Qualche anno fa, in preparazione al Congresso internazionale su Marco Mortara e l’ebraismo italiano dell’Ottocento,1 ebbi modo di esaminare quello che resta del “Fondo Mortara” presso l’Archivio della Comunità ebraica di Mantova e, fra molte cose interessanti, che ho descritto nello studio appena citato, ho trovato un quaderno con tante iscrizioni funerarie la maggior parte in ebraico, alcune delle quali avevano anche una sintetica versione italiana del testo dell’epitaffio, anche se molto libera e per nulla letterale come usava nell’Ottocento, mentre altre, tendenzialmente nell’Ottocento avanzato, scritte in italiano. Il quaderno non è autografo, come sempre c’è scritto nei documenti del Fondo, Mortara, in cui compare sempre all’inizio l’indicazione Autografo, o Non autografo, contiene gli epitaffi ricopiati in maniera ordinata e in una bella scrittura ebraica quadrata, vergata a penna da un vice-rabbino di Mortara, forse Donato Modena, che ricopiò anche l’epitaffio preparato dal grande rabbino italiano per se stesso, dopo aver invano cercato di comporne egli stesso un altro assai più elogiativo del defunto, ma evidentemente non gradito all’interessato, che volle scolpito al cimitero sulla sua sepoltura un modestissimo testo da lui stesso composto.

Gli epitaffi in ebraico e italiano composti da Marco Mortara per ebrei defunti mantovani (1838-1891)

PERANI, MAURO
2016

Abstract

Qualche anno fa, in preparazione al Congresso internazionale su Marco Mortara e l’ebraismo italiano dell’Ottocento,1 ebbi modo di esaminare quello che resta del “Fondo Mortara” presso l’Archivio della Comunità ebraica di Mantova e, fra molte cose interessanti, che ho descritto nello studio appena citato, ho trovato un quaderno con tante iscrizioni funerarie la maggior parte in ebraico, alcune delle quali avevano anche una sintetica versione italiana del testo dell’epitaffio, anche se molto libera e per nulla letterale come usava nell’Ottocento, mentre altre, tendenzialmente nell’Ottocento avanzato, scritte in italiano. Il quaderno non è autografo, come sempre c’è scritto nei documenti del Fondo, Mortara, in cui compare sempre all’inizio l’indicazione Autografo, o Non autografo, contiene gli epitaffi ricopiati in maniera ordinata e in una bella scrittura ebraica quadrata, vergata a penna da un vice-rabbino di Mortara, forse Donato Modena, che ricopiò anche l’epitaffio preparato dal grande rabbino italiano per se stesso, dopo aver invano cercato di comporne egli stesso un altro assai più elogiativo del defunto, ma evidentemente non gradito all’interessato, che volle scolpito al cimitero sulla sua sepoltura un modestissimo testo da lui stesso composto.
2016
Nuovi studi in onore di Marco Mortara nel secondo centenario della nascita
65
129
Perani, Mauro
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/573242
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact