Il processo adolescenziale può essere pensato come il transitare degli eventi psichici dal caos iniziale, legato sul piano somatico ai fenomeni puberali, a “una posizione narcisistica depressiva centrale ed infine alla riscoperta dell’oggetto che porta alla sessualità adulta” (Vincent, 1997). Nella pre-adolescenza, quindi, l’unità infantile del soggetto viene “scompaginata” dal caos, in quanto in questo periodo si attualizza “la lotta contro gli straripamenti pulsionali legati essenzialmente alla problematica edipica e alle minacce superegoiche e, più profondamente, all’eminenza delle minacce di trasformazione corporea legate alla costituzione dell’Io” (Sacco, 1997). Io che deve far fronte alla crescente spinta pulsionale e allo stesso tempo allo sganciamento dal sostegno dell’Io parentale, processi che caratterizzano la specificità psicologica della preadolescenza (Blos, 1962), vista come “…creazione di uno spazio intermedio e transizionale, preludio ad un più radicale distacco dagli oggetti originari ed all’investimento di oggetti nuovi” (Novelletto, 1981). L’aprirsi a nuove forme di socialità porta quindi a una ridefinizione del proprio sé e della propria identità, mentre nello stesso tempo le trasformazioni puberali “richiamano ad una riformulazione delle rappresentazioni di sé, degli investimenti narcisistici ed oggettuali, e conseguentemente, delle rappresentazioni degli oggetti e delle relazioni d’oggetto”. Necessita quindi una ri-significazione dei contenuti elaborati durante l’infanzia, una ri-negoziazione e ri-rappresentazione, proprio perché “la pubertà crea una rottura nella storia del soggetto obbligandone l’investimento su nuovi riferimenti” (Birraux, 1999) Compito complesso, delicato, e reso ancora più difficile dalla sintomatologia somatica. In questo complesso processo della preadolescenza Novelletto (1986) evidenzia due fenomeni tra loro connessi: uno quello della segretezza, collegato da una parte alle trasformazioni corporee, quindi al pudore fisico, dall’altra al bisogno di “custodia del Sé”, bisogno legato ai processi di separazione-individuazione della cosiddetta “seconda nascita”. L’altro fenomeno è la “reviviscenza di fenomeni transizionali” (diari, lettere, libri, riviste, registrazioni musicali, attività sportive ecc), cioè di esperienze psichiche che si collocano in uno spazio potenziale fra mondo interno e mondo esterno. Novelletto nota come il termine segretezza derivi da secernere che è il contrario di confundere C’è quindi una “nascente intimità” da nascondere e proteggere (le proprie cose, i propri segreti, i propri fenomeni corporei) e c’è nello stesso tempo il bisogno di protrarre la “comunanza della propria vita intima con quella dei genitori”. La specificità del transitare preadolescenziale attraverso questi due fenomeni innesca dinamiche transferali e controtransferali che comportano specifici problemi di tecnica: ad esempio il bisogno di segretezza nel paziente preadolescente ha un significato diverso che nel paziente adulto; la stanza della terapia diventa lo spazio comune del segreto e nello stesso tempo lo spazio di partenza per distaccarsi dagli oggetti originari e fare nuovi investimenti. Storia Clinica

Davalli B., Monti F. (2007). Spazio transizionale in preadolescenza. BOLOGNA : Pendragon.

Spazio transizionale in preadolescenza

DAVALLI, BENEDETTA;MONTI, FIORELLA
2007

Abstract

Il processo adolescenziale può essere pensato come il transitare degli eventi psichici dal caos iniziale, legato sul piano somatico ai fenomeni puberali, a “una posizione narcisistica depressiva centrale ed infine alla riscoperta dell’oggetto che porta alla sessualità adulta” (Vincent, 1997). Nella pre-adolescenza, quindi, l’unità infantile del soggetto viene “scompaginata” dal caos, in quanto in questo periodo si attualizza “la lotta contro gli straripamenti pulsionali legati essenzialmente alla problematica edipica e alle minacce superegoiche e, più profondamente, all’eminenza delle minacce di trasformazione corporea legate alla costituzione dell’Io” (Sacco, 1997). Io che deve far fronte alla crescente spinta pulsionale e allo stesso tempo allo sganciamento dal sostegno dell’Io parentale, processi che caratterizzano la specificità psicologica della preadolescenza (Blos, 1962), vista come “…creazione di uno spazio intermedio e transizionale, preludio ad un più radicale distacco dagli oggetti originari ed all’investimento di oggetti nuovi” (Novelletto, 1981). L’aprirsi a nuove forme di socialità porta quindi a una ridefinizione del proprio sé e della propria identità, mentre nello stesso tempo le trasformazioni puberali “richiamano ad una riformulazione delle rappresentazioni di sé, degli investimenti narcisistici ed oggettuali, e conseguentemente, delle rappresentazioni degli oggetti e delle relazioni d’oggetto”. Necessita quindi una ri-significazione dei contenuti elaborati durante l’infanzia, una ri-negoziazione e ri-rappresentazione, proprio perché “la pubertà crea una rottura nella storia del soggetto obbligandone l’investimento su nuovi riferimenti” (Birraux, 1999) Compito complesso, delicato, e reso ancora più difficile dalla sintomatologia somatica. In questo complesso processo della preadolescenza Novelletto (1986) evidenzia due fenomeni tra loro connessi: uno quello della segretezza, collegato da una parte alle trasformazioni corporee, quindi al pudore fisico, dall’altra al bisogno di “custodia del Sé”, bisogno legato ai processi di separazione-individuazione della cosiddetta “seconda nascita”. L’altro fenomeno è la “reviviscenza di fenomeni transizionali” (diari, lettere, libri, riviste, registrazioni musicali, attività sportive ecc), cioè di esperienze psichiche che si collocano in uno spazio potenziale fra mondo interno e mondo esterno. Novelletto nota come il termine segretezza derivi da secernere che è il contrario di confundere C’è quindi una “nascente intimità” da nascondere e proteggere (le proprie cose, i propri segreti, i propri fenomeni corporei) e c’è nello stesso tempo il bisogno di protrarre la “comunanza della propria vita intima con quella dei genitori”. La specificità del transitare preadolescenziale attraverso questi due fenomeni innesca dinamiche transferali e controtransferali che comportano specifici problemi di tecnica: ad esempio il bisogno di segretezza nel paziente preadolescente ha un significato diverso che nel paziente adulto; la stanza della terapia diventa lo spazio comune del segreto e nello stesso tempo lo spazio di partenza per distaccarsi dagli oggetti originari e fare nuovi investimenti. Storia Clinica
2007
Preadolescenza. Il bambino caduto dalle fiabe. Teorie della clinica e prassi psicoterapeutica.
151
163
Davalli B., Monti F. (2007). Spazio transizionale in preadolescenza. BOLOGNA : Pendragon.
Davalli B.; Monti F.
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