Come si può restituire nel linguaggio concettuale il significato dell’arte e della religione, o più in generale della rappresentazione, senza alcuna perdita di contenuto? Anziché interrogarsi sull’eventuale perdita, si tenta dunque di riformulare la domanda stessa. Dedicati al ruolo dell’arte nella filosofia della religione, alla tragedia nella Fenomenologia dello spirito, alla matrice teologica di alcuni termini filosoficamente decisivi e alle condizioni di una riconciliazione che muove da una riflessione sul rapporto tra Antico e Nuovo Testamento, i capitoli del libro indagano il modo in cui il pensiero, tornando sui propri passi, matura la capacità di mettere capo a una traduzione che produce un plus inedito e dunque un’emancipazione nella stessa misura in cui salvaguarda la reversibilità, revocando tuttavia la semplice ripetizione, tra la lingua di destinazione, quella del concetto, e la lingua di provenienza, quella dell’arte e della religione. Si tratta quindi di riflettere su come il pensiero, facendo del suo rapporto con la rappresentazione un vero e proprio problema filosofico, possa sottrarsi al rischio dell’eteronomia e insieme alla tentazione dell’isolamento e dell’autonomia.
Caramelli, E. (2016). Lo spirito del ritorno. Studi su concetto e rappresentazione in Hegel. Genova : il Melangolo.
Lo spirito del ritorno. Studi su concetto e rappresentazione in Hegel
CARAMELLI, ELEONORA
2016
Abstract
Come si può restituire nel linguaggio concettuale il significato dell’arte e della religione, o più in generale della rappresentazione, senza alcuna perdita di contenuto? Anziché interrogarsi sull’eventuale perdita, si tenta dunque di riformulare la domanda stessa. Dedicati al ruolo dell’arte nella filosofia della religione, alla tragedia nella Fenomenologia dello spirito, alla matrice teologica di alcuni termini filosoficamente decisivi e alle condizioni di una riconciliazione che muove da una riflessione sul rapporto tra Antico e Nuovo Testamento, i capitoli del libro indagano il modo in cui il pensiero, tornando sui propri passi, matura la capacità di mettere capo a una traduzione che produce un plus inedito e dunque un’emancipazione nella stessa misura in cui salvaguarda la reversibilità, revocando tuttavia la semplice ripetizione, tra la lingua di destinazione, quella del concetto, e la lingua di provenienza, quella dell’arte e della religione. Si tratta quindi di riflettere su come il pensiero, facendo del suo rapporto con la rappresentazione un vero e proprio problema filosofico, possa sottrarsi al rischio dell’eteronomia e insieme alla tentazione dell’isolamento e dell’autonomia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.