Il progetto intitolato “VR60768 • Anthropomorphic figure”, promosso dal Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna, dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Ferrara e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Regione Veneto è costituito da una mostra di arte Neorupestre di Andrea Benetti, ispirata alle origini della pittura, integrata dall'esposizione di due pietre (riprodotte in copia esatta) dipinte dall'uomo preistorico e rinvenute nelle grotte di Fumane. La mostra è curata dalla professoressa Silvia Grandi (Fenomenologia dell'Arte Contemporanea - UniBo) e dal professor Marco Peresani (Archeologia della Preistoria - UniFe) . Durante l'inaugurazione sarà proiettata l'opera di video arte creata da Andrea Benetti in collaborazione col gruppo Basmati Film e musicata da Frank Nemola. Ma la vera novità artistica consiste nelle opere realizzate utilizzando residui ottenuti dal lavaggio dei reperti archelogici, dall'ocra, carbone e terra del Paleolitico, provenienti dagli scavi delle grotte di Fumane. Il materiale preistorico è stato fornito dai ricercatori dell'UniFe. Oltre ai tredici disegni Neorupestri su carta,saranno esposti dei lavori creati su tela, con superfici simili alla pietra, "anticate" con pigmenti naturali, quali caffè, hennè, cacao e rese simili cromaticamente alla roccia. L'ispirazione di fondo, che anima il progetto, nasce dalla ricerca creativa e dall'intuizione di Andrea Benetti, che focalizza la propria attenzione sull'odierno modo di comunicare, basato sull'esasperata stilizzazione delle immagini. Egli, infatti, evidenzia come i più diffusi mezzi di comunicazione in uso su scala mondiale, interagiscano con l'essere umano attraverso un'iconografia percepita mediante la connesione coi nostri due principali sensi: la vista e l'udito. Televisione, internet, smartphone, tablet, computer palmari sono ormai mezzi di fruizione di massa, coi quali percepiamo e trasmettiamo la realtà (o l'illusione di essa) , proprio attraverso quei due sensi, riavvicinando il nostro modo di comunicare all'arte della Preistoria. Anche per questo motivo sarà parte integrante della mostra l'esposizione delle copie delle opere d'arte preistoriche, realizzate su pietra e rinvenute nelle grotte di Fumane dagli archelogi dell'Università di Ferrara e catalogate con le sigle VR60768 e VR60769, da cui è nato il titolo del progetto. Benetti parte dal concetto che nella pittura Rupestre, seppure in maniera inconscia, l'homo sapiens aveva già delineato le future vie delle arti visive: ovvero il figurativo, l'astrattismo, il simbolismo ed il concettuale.

ANDREA BENETTI. VR60768 anthropomorphic figure / Grandi, Silvia; Peresani, Marco. - (2015).

ANDREA BENETTI. VR60768 anthropomorphic figure

GRANDI, SILVIA;
2015

Abstract

Il progetto intitolato “VR60768 • Anthropomorphic figure”, promosso dal Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna, dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Ferrara e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Regione Veneto è costituito da una mostra di arte Neorupestre di Andrea Benetti, ispirata alle origini della pittura, integrata dall'esposizione di due pietre (riprodotte in copia esatta) dipinte dall'uomo preistorico e rinvenute nelle grotte di Fumane. La mostra è curata dalla professoressa Silvia Grandi (Fenomenologia dell'Arte Contemporanea - UniBo) e dal professor Marco Peresani (Archeologia della Preistoria - UniFe) . Durante l'inaugurazione sarà proiettata l'opera di video arte creata da Andrea Benetti in collaborazione col gruppo Basmati Film e musicata da Frank Nemola. Ma la vera novità artistica consiste nelle opere realizzate utilizzando residui ottenuti dal lavaggio dei reperti archelogici, dall'ocra, carbone e terra del Paleolitico, provenienti dagli scavi delle grotte di Fumane. Il materiale preistorico è stato fornito dai ricercatori dell'UniFe. Oltre ai tredici disegni Neorupestri su carta,saranno esposti dei lavori creati su tela, con superfici simili alla pietra, "anticate" con pigmenti naturali, quali caffè, hennè, cacao e rese simili cromaticamente alla roccia. L'ispirazione di fondo, che anima il progetto, nasce dalla ricerca creativa e dall'intuizione di Andrea Benetti, che focalizza la propria attenzione sull'odierno modo di comunicare, basato sull'esasperata stilizzazione delle immagini. Egli, infatti, evidenzia come i più diffusi mezzi di comunicazione in uso su scala mondiale, interagiscano con l'essere umano attraverso un'iconografia percepita mediante la connesione coi nostri due principali sensi: la vista e l'udito. Televisione, internet, smartphone, tablet, computer palmari sono ormai mezzi di fruizione di massa, coi quali percepiamo e trasmettiamo la realtà (o l'illusione di essa) , proprio attraverso quei due sensi, riavvicinando il nostro modo di comunicare all'arte della Preistoria. Anche per questo motivo sarà parte integrante della mostra l'esposizione delle copie delle opere d'arte preistoriche, realizzate su pietra e rinvenute nelle grotte di Fumane dagli archelogi dell'Università di Ferrara e catalogate con le sigle VR60768 e VR60769, da cui è nato il titolo del progetto. Benetti parte dal concetto che nella pittura Rupestre, seppure in maniera inconscia, l'homo sapiens aveva già delineato le future vie delle arti visive: ovvero il figurativo, l'astrattismo, il simbolismo ed il concettuale.
2015
ANDREA BENETTI. VR60768 anthropomorphic figure / Grandi, Silvia; Peresani, Marco. - (2015).
Grandi, Silvia; Peresani, Marco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/556340
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