Nemmeno il Giappone è rimasto indenne dal ‘gourmet boom’ degli ultimi anni, che ha generato e rapidamente ‘consumato’ decine di migliaia di pagine e fotogrammi dedicati al cibo, dalla fiction alla saggistica, dalla black comedy all’horror, dai documentari ai classici libri di cucina, per arrivare al recentissimo proliferare di foodblogger. Le radici del fenomeno affondano nel turning point della metà degli anni ’50, quando sempre più spesso si comincia ad associare al consumo e alla preparazione del cibo il piacere: negli anni ’80 le raffinate prelibatezze prima riservate a pochi abbienti privilegiati sono ormai alla portata di tutti, e al desiderio della degustazione si accompagna adesso quello di una maggiore informazione. È così che nascono programmi televisivi quali "Ryōri tengoku" (Cooking Paradise, 1975–1992) e "Ryōri no tetsujin" (Iron Chef, 1993–1999), e manga come "Oishinbo" (The Gourmet, 1983–2014) e "Kukkingu papa" (Cooking Papa, 1984–), entrambi poi riproposti in altre forme e generi – anime, dorama, computer games. All’interno di questo quadro, il sushi oggi è senza ombra di dubbio il piatto che all’estero meglio rappresenta la tradizione gastronomica giapponese, tanto che alcuni critici come Lee Milligan lo considerano il motore principale della cosiddetta “nipponizzazione” culinaria di Europa e America, consolidatasi poi grazie alla più recente popolarità di altri piatti – a torto o a ragione considerati ‘tipicamente’ giapponesi – quali il tenpura e gli instant noodles. Alla base della diffusione capillare del sushi sicuramente sono da un lato la globalizzazione culinaria dominante e dall’altro l’alto potenziale di ibridazione con le tradizioni gastronomiche locali, che lo rendono più gradito al palato dei gourmands d’oltreoceano. Quello che qui interessa tuttavia non è tanto la storia del sushi o la campagna di conquista di cui è stato protagonista in Europa e America isole comprese, quanto la constatazione che tutto ciò si è verificato a dispetto del fatto che il piatto che all’alba del terzo millennio all’estero rappresenta l’essenza del Giappone a tavola, nel paese che gli ha dato i natali non è certo uno dei più consumati, sia per il costo elevato sia per la sua assenza dal repertorio del "katei ryōri", la cucina casalinga, fatta eccezione per la variante rappresentata dal temaki. In questo senso alcuni spunti interessanti ci vengono offerti dalla letteratura contemporanea, all’interno della quale gli ultimi anni hanno visto crescere un coro di voci femminili che ne rappresentano una delle forze più vitali.

Cruderies gourmands da sfogliare: il sushi fra letteratura e cinema / Scrolavezza, Paola. - STAMPA. - (2015), pp. 101-112.

Cruderies gourmands da sfogliare: il sushi fra letteratura e cinema

SCROLAVEZZA, PAOLA
2015

Abstract

Nemmeno il Giappone è rimasto indenne dal ‘gourmet boom’ degli ultimi anni, che ha generato e rapidamente ‘consumato’ decine di migliaia di pagine e fotogrammi dedicati al cibo, dalla fiction alla saggistica, dalla black comedy all’horror, dai documentari ai classici libri di cucina, per arrivare al recentissimo proliferare di foodblogger. Le radici del fenomeno affondano nel turning point della metà degli anni ’50, quando sempre più spesso si comincia ad associare al consumo e alla preparazione del cibo il piacere: negli anni ’80 le raffinate prelibatezze prima riservate a pochi abbienti privilegiati sono ormai alla portata di tutti, e al desiderio della degustazione si accompagna adesso quello di una maggiore informazione. È così che nascono programmi televisivi quali "Ryōri tengoku" (Cooking Paradise, 1975–1992) e "Ryōri no tetsujin" (Iron Chef, 1993–1999), e manga come "Oishinbo" (The Gourmet, 1983–2014) e "Kukkingu papa" (Cooking Papa, 1984–), entrambi poi riproposti in altre forme e generi – anime, dorama, computer games. All’interno di questo quadro, il sushi oggi è senza ombra di dubbio il piatto che all’estero meglio rappresenta la tradizione gastronomica giapponese, tanto che alcuni critici come Lee Milligan lo considerano il motore principale della cosiddetta “nipponizzazione” culinaria di Europa e America, consolidatasi poi grazie alla più recente popolarità di altri piatti – a torto o a ragione considerati ‘tipicamente’ giapponesi – quali il tenpura e gli instant noodles. Alla base della diffusione capillare del sushi sicuramente sono da un lato la globalizzazione culinaria dominante e dall’altro l’alto potenziale di ibridazione con le tradizioni gastronomiche locali, che lo rendono più gradito al palato dei gourmands d’oltreoceano. Quello che qui interessa tuttavia non è tanto la storia del sushi o la campagna di conquista di cui è stato protagonista in Europa e America isole comprese, quanto la constatazione che tutto ciò si è verificato a dispetto del fatto che il piatto che all’alba del terzo millennio all’estero rappresenta l’essenza del Giappone a tavola, nel paese che gli ha dato i natali non è certo uno dei più consumati, sia per il costo elevato sia per la sua assenza dal repertorio del "katei ryōri", la cucina casalinga, fatta eccezione per la variante rappresentata dal temaki. In questo senso alcuni spunti interessanti ci vengono offerti dalla letteratura contemporanea, all’interno della quale gli ultimi anni hanno visto crescere un coro di voci femminili che ne rappresentano una delle forze più vitali.
2015
L'arte del sushi. Un viaggio gastroculturale alla scoperta del piatto simbolo della cucina giapponese
101
112
Cruderies gourmands da sfogliare: il sushi fra letteratura e cinema / Scrolavezza, Paola. - STAMPA. - (2015), pp. 101-112.
Scrolavezza, Paola
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