A quasi un secolo dalla sua nascita, e con numerose edizioni realizzate su tutto l’arco della letteratura italiana, la filologia d’autore è stata solo recentemente riconosciuta come una disciplina autonoma rispetto alla filologia tradizionale (filologia della copia), con una propria storia e proprie metodologie in grado di fornire strumenti di studio sempre più raffinati e di approfondire la conoscenza dei testi attraverso l’analisi della loro storia interna, ovvero della loro tradizione manoscritta, giungendo a risultati critici di notevole portata. Tale rinnovato interesse è dovuto da un lato all’alto grado di evoluzione teorica raggiunta dalla disciplina nell’ambito della letteratura italiana, ambito in cui sono state prodotte edizioni critiche pionieristiche, in grado di porsi come efficaci modelli di riferimento anche rispetto al panorama europeo, dall’altro alla sempre crescente evoluzione tecnica della metodologia di rappresentazione delle varianti e degli strumenti di riproduzione dei manoscritti, che negli ultimi anni, con l’introduzione della digitalizzazione delle immagini, hanno rivoluzionato il lavoro dei filologi, offrendo una qualità decisamente superiore alle precedenti riproduzioni cartacee e dando la possibilità di agire interattivamente sull’immagine, non solo mediante l’ingrandimento di singole carte o di singoli dettagli, ma attraverso la visione sinottica di testimoni conservati in archivi e biblioteche spesso molto lontani fra loro, e l’applicazione di filtri di contrasto grafico che permettono allo studioso di giungere a risultati visivi superiori a quelli forniti dalla visione diretta del manoscritto. Il manuale scritto da Paola Italia e Giulia Raboni intende fornire un primo, sintetico panorama di questa nuova disciplina, attraverso la sua storia, non ancora sistematicamente indagata, i metodi utilizzati e da utilizzare nel quotidiano lavoro filologico, e soprattutto attraverso esempi concreti, cronologicamente disposti. Vengono prese in esame le edizioni critiche di alcune delle principali opere della letteratura italiana, dal Trecento al Novecento, che hanno affrontato problemi di varianti d’autore: dal Codice degli abbozzi di Petrarca alle Rime d’amore del Tasso, dai Canti di Leopardi al Fermo e Lucia, dalla poesia di Montale ai romanzi e racconti di Carlo Emilio Gadda. Autori che in gran parte riconducono ai nomi di Gianfranco Contini e Dante Isella, ovvero al fecondo intreccio tra critica delle varianti e filologia d’autore, che si è potuto sviluppare grazie al lavoro filologico e all’insegnamento di Isella - cui si deve la fondazione della disciplina e la sua stessa denominazione: “filologia d’autore”- e alla scuola filologica pavese. Paola Italia ha scritto i paragrafi 1.3 La filologia d’autore e la critica delle varianti 1.4 La filologia d’autore e la critique génétique 1.6 La filologia d’autore nell’era digitale 2.1. Il testo 2.2. L’apparato 2.3. Le varianti 2.4. Le postille e le varianti alternative 2.5. I segni diacritici e le abbreviazioni 2.6. Come si fa un’edizione critica 3.5 Manzoni: Il «Fermo e Lucia» e la “seconda minuta” dei «Promessi sposi» 3.6 Gadda: L’opera in prosa capitolo 2.

P. ITALIA, G. RABONI (2010). Paola Italia, Giulia Raboni, Che cos’è la filologia d’autore, Roma, Carocci, 2010.. Roma : Carocci.

Paola Italia, Giulia Raboni, Che cos’è la filologia d’autore, Roma, Carocci, 2010.

ITALIA, PAOLA MARIA CARMELA;
2010

Abstract

A quasi un secolo dalla sua nascita, e con numerose edizioni realizzate su tutto l’arco della letteratura italiana, la filologia d’autore è stata solo recentemente riconosciuta come una disciplina autonoma rispetto alla filologia tradizionale (filologia della copia), con una propria storia e proprie metodologie in grado di fornire strumenti di studio sempre più raffinati e di approfondire la conoscenza dei testi attraverso l’analisi della loro storia interna, ovvero della loro tradizione manoscritta, giungendo a risultati critici di notevole portata. Tale rinnovato interesse è dovuto da un lato all’alto grado di evoluzione teorica raggiunta dalla disciplina nell’ambito della letteratura italiana, ambito in cui sono state prodotte edizioni critiche pionieristiche, in grado di porsi come efficaci modelli di riferimento anche rispetto al panorama europeo, dall’altro alla sempre crescente evoluzione tecnica della metodologia di rappresentazione delle varianti e degli strumenti di riproduzione dei manoscritti, che negli ultimi anni, con l’introduzione della digitalizzazione delle immagini, hanno rivoluzionato il lavoro dei filologi, offrendo una qualità decisamente superiore alle precedenti riproduzioni cartacee e dando la possibilità di agire interattivamente sull’immagine, non solo mediante l’ingrandimento di singole carte o di singoli dettagli, ma attraverso la visione sinottica di testimoni conservati in archivi e biblioteche spesso molto lontani fra loro, e l’applicazione di filtri di contrasto grafico che permettono allo studioso di giungere a risultati visivi superiori a quelli forniti dalla visione diretta del manoscritto. Il manuale scritto da Paola Italia e Giulia Raboni intende fornire un primo, sintetico panorama di questa nuova disciplina, attraverso la sua storia, non ancora sistematicamente indagata, i metodi utilizzati e da utilizzare nel quotidiano lavoro filologico, e soprattutto attraverso esempi concreti, cronologicamente disposti. Vengono prese in esame le edizioni critiche di alcune delle principali opere della letteratura italiana, dal Trecento al Novecento, che hanno affrontato problemi di varianti d’autore: dal Codice degli abbozzi di Petrarca alle Rime d’amore del Tasso, dai Canti di Leopardi al Fermo e Lucia, dalla poesia di Montale ai romanzi e racconti di Carlo Emilio Gadda. Autori che in gran parte riconducono ai nomi di Gianfranco Contini e Dante Isella, ovvero al fecondo intreccio tra critica delle varianti e filologia d’autore, che si è potuto sviluppare grazie al lavoro filologico e all’insegnamento di Isella - cui si deve la fondazione della disciplina e la sua stessa denominazione: “filologia d’autore”- e alla scuola filologica pavese. Paola Italia ha scritto i paragrafi 1.3 La filologia d’autore e la critica delle varianti 1.4 La filologia d’autore e la critique génétique 1.6 La filologia d’autore nell’era digitale 2.1. Il testo 2.2. L’apparato 2.3. Le varianti 2.4. Le postille e le varianti alternative 2.5. I segni diacritici e le abbreviazioni 2.6. Come si fa un’edizione critica 3.5 Manzoni: Il «Fermo e Lucia» e la “seconda minuta” dei «Promessi sposi» 3.6 Gadda: L’opera in prosa capitolo 2.
2010
123
9788843055852
P. ITALIA, G. RABONI (2010). Paola Italia, Giulia Raboni, Che cos’è la filologia d’autore, Roma, Carocci, 2010.. Roma : Carocci.
P. ITALIA; G. RABONI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/577361
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