui presentati – tra i quali la Cappella sul mare a Malta (1989), la chiesa di San Giovanni a Perugia (1997), la Cappella-museo della Madonna del parto di Piero della Francesca a Monterchi (Arezzo, 2001-2013), la riforma architettonica della basilica di sant’Andrea a Mantova (2016) – rivelano la sensibilità dell’architetto che, nell’ambito di una rilettura identitaria della quotidianità, riflette sulle connessioni tra edificio di culto e paesaggio. La valenza degli aspetti spirituali dell’architettura può essere considerata come il punto di partenza da cui matura una rilettura sacrale della natura, dell’ambiente costruito e dei luoghi. Forma, luce e simbolo sono gli elementi chiave di un’architettura sacra atemporale, che perde ogni legame con il contingente per rimanere segno, per consentire l’accesso alla contemplazione del Mistero, perché – afferma Zermani – “la nozione di spiritualità, sfuggendo ai confini della liturgia, ha oltrepassato i limiti del perimetro murario dell’edificio per rendersi itinerante e affrancarsi dalla necessità di un luogo deputato”.
Tognon, A. (2016). La validità spirituale delle forme. Padova : Il Poligrafo casa editrice.
La validità spirituale delle forme
Tognon, Alessandro
2016
Abstract
Protagonista dell’attuale scena architettonica internazionale, Paolo Zermani pone al centro della propria ricerca il rapporto tra spiritualità e paesaggio. Collocandosi all’interno della plurisecolare tradizione italiana dell’architettura sacra, i progetti qui presentati – tra i quali la Cappella sul mare a Malta (1989), la chiesa di San Giovanni a Perugia (1997), la Cappella-museo della Madonna del parto di Piero della Francesca a Monterchi (Arezzo, 2001-2013), la riforma architettonica della basilica di sant’Andrea a Mantova (2016) – rivelano la sensibilità dell’architetto che, nell’ambito di una rilettura identitaria della quotidianità, riflette sulle connessioni tra edificio di culto e paesaggio. La valenza degli aspetti spirituali dell’architettura può essere considerata come il punto di partenza da cui matura una rilettura sacrale della natura, dell’ambiente costruito e dei luoghi. Forma, luce e simbolo sono gli elementi chiave di un’architettura sacra atemporale, che perde ogni legame con il contingente per rimanere segno, per consentire l’accesso alla contemplazione del Mistero, perché – afferma Zermani – “la nozione di spiritualità, sfuggendo ai confini della liturgia, ha oltrepassato i limiti del perimetro murario dell’edificio per rendersi itinerante e affrancarsi dalla necessità di un luogo deputato”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.