La qualità dei frutti di Actinidia deliciosa (cv. Hayward) viene normalmente definita sulla base del contenuto in solidi solubili (SSC). Infatti, l’accordo interprofessionale stabilisce che la raccolta non possa avere inizio prima che i SSC abbiano raggiunto il valore di 6,2 °Brix, mentre la commercializzazione deve avvenire non prima di 9,5 °Brix. La durezza della polpa (FF), invece, assume importanza durante la frigoconservazione: infatti, all’uscita dalle celle è necessario che i frutti abbiano un valore di almeno 3 Kg/cm2 al fine di consentire trasporto, manipolazione e adeguata shelf-life nei banchi vendita della distribuzione. Poiché tali parametri non sono sempre stati in grado di garantire adeguati livelli di qualità dei frutti, negli ultimi anni è stata aggiunta la determinazione del contenuto in sostanza secca (DM), preso a prestito dal protocollo “kiwistart” neozelandese proposto 5 anni fa circa. La bontà di tale parametro è però ancora da valutare pienamente nelle nostre condizioni colturali. Inoltre, le determinazioni sopra citate prevedono la distruzione dei frutti esaminati, limitando di conseguenza la rappresentatività del campione esaminato rispetto all’intera partita. Negli ultimi anni, sono stati sperimentate ed impiegate in alcune realtà pratiche strumentazioni NIRs per la valutazione non distruttiva della qualità organolettica dei frutti di actinidia. Tuttavia, oltre a richiedere calibrazione talora complesse e laboriose, queste strumentazioni vengono utilizzate per determinare gli stessi parametri (SS, durezza della polpa e sostanza secca) misurabili con le strumentazioni tradizionali e non apportando quindi nessun valore aggiunto. Presso il Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Bologna è stata recentemente realizzata una strumentazione NIRs semplificata (DA-METER). Tali strumentazioni determinano con precisione lo stadio di maturazione “complessivo” del frutto attraverso un indice basato sulla differenza di assorbanza a specifiche lunghezze d’onda (DA). L’indice DA correla con i parametri normalmente utilizzati (SSC, FF,DM), con i mutamenti della colorazione della polpa dei frutti. Queste strumentazioni consentono quindi, in campo, di verificare le differenze di maturazione fra frutti inseriti nelle diverse parti della chioma e di stabilire il momento più opportuno di raccolta; in magazzino, di verificare l’omogeneità di maturazione delle partite e di stabilire la più opportuna la strategia di frigoconservazione. Si riportano qui alcuni risultati ottenuti su cultivar appartenenti alle due specie principali (Actinidia deliziosa e Actinidia chinensis) .
G. Costa, M. Noferini, G. Fiori, V.Ziosi (2007). IMPIEGO DI TECNICHE NON DISTRUTTIVE PER LA DETERMINAZIONE DELLA QUALITA’ DEI FRUTTI DI ACTINIDIA.. CUNEO : Università degli Studi di Torino.
IMPIEGO DI TECNICHE NON DISTRUTTIVE PER LA DETERMINAZIONE DELLA QUALITA’ DEI FRUTTI DI ACTINIDIA.
COSTA, GUGLIELMO;ZIOSI, VANINA
2007
Abstract
La qualità dei frutti di Actinidia deliciosa (cv. Hayward) viene normalmente definita sulla base del contenuto in solidi solubili (SSC). Infatti, l’accordo interprofessionale stabilisce che la raccolta non possa avere inizio prima che i SSC abbiano raggiunto il valore di 6,2 °Brix, mentre la commercializzazione deve avvenire non prima di 9,5 °Brix. La durezza della polpa (FF), invece, assume importanza durante la frigoconservazione: infatti, all’uscita dalle celle è necessario che i frutti abbiano un valore di almeno 3 Kg/cm2 al fine di consentire trasporto, manipolazione e adeguata shelf-life nei banchi vendita della distribuzione. Poiché tali parametri non sono sempre stati in grado di garantire adeguati livelli di qualità dei frutti, negli ultimi anni è stata aggiunta la determinazione del contenuto in sostanza secca (DM), preso a prestito dal protocollo “kiwistart” neozelandese proposto 5 anni fa circa. La bontà di tale parametro è però ancora da valutare pienamente nelle nostre condizioni colturali. Inoltre, le determinazioni sopra citate prevedono la distruzione dei frutti esaminati, limitando di conseguenza la rappresentatività del campione esaminato rispetto all’intera partita. Negli ultimi anni, sono stati sperimentate ed impiegate in alcune realtà pratiche strumentazioni NIRs per la valutazione non distruttiva della qualità organolettica dei frutti di actinidia. Tuttavia, oltre a richiedere calibrazione talora complesse e laboriose, queste strumentazioni vengono utilizzate per determinare gli stessi parametri (SS, durezza della polpa e sostanza secca) misurabili con le strumentazioni tradizionali e non apportando quindi nessun valore aggiunto. Presso il Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Bologna è stata recentemente realizzata una strumentazione NIRs semplificata (DA-METER). Tali strumentazioni determinano con precisione lo stadio di maturazione “complessivo” del frutto attraverso un indice basato sulla differenza di assorbanza a specifiche lunghezze d’onda (DA). L’indice DA correla con i parametri normalmente utilizzati (SSC, FF,DM), con i mutamenti della colorazione della polpa dei frutti. Queste strumentazioni consentono quindi, in campo, di verificare le differenze di maturazione fra frutti inseriti nelle diverse parti della chioma e di stabilire il momento più opportuno di raccolta; in magazzino, di verificare l’omogeneità di maturazione delle partite e di stabilire la più opportuna la strategia di frigoconservazione. Si riportano qui alcuni risultati ottenuti su cultivar appartenenti alle due specie principali (Actinidia deliziosa e Actinidia chinensis) .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.