Per la prima volta, nell'occasione del centenario della scomparsa di Gaetano Gandolfi, è stata organizzata una esposizione dedicata alla pittura dei fratelli Gandolfi, artisti internazionali nel Settecento - Gaetano fu uno dei più famosi pittori dell'epoca in Europa, noto anche in America - e non sufficientemente coltivati nel secolo scorso. La mostra è stata resa possibile dalla collaborazione di molti musei ed istituzioni internazionali, dal Louvre di Parigi al Dublin Castle irlandese al North Caroline Museum of art, U.S.A., la Stadtische Kunstsammlungen di Stoccarda egli Uffizi e la Fondazione R. Longhi di Firenze, l'Ashmolean Museum di Oxford ed altri, nonché chiese e collezionisti privati che hanno prestato dipinti utili a dimostrare la qualità e il livello di internazionalità dell'arte di questi protagonisti della cultura pittorica di secondo Settecento. Essi seppero, in diverso modo, trasmettere la sostanza dell'arte dei predecessori della scuola bolognese, conosciuti attraverso il lungo apprendistato presso l'Accademia Clementina di Pittura, Scultura e Architettura dell'Istituto delle Scienze di Bologna, dal Tibaldi ai Carracci il Guercino sino a Cignani e Crespi aggiornando i modelli attraverso lo studio delle opere di scuola romana e veneta, conosciute in viaggi di studio e attraverso le opportunità offerte dall'istituzione che fu loro maestra negli anni fervidi della riforma promossa da Benedetto XIV, e l'attenzione per quanto nel resto d'Europa, segnatamente in Francia ed Inghilterra. Ubaldo nella pittura d'aula sacra e Gaetano in smaglianti opere profane dapprima e quindi nella ricerca di un vero cristiano realizzarono opere d'alto livello qualitativo, fornendo modelli al secolo a venire, ultimi straordinari protagonisti di un'epoca al tramonto, pittori d'ancien regime ma aperti, segnatamente il più giovane pittore, a suggestioni altre, consapevoli del nuovo dell'arte neoclassica ai cui stilemi scelsero di non adeguare il loro coltissimo lessico; entrambi inoltre attenti alla resa del vero non solo nei moltissimi disegni che con inesausta dedizione al mestiere amatissimo delinearono, oggetto di collezionismo allora come oggi, ma anche nell'esecuzione di quegli studi di carattere tanto ammirati dal Longhi in ragione della capacità che fu di entrambi, di offrire del sembiante umano la più sincera e vissuta interpretazione. Gaetano, dopo la morte del fratello, rimase unico interprete dell'arte bolognese, e nel campo della pittura religiosa offerse soluzioni vitalissime quanto austere sino in ultimo. La mostra attraverso una scelta misurata di opere eccellenti ha concesso di comprendere i motivi di tanta fama riscossa in passato, e di definire i termini per la comprensione della loro arte nel presente.

Gaetano e Ubaldo Gandolfi. Opere scelte

BIAGI, DONATELLA
2004

Abstract

Per la prima volta, nell'occasione del centenario della scomparsa di Gaetano Gandolfi, è stata organizzata una esposizione dedicata alla pittura dei fratelli Gandolfi, artisti internazionali nel Settecento - Gaetano fu uno dei più famosi pittori dell'epoca in Europa, noto anche in America - e non sufficientemente coltivati nel secolo scorso. La mostra è stata resa possibile dalla collaborazione di molti musei ed istituzioni internazionali, dal Louvre di Parigi al Dublin Castle irlandese al North Caroline Museum of art, U.S.A., la Stadtische Kunstsammlungen di Stoccarda egli Uffizi e la Fondazione R. Longhi di Firenze, l'Ashmolean Museum di Oxford ed altri, nonché chiese e collezionisti privati che hanno prestato dipinti utili a dimostrare la qualità e il livello di internazionalità dell'arte di questi protagonisti della cultura pittorica di secondo Settecento. Essi seppero, in diverso modo, trasmettere la sostanza dell'arte dei predecessori della scuola bolognese, conosciuti attraverso il lungo apprendistato presso l'Accademia Clementina di Pittura, Scultura e Architettura dell'Istituto delle Scienze di Bologna, dal Tibaldi ai Carracci il Guercino sino a Cignani e Crespi aggiornando i modelli attraverso lo studio delle opere di scuola romana e veneta, conosciute in viaggi di studio e attraverso le opportunità offerte dall'istituzione che fu loro maestra negli anni fervidi della riforma promossa da Benedetto XIV, e l'attenzione per quanto nel resto d'Europa, segnatamente in Francia ed Inghilterra. Ubaldo nella pittura d'aula sacra e Gaetano in smaglianti opere profane dapprima e quindi nella ricerca di un vero cristiano realizzarono opere d'alto livello qualitativo, fornendo modelli al secolo a venire, ultimi straordinari protagonisti di un'epoca al tramonto, pittori d'ancien regime ma aperti, segnatamente il più giovane pittore, a suggestioni altre, consapevoli del nuovo dell'arte neoclassica ai cui stilemi scelsero di non adeguare il loro coltissimo lessico; entrambi inoltre attenti alla resa del vero non solo nei moltissimi disegni che con inesausta dedizione al mestiere amatissimo delinearono, oggetto di collezionismo allora come oggi, ma anche nell'esecuzione di quegli studi di carattere tanto ammirati dal Longhi in ragione della capacità che fu di entrambi, di offrire del sembiante umano la più sincera e vissuta interpretazione. Gaetano, dopo la morte del fratello, rimase unico interprete dell'arte bolognese, e nel campo della pittura religiosa offerse soluzioni vitalissime quanto austere sino in ultimo. La mostra attraverso una scelta misurata di opere eccellenti ha concesso di comprendere i motivi di tanta fama riscossa in passato, e di definire i termini per la comprensione della loro arte nel presente.
2004
126
88-422-1114-1
Biagi, Donatella
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/572359
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