L'autore presenta in questo studio le dinamiche psichiche che stanno dietro l'uso della blasfemia, identificandole ad esempio una, come parte del processo di costruzione della propria identità, e ritenendo che ridicolizzare il diverso costituisca una variante ludica della violenza, tipica delle maggioranze e del loro potere sulle minoranze. La satira blasfema si basa spesso su equivoci semantici, in cui si usano le stesse parole che tuttavia hanno significati diversi nelle diverse culture che si scontrano. Si pensi al concetto di Messia cristiano ed ebraico, totalmente diversi. Ancora, la blasfemia costituisce spesso una proiezione sul diverso del sistema di valori di chi lo ridicolizza. La satira blasfema antiebraica si connota come grave patologia umana e forma di isteria dell'assoluto, di averne il possesso e l'esclusiva. La satira contro l'ebreo si è espressa nel mondo cristiano come rovesciamento negativo dei miti cristiani: il cristiano che si nutre del corpo di Cristo profuma di odor suavitatis, mentre al contrario l'ebreo, che si dice profanare l'ostia, puzza come il demonio. Dopo un cenno all'anti ebraismo di Lutero, il testo passa ad esaminare l'equivocità intrinseca dei grandi codici delle tre religioni monoteistiche, i quali, senza una luce ermeneutica possono essere usati per cause non solo diverse, ma di segno opposto. In realtà nella Torah, nella Bibbia cristiana e nel Corano si trova tutto e il contrario di tutto: solo la luce di un interpretazione improntata ai valori essenziali e ad un atteggiamento dialogico, non isterico, senza assolutismi nei confronti dei diversi, può guidare gli aderenti ai valori di questi codici in una corretta lettura, e gli uomini a vivere nella fraternità. Questo ideale è stato perfettamente descritto cinquant'anni fa nel documento del Vaticano II Dignitatis humanae sulla libertà e primato della coscienza nell'adesione a una qualsiasi religione.

La satira blasfema anti ebraica

PERANI, MAURO
2016

Abstract

L'autore presenta in questo studio le dinamiche psichiche che stanno dietro l'uso della blasfemia, identificandole ad esempio una, come parte del processo di costruzione della propria identità, e ritenendo che ridicolizzare il diverso costituisca una variante ludica della violenza, tipica delle maggioranze e del loro potere sulle minoranze. La satira blasfema si basa spesso su equivoci semantici, in cui si usano le stesse parole che tuttavia hanno significati diversi nelle diverse culture che si scontrano. Si pensi al concetto di Messia cristiano ed ebraico, totalmente diversi. Ancora, la blasfemia costituisce spesso una proiezione sul diverso del sistema di valori di chi lo ridicolizza. La satira blasfema antiebraica si connota come grave patologia umana e forma di isteria dell'assoluto, di averne il possesso e l'esclusiva. La satira contro l'ebreo si è espressa nel mondo cristiano come rovesciamento negativo dei miti cristiani: il cristiano che si nutre del corpo di Cristo profuma di odor suavitatis, mentre al contrario l'ebreo, che si dice profanare l'ostia, puzza come il demonio. Dopo un cenno all'anti ebraismo di Lutero, il testo passa ad esaminare l'equivocità intrinseca dei grandi codici delle tre religioni monoteistiche, i quali, senza una luce ermeneutica possono essere usati per cause non solo diverse, ma di segno opposto. In realtà nella Torah, nella Bibbia cristiana e nel Corano si trova tutto e il contrario di tutto: solo la luce di un interpretazione improntata ai valori essenziali e ad un atteggiamento dialogico, non isterico, senza assolutismi nei confronti dei diversi, può guidare gli aderenti ai valori di questi codici in una corretta lettura, e gli uomini a vivere nella fraternità. Questo ideale è stato perfettamente descritto cinquant'anni fa nel documento del Vaticano II Dignitatis humanae sulla libertà e primato della coscienza nell'adesione a una qualsiasi religione.
2016
Blasfemia, diritti e libertà. Una discussione dopo le stragi di Parigi
37
68
Perani, Mauro
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