Il saggio, pubblicato nel catalogo della mostra che i Musei Civici di Carpi hanno dedicato a Manuzio nel cinquecentenario della morte, ragiona in maniera inedita sull’unicità dell’Hypnerotomachia Poliphili, sottolineando in particolare l’inscindibile coesistenza di testo e immagini e lo speciale carattere di queste ultime, xilografie che sono spinte a esprimere contenuti narrativi, dottrinali, tecnico-descrittivi. Partendo dallo stretto legame – linguistico e contenutistico – con le Metamorfosi di Apuleio, l’autrice mostra come tale affinità sia particolarmente profonda dal punto di vista della scrittura, dato l’evidente interesse di entrambi gli autori a ‘mostrare’, a ‘far vedere’ le cose attraverso le parole. Su questa base propone un’analisi del linguaggio sperimentale del romanzo, fondata sullo studio della costruzione retorica delle singole incisioni e del libro nel suo insieme, mirante a verificare pagina per pagina l’intreccio di parola e immagine. La messa alla prova del metodo, attraverso lo studio dell’incipit del romanzo e delle prime quattro incisioni sembra mostrare l’efficacia del metodo proposto.
Cavicchioli, S. (2015). “Non scribere, sed pingere plane historiam videtur”. Note sulle immagini del Polifilo. Carpi : APM Edizioni.
“Non scribere, sed pingere plane historiam videtur”. Note sulle immagini del Polifilo
CAVICCHIOLI, SONIA
2015
Abstract
Il saggio, pubblicato nel catalogo della mostra che i Musei Civici di Carpi hanno dedicato a Manuzio nel cinquecentenario della morte, ragiona in maniera inedita sull’unicità dell’Hypnerotomachia Poliphili, sottolineando in particolare l’inscindibile coesistenza di testo e immagini e lo speciale carattere di queste ultime, xilografie che sono spinte a esprimere contenuti narrativi, dottrinali, tecnico-descrittivi. Partendo dallo stretto legame – linguistico e contenutistico – con le Metamorfosi di Apuleio, l’autrice mostra come tale affinità sia particolarmente profonda dal punto di vista della scrittura, dato l’evidente interesse di entrambi gli autori a ‘mostrare’, a ‘far vedere’ le cose attraverso le parole. Su questa base propone un’analisi del linguaggio sperimentale del romanzo, fondata sullo studio della costruzione retorica delle singole incisioni e del libro nel suo insieme, mirante a verificare pagina per pagina l’intreccio di parola e immagine. La messa alla prova del metodo, attraverso lo studio dell’incipit del romanzo e delle prime quattro incisioni sembra mostrare l’efficacia del metodo proposto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


