Il primato della moralità sulle altre dimensioni del giudizio sociale (socievolezza e competenza) è stato largamente dimostrato nelle valutazioni degli altri sia a livello interpersonale che intergruppi. Tuttavia, questa dimensione potrebbe essere non solo alla base del giudizio sociale, ma anche un aspetto fondamentale dell’umanità. In questa serie di studi è stato indagato se la percezione della moralità di un target rispetto alla socievolezza e alla competenza aumenti la percezione di umanità del target stesso. Inoltre, è stato esaminato se la moralità, aumentando l’inclusione di un target nel gruppo umano, favorisca l’utilizzo di comportamenti non egoistici rivolti ad esso. A questo scopo, abbiamo utilizzato il paradigma della Social Mindfulness che propone un compito in cui si misura quanto le persone nel prendere un oggetto per sé si preoccupano di lasciare o meno la possibilità di scelta agli altri. Lo Studio 1 (N= 37) ha mostrato che i tratti morali conducono maggiormente alla percezione di umanità del target. Lo Studio 2 (N= 242) ha confermato l’evidenza del primo studio e ha evidenziato che la percezione della moralità di un target agisce come mediatore degli effetti della moralità sulle intenzioni comportamentali positive verso il target. Infine, lo Studio 3 (N= 187) ha mostrato che gli individui tendono a mettere in atto più comportamenti non egoistici verso un target morale piuttosto che socievole o competente, evidenziando che questo effetto è spiegato dal giudizio di umanità del target. Le implicazioni dei risultati saranno discusse.
Il ruolo primario della moralità sulla percezione di umanità e sui comportamenti non egoistici / F. Prati. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno XIV Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia sociale dell’Associazione Italiana di Psicologia tenutosi a Napoli nel 22-24 settembre 2016).
Il ruolo primario della moralità sulla percezione di umanità e sui comportamenti non egoistici.
PRATI, FRANCESCA
2016
Abstract
Il primato della moralità sulle altre dimensioni del giudizio sociale (socievolezza e competenza) è stato largamente dimostrato nelle valutazioni degli altri sia a livello interpersonale che intergruppi. Tuttavia, questa dimensione potrebbe essere non solo alla base del giudizio sociale, ma anche un aspetto fondamentale dell’umanità. In questa serie di studi è stato indagato se la percezione della moralità di un target rispetto alla socievolezza e alla competenza aumenti la percezione di umanità del target stesso. Inoltre, è stato esaminato se la moralità, aumentando l’inclusione di un target nel gruppo umano, favorisca l’utilizzo di comportamenti non egoistici rivolti ad esso. A questo scopo, abbiamo utilizzato il paradigma della Social Mindfulness che propone un compito in cui si misura quanto le persone nel prendere un oggetto per sé si preoccupano di lasciare o meno la possibilità di scelta agli altri. Lo Studio 1 (N= 37) ha mostrato che i tratti morali conducono maggiormente alla percezione di umanità del target. Lo Studio 2 (N= 242) ha confermato l’evidenza del primo studio e ha evidenziato che la percezione della moralità di un target agisce come mediatore degli effetti della moralità sulle intenzioni comportamentali positive verso il target. Infine, lo Studio 3 (N= 187) ha mostrato che gli individui tendono a mettere in atto più comportamenti non egoistici verso un target morale piuttosto che socievole o competente, evidenziando che questo effetto è spiegato dal giudizio di umanità del target. Le implicazioni dei risultati saranno discusse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.