Il giudizio di Benedetto Croce sull’età barocca non è stata sempre di condanna irrevocabile. Seguendo i suoi scritti lungo l’asse diacronico si vede che ai primi del Novecento essi mostrano una qualche simpatia per il fenomeno barocco, per la sua novità, spregiudicatezza e freschezza d’idee. La condanna definitiva giunge, seguendo la stessa parabola critica relativa al suo giudizio su D’Annunzio, durante gli anni Venti, sotto la dittatura fascista, nei saggi che costituiscono la Storia dell’età barocca in Italia, allorché il Barocco diventa la manifestazione di una malattia morale. Tenendo in controluce i suoi Taccuini, si dimostra che la scomunica dell’età barocca si lega alla definitiva resistenza della coscienza morale di Croce al fascismo, nei giorni in cui con il manifesto degli intellettuali firmato proprio mentre lavorava alla Storia dell’età barocca aveva chiarito in primo luogo a se stesso il suo rifiuto del regime, dopo qualche iniziale interezza. Per quanto non si voglia sostenere che deterministicamente il giudizio di condanna del fascismo sia la causa che lo trascinò alla condanna del Barocco, è certo che l’accentuazione del giudizio negativo sul Seicento discenda anche dalla constatazione di analogie tra quel periodo e il clima falso e inutilmente altisonante in cui Croce si trovava a vivere in quegli anni.
Battistini, A. (2016). Il Barocco e la decadenza italiana. Roma : Edizioni di storia e letteratura.
Il Barocco e la decadenza italiana
BATTISTINI, ANDREA
2016
Abstract
Il giudizio di Benedetto Croce sull’età barocca non è stata sempre di condanna irrevocabile. Seguendo i suoi scritti lungo l’asse diacronico si vede che ai primi del Novecento essi mostrano una qualche simpatia per il fenomeno barocco, per la sua novità, spregiudicatezza e freschezza d’idee. La condanna definitiva giunge, seguendo la stessa parabola critica relativa al suo giudizio su D’Annunzio, durante gli anni Venti, sotto la dittatura fascista, nei saggi che costituiscono la Storia dell’età barocca in Italia, allorché il Barocco diventa la manifestazione di una malattia morale. Tenendo in controluce i suoi Taccuini, si dimostra che la scomunica dell’età barocca si lega alla definitiva resistenza della coscienza morale di Croce al fascismo, nei giorni in cui con il manifesto degli intellettuali firmato proprio mentre lavorava alla Storia dell’età barocca aveva chiarito in primo luogo a se stesso il suo rifiuto del regime, dopo qualche iniziale interezza. Per quanto non si voglia sostenere che deterministicamente il giudizio di condanna del fascismo sia la causa che lo trascinò alla condanna del Barocco, è certo che l’accentuazione del giudizio negativo sul Seicento discenda anche dalla constatazione di analogie tra quel periodo e il clima falso e inutilmente altisonante in cui Croce si trovava a vivere in quegli anni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.