Che li si consideri un’arena di dibattito aperta a tutti, o una piattaforma di comunicazione che “ha dato voce a legioni di imbecilli” (per riprendere una recente polemica), una cosa è certa: sui social network si litiga tantissimo. La discussione accesa, l’insulto, l’attacco ingiurioso sono divenuti nel Web 2.0 pratica diffusa e, in un certo senso, codificata in forme standardizzate, definendo sia specifici generi discorsivi (flame e flame-war, shitstorm, ecc.) che soggetti discorsivi e strategie enunciazionali (troll, hater, cyber-bull, ecc.), ma anche strategie di addomesticamento e tattiche creative di disattivazione e immunizzazione. Esiste dunque una forma 2.0 del litigio? Quali sono le sue caratteristiche, i suoi linguaggi, le sue specificità legate al mezzo e alle sue potenzialità (e incapacità)?
Francesco Mazzucchelli (2016). Flamewar, shitstorm e altre catastrofi. Litigare ai tempi del social web. Tricase (LE) : Libellula Edizioni.
Flamewar, shitstorm e altre catastrofi. Litigare ai tempi del social web
MAZZUCCHELLI, FRANCESCO
2016
Abstract
Che li si consideri un’arena di dibattito aperta a tutti, o una piattaforma di comunicazione che “ha dato voce a legioni di imbecilli” (per riprendere una recente polemica), una cosa è certa: sui social network si litiga tantissimo. La discussione accesa, l’insulto, l’attacco ingiurioso sono divenuti nel Web 2.0 pratica diffusa e, in un certo senso, codificata in forme standardizzate, definendo sia specifici generi discorsivi (flame e flame-war, shitstorm, ecc.) che soggetti discorsivi e strategie enunciazionali (troll, hater, cyber-bull, ecc.), ma anche strategie di addomesticamento e tattiche creative di disattivazione e immunizzazione. Esiste dunque una forma 2.0 del litigio? Quali sono le sue caratteristiche, i suoi linguaggi, le sue specificità legate al mezzo e alle sue potenzialità (e incapacità)?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.