Il saggio affronta i temi dei forti cambiamenti nella storia del lavoro durante la prima guerra mondiale. Il conflitto portò per la prima volta ad una rarefazione della manodopera maschile, in larga misura chiamata al fronte. Il mercato del lavoro fu inizialmente del tutto disorganizzato, ma nei primi mesi dopo la guerra venne istituita la cosiddetta "mobilitazione industriale" che regolò sia la produzione industriale, sia soprattutto il mercato del lavoro, introducendo per la prima volta In Italia livelli molto alti di intervento statale in economia e nel settore delle relazioni industriali. La manodopera venne in gran parte militarizzata e furono proibiti scioperi e rivendicazioni salariali; in cambio venne previsto un "equo trattamento" delle maestranze, regolato da organismi statali e misti (operai, industriali, Stato) che operò attraverso istituti del tutto nuovi, sul tipo della scala mobile dei salari e di misure di "cassa integrazione" per la disoccupazione involontaria. Notevole fu anche il ruolo della manodopera femminile, alla quale è dedicata larga parte del saggio.
L. Tomassini (2015). La prima guerra mondiale. Uomini e donne sul fronte interno e in fabbrica. Roma : Castelvecchi.
La prima guerra mondiale. Uomini e donne sul fronte interno e in fabbrica
TOMASSINI, LUIGI
2015
Abstract
Il saggio affronta i temi dei forti cambiamenti nella storia del lavoro durante la prima guerra mondiale. Il conflitto portò per la prima volta ad una rarefazione della manodopera maschile, in larga misura chiamata al fronte. Il mercato del lavoro fu inizialmente del tutto disorganizzato, ma nei primi mesi dopo la guerra venne istituita la cosiddetta "mobilitazione industriale" che regolò sia la produzione industriale, sia soprattutto il mercato del lavoro, introducendo per la prima volta In Italia livelli molto alti di intervento statale in economia e nel settore delle relazioni industriali. La manodopera venne in gran parte militarizzata e furono proibiti scioperi e rivendicazioni salariali; in cambio venne previsto un "equo trattamento" delle maestranze, regolato da organismi statali e misti (operai, industriali, Stato) che operò attraverso istituti del tutto nuovi, sul tipo della scala mobile dei salari e di misure di "cassa integrazione" per la disoccupazione involontaria. Notevole fu anche il ruolo della manodopera femminile, alla quale è dedicata larga parte del saggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.