Nel testo viene ripercorsa la storia dell'iconoteca a soggetto scientifico che un grande botanico del secolo dei Lumi, Ferdinando Bassi, creò a memoria dei grandi della sua disciplina e ad onore dell'Istituto per cui operava, l'Istituto delle Scienze di Bologna, che negli anni quaranta del secolo era stato rifondato dal pontefice bolognese, Benedetto XIV, che aveva voluto una classe di benemeriti, gli Accademici Benedettini, cui appartenne lo scienziato. Il Bassi volle questa importante, nel progetto e negli esiti, collezione pensando di farne dono appunto all'Accademia delle Scienze, una delle due anime dell'Istituto, rivolgendosi alla sorella, l'Accademia Clementina di Pittura, Scultura e Architettura per coinvolgere i maggiori artisti in essa attivi. I ritratti, a penna, acquerellati, omogenei per supporto, cartaceo, tecnica e misure erano desunti, per le fisionomie, da incisioni e disegni che il committente si procurava o dai libri della sua preziosa biblioteca e da quella, preziosissima, dell'Istituto, ma anche grazie all'apporto di corrispondenti di Europa tutta, in ragione del circolo virtuoso di filosofi e scienziati che le accademie settecentesche furono in grado di creare; per le incorniciature, talvolta di carattere architettonico ma per lo più significative degli oggetti di natura indagati del personaggio effigiato. Presto si distinse, tra i vari Bigari, Varotti, Fratta, Calvi, Gini e gli altri clementini coinvolti un giovane artista, Gaetano Gandolfi, che sia nei ritratti che negli studi di natura dimostrò abilità e fantasia tale da divenire protagonista dell'intrapresa, che non fu purtroppo ultimata per la morte del Bassi. La collezione, di centotrentacinque acquerelli, è dal Settecento custodita nelle raccolte pubbliche: prima dell'Istituto, poi con la devoluzione napoleonica dell'Università, presso la cui discendente attuale è tuttora conservata. Nonostante questo, l'iconoteca è rimasta inedita sino ai recenti studi di chi scrive e per la prima volta esposta in occasione della mostra allestita presso il Labirinto della Masone di Parma, che ha consentito al pubblico di conoscere la qualità della grafica gandolfiana e di essere introdotto alla conoscenza di un episodio estremamente rilevante della cultura enciclopedica settecentesca. Per meglio accostare la qualità dell'arte del Gandolfi, che fu tra i protagonisti della vicenda pittorica italiana del secondo Settecento, sono stati esposti alcuni studi di carattere del grande pittore, significativi anche della svolta che toccò la sua arte grazie alla lettura di molti ritratti francesi, inglesi e fiamminghi che conobbe in incisione operando per la Pinacoteca Bassiana, un'opera che lo stesso Luigi Lanzi ricorda per l'eccellenza della riproduzione degli oggetti di natura ritratti, e quattro rarissimi pastelli, significativi delle Arti, che vengono dunque a ad accrescere la conoscenza della pratica di questa tecnica da parte di Gaetano, aggiungendosi al catalogo di quelli custoditi al Louvre e agli Uffizi.

Biagi, D. (2016). Gaetano Gandolf.i I volti della scienza nella Pinacotheca Bassiana di Bologna. Guida alla mostra. Parma : Franco Maria Ricci.

Gaetano Gandolf.i I volti della scienza nella Pinacotheca Bassiana di Bologna. Guida alla mostra

BIAGI, DONATELLA
2016

Abstract

Nel testo viene ripercorsa la storia dell'iconoteca a soggetto scientifico che un grande botanico del secolo dei Lumi, Ferdinando Bassi, creò a memoria dei grandi della sua disciplina e ad onore dell'Istituto per cui operava, l'Istituto delle Scienze di Bologna, che negli anni quaranta del secolo era stato rifondato dal pontefice bolognese, Benedetto XIV, che aveva voluto una classe di benemeriti, gli Accademici Benedettini, cui appartenne lo scienziato. Il Bassi volle questa importante, nel progetto e negli esiti, collezione pensando di farne dono appunto all'Accademia delle Scienze, una delle due anime dell'Istituto, rivolgendosi alla sorella, l'Accademia Clementina di Pittura, Scultura e Architettura per coinvolgere i maggiori artisti in essa attivi. I ritratti, a penna, acquerellati, omogenei per supporto, cartaceo, tecnica e misure erano desunti, per le fisionomie, da incisioni e disegni che il committente si procurava o dai libri della sua preziosa biblioteca e da quella, preziosissima, dell'Istituto, ma anche grazie all'apporto di corrispondenti di Europa tutta, in ragione del circolo virtuoso di filosofi e scienziati che le accademie settecentesche furono in grado di creare; per le incorniciature, talvolta di carattere architettonico ma per lo più significative degli oggetti di natura indagati del personaggio effigiato. Presto si distinse, tra i vari Bigari, Varotti, Fratta, Calvi, Gini e gli altri clementini coinvolti un giovane artista, Gaetano Gandolfi, che sia nei ritratti che negli studi di natura dimostrò abilità e fantasia tale da divenire protagonista dell'intrapresa, che non fu purtroppo ultimata per la morte del Bassi. La collezione, di centotrentacinque acquerelli, è dal Settecento custodita nelle raccolte pubbliche: prima dell'Istituto, poi con la devoluzione napoleonica dell'Università, presso la cui discendente attuale è tuttora conservata. Nonostante questo, l'iconoteca è rimasta inedita sino ai recenti studi di chi scrive e per la prima volta esposta in occasione della mostra allestita presso il Labirinto della Masone di Parma, che ha consentito al pubblico di conoscere la qualità della grafica gandolfiana e di essere introdotto alla conoscenza di un episodio estremamente rilevante della cultura enciclopedica settecentesca. Per meglio accostare la qualità dell'arte del Gandolfi, che fu tra i protagonisti della vicenda pittorica italiana del secondo Settecento, sono stati esposti alcuni studi di carattere del grande pittore, significativi anche della svolta che toccò la sua arte grazie alla lettura di molti ritratti francesi, inglesi e fiamminghi che conobbe in incisione operando per la Pinacoteca Bassiana, un'opera che lo stesso Luigi Lanzi ricorda per l'eccellenza della riproduzione degli oggetti di natura ritratti, e quattro rarissimi pastelli, significativi delle Arti, che vengono dunque a ad accrescere la conoscenza della pratica di questa tecnica da parte di Gaetano, aggiungendosi al catalogo di quelli custoditi al Louvre e agli Uffizi.
2016
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Biagi, D. (2016). Gaetano Gandolf.i I volti della scienza nella Pinacotheca Bassiana di Bologna. Guida alla mostra. Parma : Franco Maria Ricci.
Biagi, Donatella
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