Il volume è articolato in una prospettiva cronologica/diacronica (tardoantico-medievale-moderno) e concettuale, ipotizzando la possibilità di rintracciare una storia del rapporto tra fiducia (fides) e forme del potere che la sanzionano. Partendo, infatti, dal presupposto che a determinate logiche politiche ovvero governative corrispondano specifici percorsi e dinamiche della credibilità pubblica, si è tentata un'esplorazione degli stili politici in grado di determinare criteri di credibilità o di affidabilità. È stato considerato il nesso fra amministrazione o procedure giudiziarie tanto canoniche quanto civili e ammissibilità alla testimonianza, sottolineando in particolare il rapporto tra fiducia presupposta e tecniche procedurali. Grande attenzione è stata dedicata al concetto e alla realtà storica della “prova” intesa sia come momento processuale, sia come segnale antropologico e relazionale in grado di confermare (più o meno visibilmente) l'appartenenza o la non appartenenza delle persone ai gruppi affidabili e onorevoli per definizione. Dal punto di vista metodologico il carattere innovativo del progetto è consistito nell’unire insieme ricercatori che da molti anni operano in campi diversi: si tratta nel nostro caso di storici medievisti e modernisti, storici del pensiero, delle dottrine politiche ed economiche, storici del diritto e delle istituzioni. Non si tratta quindi di una semplice sperimentazione di interdisciplinarietà ma della composizione delle singole specializzazioni in vista di un risultato non ottenibile in un’ottica settoriale. Il saggio indaga la storia del 'forum', osservato come mercato, come luogo in cui si determina il valore delle cose.

P. Prodi (2007). Il mercato come sede di giudizio sul valore delle cose e degli uomini. BOLOGNA : il Mulino.

Il mercato come sede di giudizio sul valore delle cose e degli uomini

PRODI, PAOLO
2007

Abstract

Il volume è articolato in una prospettiva cronologica/diacronica (tardoantico-medievale-moderno) e concettuale, ipotizzando la possibilità di rintracciare una storia del rapporto tra fiducia (fides) e forme del potere che la sanzionano. Partendo, infatti, dal presupposto che a determinate logiche politiche ovvero governative corrispondano specifici percorsi e dinamiche della credibilità pubblica, si è tentata un'esplorazione degli stili politici in grado di determinare criteri di credibilità o di affidabilità. È stato considerato il nesso fra amministrazione o procedure giudiziarie tanto canoniche quanto civili e ammissibilità alla testimonianza, sottolineando in particolare il rapporto tra fiducia presupposta e tecniche procedurali. Grande attenzione è stata dedicata al concetto e alla realtà storica della “prova” intesa sia come momento processuale, sia come segnale antropologico e relazionale in grado di confermare (più o meno visibilmente) l'appartenenza o la non appartenenza delle persone ai gruppi affidabili e onorevoli per definizione. Dal punto di vista metodologico il carattere innovativo del progetto è consistito nell’unire insieme ricercatori che da molti anni operano in campi diversi: si tratta nel nostro caso di storici medievisti e modernisti, storici del pensiero, delle dottrine politiche ed economiche, storici del diritto e delle istituzioni. Non si tratta quindi di una semplice sperimentazione di interdisciplinarietà ma della composizione delle singole specializzazioni in vista di un risultato non ottenibile in un’ottica settoriale. Il saggio indaga la storia del 'forum', osservato come mercato, come luogo in cui si determina il valore delle cose.
2007
La fiducia secondo i linguaggi del potere
157
177
P. Prodi (2007). Il mercato come sede di giudizio sul valore delle cose e degli uomini. BOLOGNA : il Mulino.
P. Prodi
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