Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi romanzi in cui l’arte, in particolare quella contemporanea, riveste un ruolo centrale nello sviluppo della narrazione. Molti scrittori, infatti, hanno fatto ricorso alle opere d’arte come espressione culturale particolarmente idonea a mettere in luce la complessità e la problematicità della società attuale. La commistione tra l’opera e il proprio vissuto, il problema dell’autorialità e dell’identità, l’attenzione ai conflitti e alle dinamiche culturali e politiche sollevati da alcune opere d’arte e dalla loro esposizione — assieme alla dipendenza dalle dinamiche del mercato così come dai fenomeni dell’ipertrofia e del gigantismo diffusi nell’arte degli ultimi anni — incarnano, agli occhi degli scrittori, metafore perfette del nostro mondo. Accanto alle opere d’arte, in questi romanzi troviamo descritti sia artisti, sia il mondo dell’arte. E musei e gallerie che diventano, quindi, luoghi particolarmente interessanti per l’ambientazione di storie. L’attenzione all’arte rivolta dalla letteratura, insieme alla predisposizione da parte degli scrittori a leggerla e reinterpretarla in chiave personale, sono stimolanti presupposti attraverso i quali riflettere sui territori di confine e sugli stretti rapporti che hanno intrecciato in più occasioni le due arti sorelle. Lo sguardo della letteratura credo possa essere infatti accolto come strumento adeguato anche al fine di comprendere come viene percepita l’arte contemporanea dal mondo della cultura, per interrogarsi su cosa gli intellettuali e la società abbiano davvero colto o recepito dell’arte contemporanea, delle sue funzioni, delle sue priorità, delle sue strategie comunicative e del modo in cui le tematiche vengono affrontate e raccontate. Attraverso i romanzi credo si possa meglio indagare il ruolo che l’arte ricopre nella nostra società delle immagini, al di là di ciò che pensano artisti, critici, storici dell’arte e tutti coloro che si dedicano professionalmente a tale disciplina. L’arte è anche fatta di minuzie, di nessi tra le cose, di giochi metalinguistici, di allusioni e di emozioni, di ricordi e di impressioni. L’arte è la sua storia e il suo racconto, ma sono anche le persone che la pensano, la costruiscono, ne parlano e vivono per essa. E la narrazione di questi elementi è, a volte, più vicina al romanzo che al saggio critico o alla ricostruzione storica. […] Uno dei principali obiettivi del mio lavoro è stato, dunque, indagare quel fertile campo di sperimentazione rappresentato dalle intersezioni, dagli scambi e dalle aree comuni che si creano tra le due discipline, quelle interferenze e ibridazioni che hanno permesso di modificare tali linguaggi e addirittura di facilitare passaggi di ruolo in entrambe le direzioni tra artista e scrittore, come avviene nel Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk (2008) o, in modo meno evidente ma non meno significativo, in alcune collaborazioni come quelle tra Sophie Calle e Paul Auster o tra l’artista francese ed Enrique Vila-Matas.
Pinto, R. (2016). Artisti di carta. Territori di confine tra arte e letteratura. Milano : Postmedia Books.
Artisti di carta. Territori di confine tra arte e letteratura
PINTO, ROBERTO
2016
Abstract
Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi romanzi in cui l’arte, in particolare quella contemporanea, riveste un ruolo centrale nello sviluppo della narrazione. Molti scrittori, infatti, hanno fatto ricorso alle opere d’arte come espressione culturale particolarmente idonea a mettere in luce la complessità e la problematicità della società attuale. La commistione tra l’opera e il proprio vissuto, il problema dell’autorialità e dell’identità, l’attenzione ai conflitti e alle dinamiche culturali e politiche sollevati da alcune opere d’arte e dalla loro esposizione — assieme alla dipendenza dalle dinamiche del mercato così come dai fenomeni dell’ipertrofia e del gigantismo diffusi nell’arte degli ultimi anni — incarnano, agli occhi degli scrittori, metafore perfette del nostro mondo. Accanto alle opere d’arte, in questi romanzi troviamo descritti sia artisti, sia il mondo dell’arte. E musei e gallerie che diventano, quindi, luoghi particolarmente interessanti per l’ambientazione di storie. L’attenzione all’arte rivolta dalla letteratura, insieme alla predisposizione da parte degli scrittori a leggerla e reinterpretarla in chiave personale, sono stimolanti presupposti attraverso i quali riflettere sui territori di confine e sugli stretti rapporti che hanno intrecciato in più occasioni le due arti sorelle. Lo sguardo della letteratura credo possa essere infatti accolto come strumento adeguato anche al fine di comprendere come viene percepita l’arte contemporanea dal mondo della cultura, per interrogarsi su cosa gli intellettuali e la società abbiano davvero colto o recepito dell’arte contemporanea, delle sue funzioni, delle sue priorità, delle sue strategie comunicative e del modo in cui le tematiche vengono affrontate e raccontate. Attraverso i romanzi credo si possa meglio indagare il ruolo che l’arte ricopre nella nostra società delle immagini, al di là di ciò che pensano artisti, critici, storici dell’arte e tutti coloro che si dedicano professionalmente a tale disciplina. L’arte è anche fatta di minuzie, di nessi tra le cose, di giochi metalinguistici, di allusioni e di emozioni, di ricordi e di impressioni. L’arte è la sua storia e il suo racconto, ma sono anche le persone che la pensano, la costruiscono, ne parlano e vivono per essa. E la narrazione di questi elementi è, a volte, più vicina al romanzo che al saggio critico o alla ricostruzione storica. […] Uno dei principali obiettivi del mio lavoro è stato, dunque, indagare quel fertile campo di sperimentazione rappresentato dalle intersezioni, dagli scambi e dalle aree comuni che si creano tra le due discipline, quelle interferenze e ibridazioni che hanno permesso di modificare tali linguaggi e addirittura di facilitare passaggi di ruolo in entrambe le direzioni tra artista e scrittore, come avviene nel Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk (2008) o, in modo meno evidente ma non meno significativo, in alcune collaborazioni come quelle tra Sophie Calle e Paul Auster o tra l’artista francese ed Enrique Vila-Matas.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.